Progetto:Cattolicesimo/vivaio/7

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Controriforma[modifica wikitesto]

La Controriforma o Riforma Cattolica fu un movimento all’interno della Chiesa Cattolica col fine di riformare se stessa in seguito alla Riforma Protestante. La Riforma Cattolica fu ampia e comprese cinque grandi elementi:

  1. Dottrina
  2. Riconfigurazione Ecclesiastica o Strutturale
  3. Ordini religiosi
  4. Movimenti spirituali
  5. Dimensioni politiche

Tali riforme comprendevano la fondazione di seminari per la corretta istruzione dei sacerdoti nella vita spirituale e nelle tradizioni teologiche della Chiesa, la riforma della vita religiosa per ricondurre gli ordini alle loro fondamenta spirituali e nuovi movimenti spirituali che si focalizzano sulla vita devozionale e su un personale rapporto con Cristo, inclusi i mistici spagnoli e la scuola francese di spiritualità.

Sfondo storico: La Chiesa Medioevale[modifica wikitesto]

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Il Concilio di Trento[modifica wikitesto]

Articolo principale: Concilio di Trento

Papa Paolo III (1534-1549) dette inizio al Concilio di Trento (1545–1563), una commissione di cardinali con il compito di riforme istituzionali, per risolvere vari contenziosi come la questione della corruzione di vescovi e sacerdoti, le indulgenze ed altri abusi finanziari. Il Concilio ripudiò chiaramente le specifiche posizioni protestanti e sostenne la struttura di base della Chiesa Medioevale, il suo sistema sacramentale, gli ordini religiosi e la dottrina. Respinse tutti i compromessi con i Protestanti, riaffermando i dogmi basilari del Cattolicesimo Medioevale. Il Concilio sostenne con chiarezza il dogma della salvezza meritata per fede e per le opere. La Transustanziazione, durante la quale il pane e il vino consacrati diventano (in sostanza) il sangue di Cristo, fu sostenuta insieme ai Sette Sacramenti. Altre pratiche cattoliche che attirarono le ire dei riformatori liberali all’interno della Chiesa, come le indulgenze, i pellegrinaggi, la venerazione dei santi e delle reliquie e la venerazione della Vergine Maria furono fortemente riaffermate come spiritualemente vitali.

Ma mentre fu riaffermata la struttura base della Chiesa ci furono evidenti cambiamenti per rispondere alle lamentele di cui i Controriformisti tacitamente ammettevano la legittimità. Tra le situazione da correggere da parte dei Riformatori Cattolici c’era la crescente separazione tra i sacerdoti e il gregge; molti membri del clero soprattutto nelle parrocchie di campagna erano stati istruiti male. Spesso, questi preti di campagna non conoscevano il latino e mancavano di opportunità per un’appropriata istruzione teologica. (L’importanza dell’istruzione dei sacerdoti era stato un punto fondamentale dei riformatori umanisti nel passato.) I parroci ora furono meglio istruiti, mentre le autorità papali cercarono di eliminare le distrazioni delle chiese monastiche. Taccuini e manuali divennero così di uso comune; essi descrivevano come essere buoni sacerdoti e confessori.

In generale, il Concilio di Trento fu indirizzato a migliorare la disciplina e l’amministrzione della Chiesa. Gli eccessi mondani della chiesa secolare rinascimentale, rappresentata dall’era di Alessandro VI (1492–1503), esplosero nella Riforma sotto Papa Leo X (1513–1522), la cui campagna per raccogliere fondi negli stati tedeschi per ricostruire la Basilica di San Pietro con la vendita delle indulgenze fu la chiave che sollecitò l’impeto delle 95 tesi di Martin Lutero. Ma la Chiesa Cattolica rispose a questi problemi con una vigorosa campagna di riforma, ispirata ai primi movimenti di riforma cattolici che avevano preceduto il Concilio di Costanza (1414–1417): umanesimo, pratica devozionale, tradizione legalista e di osservanza.

