Progetto:Soroptimist/voci/appunti/Vittoria Kienerk

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Vittoria Kienerk (Firenze, 11 gennaio 1920 - Pisa, 4 marzo 2013) è stata una storica dell’arte italiana, scrittrice, docente, fondatrice del Museo Giorgio Kienerk di Fauglia (Pisa).

Indice

nasce da, studia, laurea 1946 , prime attività, dove vive

atletica, conosce Margherita De Robertis

morte del padre - inizia a insegnare

insegna a napoli e poi a Pisa Muove a 93 anni dopo una breve malattia.

figlia, scuola, università attività sportiva inizio docenza Muore

scrittrice

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narrativa per ragazzi, manuali scolastici

Museo Giorgio Kinerk

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sue attività di valorizzazione del padre e apertura del Museo [1]

Nel Soroptimist

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Attività politica

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Assessora alla cultura dal 19XX al 199X

Onorificenze

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  • Cittadina pisana

Bibliografia

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i più recenti prima


Figlia unica dell’artista Giorgio Kienerk (1869-1948) (LINK WIKIPEDIA) e di Margherita Marcacci (1884-1989), due toscani che si conobbero a Pavia, Vittoria trascorse l’infanzia e la prima giovinezza nella città lombarda, dove il padre, pittore, scultore e illustratore, dal 1905 ricopriva l’incarico di direttore della Civica Scuola di Pittura. Pavia rimase sempre nel cuore di Vittoria che, durante la sua lunga esistenza, mantenne vivi i contatti con la città in cui aveva vissuto da bambina, protagonista di quell’età favolosa, che da ottuagenaria rievocò in Spazi d’inverno (2000).

Sin dalla nascita, Vittoria trascorse i mesi estivi e il primo autunno nell’amata casa di Poggio alla Farnia a Fauglia, sulle colline pisano-livornesi, che il nonno Arturo Marcacci (LINK CON WIKIMONDE), illustre professore di fisiologia all’Università di Pavia e grande amico di Giorgio Kienerk, aveva acquistato nel 1912 dall’amica Albertina Palau, scrittrice e traduttrice (https://it.wikipedia.org/wiki/Albertina_Palau)

Dal 1919, anno del matrimonio di Giorgio e Margherita, Fauglia rappresentò per la famiglia Kienerk il miraggio dell’estate, la distensione e il riposo nella prediletta campagna toscana, e per l’artista anche il piacere di riprendere i pennelli, dopo i mesi invernali trascorsi nel freddo delle nebbie pavesi senza dipingere, dato che la gestione della Scuola di Pittura richiedeva tutto il suo tempo. Dal 1936, anno del pensionamento di Giorgio Kienerk, la famiglia si stabilì in Toscana, a Firenze, in via Giuseppe La Farina 36.

Vittoria frequentò il Liceo classico Michelangelo e nel 1939, all’esame di maturità, risultò fra i primi della classe, preceduta solo dall’amica Margherita Guidacci (LINK WIKIPEDIA) e da Domenico De Robertis (LINK WIKIPEDIA). L’interesse per l’arte che caratterizzava casa Kienerk si tradusse nella scelta universitaria di Vittoria che ventitreenne, durante la guerra, il 16 novembre 1943 si laureò a Firenze in Storia dell’arte medievale (110/110), sotto la guida di Mario Salmi (1889-1980) (LINK WIKIPEDIA) con una tesi molto specifica, concernente l’archivolto della porta della Pescheria del Duomo di Modena. Durante gli anni della guerra i Kienerk vissero dapprima a Firenze, poi nella casa di Poggio alla Farnia, il cui giardino e soffitta fornirono alloggio alle truppe tedesche e successivamente a quelle americane. La casa di via La Farina a Firenze fu bombardata nel 1944 dagli alleati, con l’irreparabile perdita di un gran numero di dipinti, pastelli, disegni eseguiti da Giorgio Kienerk fin dalla lontana giovinezza, quando era allievo dei macchiaioli Adriano Cecioni (LINK WIKIPEDIA) e Telemaco Signorini (LINK WIKIPEDIA). Da allora i coniugi Kienerk risiedettero nella casa di Poggio alla Farnia, mentre Vittoria abitò ancora per alcuni anni a Firenze prima per studiare e poi per lavorare.

