Reichsmünzordnung

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La Reichsmünzordnung (ordinanza monetaria imperiale) è stata un tentativo di unificare le numerose diverse monete in uso in vari Stati del Sacro Romano Impero nel XVI secolo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'ordinanza fu emessa in diversi passaggi alla Dieta di Augusta negli anni 1530 - 1560, ma non fu mai adottata completamente da tutti i principi entro l'impero.

Una prima Reichsmünzordnung fu emessa da Carlo V nel 1524 a Esslingen, scegliendo il marco di Colonia come standard generale per il peso delle monete. Ma a causa delle proteste dei principati più grandi dell'impero, l'ordinanza non fu mai applicata[1].

Nel 1551 come standard per le piccole monete d'argento fu introdotto il Kreuzer. 72 Kreuzer erano equivalenti a un Gulden (fiorino), o a un Guldengroschen d'argento. Il tallero d'argento era fissato a 68 Kreuzer. Fu introdotto un Reichsgoldgulden ufficiale[2] ma fu coniato solo per poche anni. Il rapporto tra monete d'oro e d'argento di pari valore (Gulden vs. Guldengroschen) era problematico, dato che il valore delle monete d'oro tendeva ad aumentare rispetto a quelle d'argento, e presto il Gulden fu de facto commerciato a un valore maggiore di quello ufficiale di 72 Kreuzer. Ciò portò all'abolizione dello rapporto standard ufficiale tra monete d'oro e d'argento nel 1559 sotto Ferdinando I. Il Gulden fu rivalutato a Kreuzer, fu introdotto il Ducat come moneta aurea addizionale, e il Guldengroschen, ora valutato Kreuzer, gradualmente cadde fuori uso a favore del Taler.

Nel 1566, la dieta fu spinta a riconoscere il nuovo status quo e introdusse il Reichstaler (a 29.23 grammi con il 88.9% di argento) come moneta ufficiale dell'impero. Il tallero rimase in uso per tutto il Sacro romano impero fino agli inizi del XVIII secolo[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ August Flor: Münz-Zustände, p. 3 segg. Altona 1838, visitato l'11 maggio 2010
  2. ^ o Goldgulden. "Goldgulden" è essenzialmente una tautologia, dato che "Gulden" in sé già significa moneta d'oro, ma poiché esisteva un Guldengroschen d'argento, fu usato il termine "Goldgulden" per eliminare ambiguità.
  3. ^ Eduard Döring: Handbuch der Münz-, Wechsel-, Mass- und Gewichtskunde, p. 20, Koblenz 1854, visitato l'11 maggio 2010

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Eduard Döring: Handbuch der Münz-, Wechsel-, Mass- und Gewichtskunde, Koblenz 1854, p. 20
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