Il Concilio, in virtù delle sue azioni, ripudiò il pluralismo della Chiesa Secolare Rinascimentale: l’organizzazione delle istituzione religiose fu serrata, la disciplina fu migliorata e il ruolo della parrocchia accentuato. La nomina dei Vescovi per ragioni politiche non fu più tollerata. Nel passato le vaste tenute terriere e la rigidità istituzionale della Chiesa–una rigidità a cui i ranghi eccessivamente ampi del clero contribuirono–costrinsero molti vescovi a studiare giurisprudenza e non teologia, relegando molti “vescovi assenti” al ruolo di dirigenti di proprietà istruiti all’amministrazione. Così, il Concilio di Trento combatté l’“assenteismo” che era la pratica dei vescovi che vivevano a Roma o sui propri appezzamenti di terra piuttosto che nelle loro diocesi. Le pratiche secolari furono contrastate mentre il Papato chiaramente lasciava la sua posa rinascimentale come chiesa politica per essere una delle città-stato italiane. Il Concilio di Trento concesse anche ai vescovi maggiore potere di supervisionare tutti gli aspetti della vita religiosa. I prelati zelanti come l’Arcivescovo di Milano Carlo Borromeo (1538–1584), più tardi canonizzato come Santo, fu un esempio nel visitare le parrocchie remote e nell’inculcare alti valori morali. A livello parrocchiale, il clero istruito in seminario, che subentrò nella maggior parte dei luoghi durante il corso del diciassettesimo secolo, fu in generale fedele alla regola eccelsiastica del celibato.

Il regno di Papa Paolo IV (1555–1559), che si ritiene sia il primo dei papi della Controriforma per la sua risoluta determinazione a eliminare il Protestantesimo–e le inutili pratiche istituzionali della Chiesa che avevano contribuito alla sua attrattiva – segna questi sforzi verso un rinnovamento cattolico. Due delle sue strategie-chiave furono l’Inquisizione e la censura dei libri proibiti. In questo senso, i suoi sforzi aggressivi e autocratici di rinnovamento rispecchiarono molto le strategie dei primi movimenti di riforma, specialmente da un punto di vista legalista e di osservanza: roghi degli eretici ed severo rilievo dato alla legge canonica. Tutto ciò rispecchiò anche il rapido passo verso l’assolutismo che caratterizzò il sedicesimo secolo.

Mentre si può sostenre che l’approccio aggressivo e autoritario fu dannoso per l’esperienza religiosa personale, una nuova onda di riforme e ordini trasmisero un aspetto fortemente devozionale. La pratica devozionale, non il misticismo sovversivo, avrebbe portato ad una forte apertura individuale dell’esperienza religiosa, specialmente attraverso la meditazione come la recita del Rosario. L’aspetto devozionale della Controriforma combinò due strategie del rinnovamento cattolico. Prima di tutto l’importanza di Dio come inconoscibile sovrano assoluto–un Dio da temere–coincideva bene con l’assolutismo aggressivo della Chiesa di Paolo IV. Ma aprì anche nuove strade, da un punto di vista fortemente emozionale e psicologico, verso la pietà popolare e l’esperienza religiosa individuale.

Il Papato di San Pio V (1566-1572), in questo senso, rappresentò un deciso tentativo non solo a prendere serie misure contro gli eretici e gli abusi mondani all’interno della Chiesa, ma anche a valorizzare la pietà popolare nel tentativo di arrestare con fermezza il fascino del Protestantesimo. Uomo dalla povera educazione ospitato dai Domenicani, fu istruito nella solida e austera pietà. Non sorprende perciò che egli cominciasse il suo pontificato all’insegna di una generosa elemosina ai poveri, di carità e della costruzione di ospedali piuttosto che focalizzandosi sul suo dominio. Come pontefice mise in pratica le virtù del monaco noto per le meditazioni quotidiane sulle ginocchia curve in presenza del Santissimo Sacramento. Conosciuto per il suo modo di consolare poveri e ammalati, San Pio V cercò di migliorare la moralità pubblica della Chiesa, promuovere i Gesuiti e sostenere l’Inquisizione. Rinforzò l’osservanza della disciplina del Concilio di Trento e sostenne le missioni nel Nuovo Mondo. L’Inquisizione spagnola, condotta sotto la direzione dello stato assolutista spagnolo dai tempi di Ferdinando e Isabella, arginò la diffusione dell’eresia prima che essa si diffondesse.