Vivace e fantasiosa, autonoma, energica e attiva, visse gli anni fiorentini della giovinezza con grande entusiasmo e positività. Nei primi anni Quaranta praticò anche attività sportiva partecipando ai littoriali di atletica, gareggiando nel salto in alto con la coetanea fiorentina Margherita Hack, celebre astrofisica (LINK WIKIPEDIA).

Alla fine della guerra, insieme all’insegnamento che esercitava per mantenersi accettando supplenze provvisorie e recandosi a Certaldo come docente alle scuole medie (1946-1947), Vittoria fece il suo ingresso nel mondo della scrittura e dell’editoria, specializzandosi in novelle e racconti brevi sui grandi temi dell’arte, destinati ai ragazzi: un genere letterario nuovo e inesplorato, propedeutico ad avvicinare le giovani generazioni all’arte italiana.

Dal giugno del 1946 le sue garbate e spigliate “novelline sull’arte”, come le definiva l’autrice, furono pubblicate su “La Settimana dei Ragazzi”, periodico fondato da Laura Orvieto (LINK WIKIPEDIA), moglie del noto poeta Angiolo (LINK WIKIPEDIA), e illustrato da artisti come Piero Bernardini (WIKI?), Giancarlo Bartolini Salimbeni (LINK WIKIPEDIA), Vinicio Berti (LINK WIKIPEDIA), Gastone Rossini (LINK WIKIPEDIA), Fiorenzo Faorzi (NON LO VEDO IN WIKIPEDIA!).

Vittoria aveva avuto l’opportunità di conoscere Laura Orvieto per il tramite della vecchia amica di famiglia (sia del nonno Arturo Marcacci, sia del padre Giorgio) Albertina Palau (1873-1960) (LINK WIKIPEDIA già inserito prima), che in Vittoria, oltre alla conoscenza approfondita dell’arte, ravvisava l’attitudine alla narrativa e una briosa dimensione inventiva e affabulatoria. Fino al 1949 Vittoria pubblicò i suoi racconti sull’arte ne “La Settimana dei Ragazzi”, ne “Il Corriere dei Ragazzi” diretto da Giuseppe Fanciulli (LINK WIKIPEDIA) e poi nel giornalino NOME??? nato dalla fusione dei due settimanali.

Albertina Palau, che fin dal 1901 collaborava fattivamente con la famiglia Salani – prima con Ettore (NON LO VEDO SU WIKIPEDIA), poi con suo figlio Mario (NON LO VEDO SU WIKIPEDIA) – nella conduzione della Casa Editrice Adriano Salani (LINK WIKIPEDIA), fondata a Firenze nel 1862 dal nonno di Mario, suggerì alla giovane scrittrice di sperimentare anche il romanzo.

Sul finire degli anni Quaranta, Vittoria si dedicò alla stesura de I figli del “San Giorgio”, il suo primo romanzo pubblicato nel 1951 dalla Casa Editrice Salani, nella collana di letteratura per giovani intitolata Biblioteca dei Miei Ragazzi (numero 83), nata nel 1931 come frutto della collaborazione di Mario Salani con gli editori francesi Gautier-Languereau (LINK WIKIPEDIA), ideatori della Bibliothèque de Suzette. Sempre per Salani, negli anni Cinquanta, Vittoria tradusse dal francese Les Robinson de la montagne (romanzo per ragazzi di André Bruyère, uscito a puntate nella celebre rivista per giovanette La Semaine de Suzette) dal titolo italiano La squadra dei sei (numero 97 della Biblioteca dei Miei Ragazzi, 1954) e curò un’edizione ridotta del best-seller internazionale Il giardino di Allah di Robert Hichens (1904). E’ LA DATA DELL’ORIGINALE; MA LA DATA EDIZ. ITALIANA? Intanto l’editore fiorentino Vallecchi (LINK WIKIPEDIA), per Fontelucente, collana per ragazzi diretta da Piero Bargellini (LINK WIKIPEDIA), pubblicava altri tre romanzi di Vittoria: nel 1951 Il maestro dei pittori (Giotto), due anni dopo Il grande picchiapietre (Donatello), infine Il gigante dell’arte (Michelangelo) nel 1958.

