Ritratto del cavaliere Pietro Secco Suardo
Ritratto del cavaliere Pietro Secco Suardo | |
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Autore | Giovanni Battista Moroni |
Data | 1563 |
Tecnica | Olio su tela |
Dimensioni | 183×104 cm |
Ubicazione | Uffizi, Firenze |
Il Ritratto del cavaliere Pietro Secco Suardo è un dipinto a olio su tela (183x104 cm) di Giovanni Battista Moroni, datato 1563 e conservato negli Uffizi di Firenze.
Storia
Noto dal 1713, fu menzionato con certezza la prima volta in un inventario di Palazzo Pitti tra i beni appartenenti al Gran Principe Ferdinando. Già ritenuto come raffigurante sant'Ignazio di Loyola, sulla base della presenta veduta di Pamplona sullo sfondo, fu riconosciuto nel cavaliere bergamasco Pietro Secco Suardo da Giovanni Morelli nel 1904. La sua ipotesi è stata accettata comunemente.
Descrizione e stile
Ritratto in piedi e a grandezza naturale, il nobiluomo, vestito in nero secondo la moda del tempo, porta una mano sull'elsa della spada legata in vita e con l'altra indica una fiamma accesa in un braciere. A essa si riferisce anche l'iscrizione sull'ara "ET QVID VOLO NISI VT ARDEAT?" (Che cosa voglio se non che [il fuoco] arda?), derivata dal Vangelo di Luca (12, 49), e scelta perché nasconde in acrostico il cognome "SUARDI". Si tratta di un piccolo indovinello figurato amato dall'aristocrazia bergamasca, come se ne trovano anche nei ritratti qui eseguiti da Lorenzo Lotto.
L'uomo è ritratto con notevole penetrazione fisiognomica, vicino a una finestra in cui si vede un cristallino paesaggio lombardo con la diruta Torre del Comune, che pare uscito dal pennello di Bramantino per la semplificazione geometrica e il controllo luministico.
L'ombra del cavaliere si deforma sul pavimento a quadri, denunciando un certo sperimentalismo portato avanti in quegli anni dal pittore.
Bibliografia
- Gloria Fossi, Uffizi, Giunti, Firenze 2004. ISBN 88-09-03675-1
Collegamenti esterni
- La scheda ufficiale di catalogo, su polomuseale.firenze.it.