Il pontificato di Papa Sisto V (1585–1590) aprì lo stadio finale della Riforma Cattolica caratteristica dell’Età Barocca dei primi del diciassettesimo secolo, che spostava la sua visione dall’obbligo all’attrattiva. Il suo regno si focalizzò sulla ricostruzione di Roma come grande capitale europea e città barocca, simbolo visibile per la Chiesa Cattolica.

Gli ordini[modifica wikitesto]

I nuovi ordini religiosi erano parte fondamentale di questa tendenza. Ordini come i Cappuccini, le Orsoline, i Teatini, i Barnabiti e specialmente i Gesuiti rafforzarono le parrocchie di campagna, valorizzarono la pietà popolare, aiutarono a frenare la corruzione all’interno della Chiesa e dettero degli esempi che furono un forte stimolo per il rinnovamento cattolico. I Teatini erano un ordine di sacerdoti devoti che si impegnarono a controllare la diffusione dell’eresia e contribuirono alla rigenerazione del clero. I Cappuccini, un ramo dell’ordine francescano noto per la preghiera e per la cura dei poveri e degli ammalati, crebbe rapidamente sia in dimensioni che in popolarità. I padri Cappuccini erano un ordine basato sull’imitazione della vita di Gesù così come descritta dai Vangeli. Le confraternite fondate dai Cappuccini si interessarono così specialmente ai poveri e vivevano in maniera austera. Queste differenti approcci erano spesso complementari con le missioni nelle zone di campagna servite poveramente dalle esistenti strutture parrocchiali. I membri degli ordini attivi nell’espansionismo delle missioni oltremare osservavano come le parrocchie di campagna, la cui povera situazione contribuiva alla crescita del Protestantesimo, spesso avessero bisogno di Cristianizzazione alla stessa maniera dei barbari dell’Asia e delle Americhe. Le Orsoline si impegnarono nel compito particolare di istruire le ragazze. La loro devozione alle opere di carità tradizionali è un esempio di riaffermazione della salvezza delle Riforme Cattoliche attraverso la fede e le opere, e decisamente ripudiava la sola scriptura dei Protestanti messa in evidenza dai Luterani e dalle altre sette protestanti. Non solo resero la Chiesa più efficace, ma riaffermarono le premesse fondamentali della Chiesa Medioevale.