Nel febbraio del 1948 morì Giorgio Kienerk, un duro colpo nella vita affettiva di Vittoria, che verosimilmente si ripercosse anche sulla sua attività lavorativa. La sua vocazione era la scrittura, che le aveva già recato soddisfazioni e plausi, mentre la carriera letteraria si delineava promettente ma dal destino economico incerto. Pertanto, senza abbandonare la penna, Vittoria si dedicò all’insegnamento, che garantiva maggiore stabilità. Superando brillantemente il concorso per esami e titoli per l’insegnamento della Storia dell’Arte nei licei classici, dall’ottobre del 1953 e nel 1954 fu docente di Storia dell’Arte nel liceo Gian Battista Vico di Napoli, città dove si trasferì con la madre. Nel 1955 si stabilì a Pisa (in Lungarno Gambacorti n. 77, a ridosso della chiesa di Santa Maria della Spina) e insegnò ininterrottamente nel Liceo Classico Galileo Galilei fino al 1985, quando raggiunse l’età della pensione.

In questi decenni si dedicò con appassionato impegno e capacità didattica a trasmettere metodi di studio, competenze ed entusiasmo per la storia dell’arte a generazioni di allievi che ne conservano, tutti, un ricordo indelebile. I suoi numerosissimi studenti la ricordano colta, vivace, arguta, creativa, elegante, innovativa…(Caro Liceo. Storia, immagini …., 1996). Come lo citiamo? In parentesi? In bibliografia oppure: come risulta dal recente volume …. Con rimando alle pagine?

L’insegnamento a tempo pieno non impedì a Vittoria di dedicarsi alla scrittura e di valersi della sua fluida e briosa vena narrativa per avvicinare ed educare i giovani lettori al patrimonio artistico europeo, facendoli viaggiare attraverso il tempo e lo spazio, raccontando aneddoti e facendo loro vivere la giornata quotidiana dell’epoca. Nel 1962 la casa editrice La Scuola di Brescia (LINK CON WIKIPEDIA) ripubblicò in Un bambino e un artista alcuni suoi racconti sull’arte apparsi nei periodici per ragazzi negli anni Quaranta e in seguito altri due scritti riccamente illustrati: Un ragazzo nel mondo dell’arte (1966) e Viaggio in Europa. I segreti dell’arte (1977).

Negli stessi anni, Vittoria e l’amica e collega Pina Ciotti Marzi misero a frutto le loro competenze sull’arte occidentale, elaborando ottimi testi di storia dell’arte per i licei per le Edizioni Sandron di Firenze (LINK CON WIKIPEDIA). Nel 1967 uscirono Introduzione didattica allo studio dell’arte, e nel 1973 Storia dell’arte in prospettiva europea, con riferimenti interdisciplinari, volume ristampato più volte. MEGLIO PRECISARE ???

Dinamica e fattiva, Vittoria dedicava parte del suo tempo a sostenere iniziative associative: socia attiva dell’ANISMA (Associazione degli Insegnanti di Storia dell’Arte), segretaria della sezione pisana di Italia Nostra e nel 1967 socia fondatrice, prima Presidente e colonna portante del Soroptimist International (LINK CON WIKIPEDIA), club di Pisa (LINK CON SITO WEB????), associazione internazionale di donne impegnate in attività professionali e manageriali finalizzata a realizzare progetti, promuovere azioni, e creare opportunità attraverso la rete globale delle socie e la cooperazione internazionale, affinché tutte le donne possano attuare il loro potenziale individuale e collettivo, realizzare le loro aspirazioni e creare nel mondo forti comunità pacifiche.

Nel frattempo, notando che le opere del padre Giorgio non erano incluse nella grande mostra curata da Carlo Ludovico Ragghianti (LINK CON WIKIPEDIA) Arte moderna in Italia. 1915 – 1935, allestita a Palazzo Strozzi nel 1967, si attivò con slancio e determinazione per valorizzare l’artista e per dargli un’adeguata collocazione nel contesto artistico italiano a cavallo tra Otto e Novecento. Profuse grande impegno per favorire la prima mostra monografica di Giorgio Kienerk curata da Dario Durbé (NON LO VEDO IN WIKIPEDIA) e Franco Russoli (LINK CON WIKIPEDIA), allestita all’Accademia Fiorentina delle Arti del Disegno nel 1970, e per promuovere quella organizzata nelle sale del Castello Visconteo di Pavia (1997), che conserva diverse opere dell’artista, tra cui il ragguardevole trittico simbolista L’enigma umano (1900). Fu lei inoltre a suggerire la mostra bolognese dedicata a Giorgio Kienerk scultore, curata da Carla Bernardini (NON LA VEDO IN WIKIPEDIA) nel 2004.

Qualche anno dopo il suo pensionamento, Vittoria si trasferì definitivamente nel comune di Fauglia, dove dal 1967 al 1973 era stata Assessore alla Cultura (SECONDO ME E’ MEGLIO ANTICIPARE QUESTO DATO IN ORDINE CRONOLOGICO AL PERIODO DELL’INSEGNAMENTO). Negli anni Novanta, nella casa di Poggio alla Farnia - dove sovente riceveva storici dell’arte, ospitando una sorta di genuino salotto letterario composto da cari amici e da alcuni esponenti della cultura e della teosofia - maturò la decisione di donare l’intera collezione delle opere paterne, i documenti e gli strumenti dell’artista alla comunità faugliese. Realizzato interamente con contributi pubblici, statali e privati, senza pesare sulle casse dell’Amministrazione Comunale, il prezioso ed elegante Museo Comunale Giorgio Kienerk allestito nelle vecchie prigioni cittadine (https://www.comune.fauglia.pi.it/vivere-fauglia/museo-comunale-giorgio-kienerk/4239) venne inaugurato nel settembre del 2008. Per l’apertura del Museo, partecipò con uno scritto (Il babbo e la bambina) alla stesura del catalogo (ed. Pacini, 2008) e pubblicò il libro illustrato per l’infanzia Cinque bambine, raccontando il museo e, prendendo spunto da alcuni dipinti lì esposti che la ritraggono bambina, evocando la sua infanzia accanto al pittore nella campagna faugliese (ed. Campanila, 2008). Negli anni a seguire s’impegnò per promuovere il Museo e per gestire iniziative culturali a latere dell’attività museale, come la significativa giornata di studio sul Simbolismo in Toscana (Fauglia, 4 dicembre 2008) coordinata da Carlo Sisi (NON LO VEDO SU WIKIPEDIA), con la partecipazione di Anna Mazzanti, Eugenia Querci, Piero Pacini, Alberto Olivetti, Silvio Balloni, Alberto Batisti e Francesco Galluzzi andrebbero qualificati: e poi tutti tutti ??

Negli ultimi anni di vita, recandosi a Pavia e accordandosi con l’amica soroptimista pavese Luisa Erba, perfezionò la donazione delle numerose carte, diari, appunti e libri di medicina del nonno Arturo Marcacci al Museo per la Storia dell’Università di Pavia, donazione che si è realizzata post mortem, il 23 novembre 2016. Insignita nel 2010 dal Comune di Pisa del titolo di “Pisana di adozione”, è stata ispettore onorario della Soprintendenza ai Monumenti di Pisa quando?, e membro di numerosi comitati scientifici di mostre ed esposizioni.

Vittoria morì a Pisa il 4 marzo 2013, a 93 anni dopo una breve malattia.

Due anni dopo, l’11 gennaio – giorno della sua nascita nel 1920 – nel Teatro Comunale di Fauglia ha avuto luogo l’incontro “Omaggio a Vittoria Kienerk”, coordinato dalla conservatrice del Museo Giorgio Kienerk (LINK CON SITO), Giovanna Bacci di Capaci, e partecipato da larghissimo pubblico. Sono intervenuti gli storici dell’arte Vincenzo Farinella, Piero Pacini, Silvia Panichi, Eugenia Querci e Carlo Sisi, che hanno conosciuto personalmente la straordinaria faugliese di adozione, ricordata per la generosa donazione ma anche come donna di profonda cultura, comunicativa e non convenzionale docente di Storia dell’arte, instancabile promotrice del talento del padre Giorgio, autrice di libri per ragazzi e di manuali di storia dell’arte.

  1. ^ Museo comunale Giorgio Kienerk, su comune.fauglia.pi.it. URL consultato il 4 febbraio 2023.