Comunque, i Gesuiti, fondati dal nobile spagnolo ed ex-soldato Ignazio di Loyola (1491-1556), furono il pù efficace degli ordini cattolici. La sua Società di Gesù fu fondata nel 1534 e ricevette l’autorizzazione papale nel 1534 sotto Paolo III. Eredi delle tradizione devozionali, di osservanza e legaliste, i Gesuiti organizzarono i loro ordini secondo linee militari, rispecchiando fortemente lo zelo auocratico di quel periodo. Essendo caratterizzato da un’attenta selezione, da un’istruzione rigorosa e da una disciplina ferrea, la mondanità della Chiesa Rinascimentale non ebbe parte nel nuovo ordine. Il capolavoro di Loyola (gli Esercizi spirituali) metteva in evidenza l’importanza data ai manuali tipici della prima generazione dei riformatori cattolici prima della Riforma. Il grande acume psicologico che esso esprimeva aveva forti reminiscenze della pratica devozionale. Tuttavia, erano davvero gli eredi della tradizione di riforma dell’osservanza, nella pronuncia di decisi voti monastici di castità, obbedienza e povertà e fornendo un esempio che potesse migliorare l’efficacia dell’intera Chiesa. Essi divennero predicatori, confessori di monarchi e principi ed educatori che ricordavano i riformator umanisti, e ai loro sforzi si attribuisce largamente l’arresto del Protestantesimo in Polonia, Boemia, Ungheria, sud della Germania, Francia e Olanda spagnola. Essi parteciparono anche energicamente all’espansione della Chiesa nelle Americhe e in Asia, sforzandosi nell’attività missionaria che sopravanzò molto l’aggressivo Protestantesimo dei Calvinisti. Persino la biografia di Loyola contribuì alla nuova importanza assunta dalla pietà popolare che stava calando durante le età di papi polticamente orientati come Alessandro VI e Leone X. Dopo essersi ripresi dalle ferite di una dura battaglia, egli prese i voti per “servire solo Dio e il pontefice romano, il Suo vicario sulla terra”. Ancora una volta, il rilievo dato al papa è una riaffermazione-chiave della Chiesa Medioevale mentre il Concilio di Trento fermamente difendeva tutti i tentativi di Conciliarismo, la credenza che i concili generali della Chiesa insieme rappresentassero Dio sulla terra piuttosto che il Papa. Legittimando decisamente il nuovo ruolo del papa come sovrano assoluto, fortemente caratteristico della nuova era dell’assolutismo inaugurata dal sedicesimo secolo, i Gesuiti contribuirono molto al reinvigorimento della Chiesa della Controriforma.

Movimenti spirituali[modifica wikitesto]

Inoltre, tra il 1512 e il 1560 un movimento di membri di alto rango della curia che erano cattolici evangelici, chiamati Spirituali, provarono attivamente a riformare la chiesa attraverso la riforma dell’individuo. Questo movimento determinò una forte e significativa era all’interno della Chiesa.

Musica ecclesiastica[modifica wikitesto]

La richiesta da parte del Concilio di Trento di semplicità nella musica affinché le parole potessero essere udite chiaramente, pose un serio ostacolo nel cammino di sviluppo della polifonia alla meta del 16th secolo.

Il Concilio, nel Canone sulla Musica da usarsi per la Messa, affermò: Tutto dovrebbe essere così ordinato che le messe, se sono celebrate con o senza canto, possano raggiungere tranquillamente le orecchie ed i cuori di quelli che ascoltano, nel momento in cui ogni cosa viene eseguita chiaramente e alla giusta velocità. Nel caso di quelle messe che sono celebrate con canti e organo, lasciate che niente di profano si mescoli, ma solo inni e preghiere divine. L’intero progetto del canto dovrebbe essere costituito non per dare vacuo piacere alle orecchie, ma in modo tale che le parole siano chiaramente comprese da tutti. E così i cuori degli ascoltatori saranno attratti a desiderare armonie celesti nella contemplazione delle gioie del Santissimo. Si dovrebbe bandire dalla Chiesa tutta la musica che contiene sia nel canto che nell’organo cose che sono lascive o impure.

Mentre ciò era espresso in maniera abbastanza vaga, l’intento era però chiaro. La polifonia complessa non era più giudicata accettabile dal Concilio.

La maestria musicale di Palestrina e la sua abilità nella scelta delle parole influì sul risultato di questa difficile situazione, nel comporre una messa polifonica in sei parti, chiamata Messa del Papa Marcello, del 1555, per dimostrare che il Contrappunto ovvero la polifonia è davvero compatibile con le dottrine della Controriforma. La Controriforma, nel considerare la messa di Palestrina, dice: “Sì, tutte le parole sono chiare, dopotutto la Polifonia è okay” e Palestrina è acclamato come salvatore della Musica Ecclesiastica. Anche se questo potrebbe essere o non essere interamente esatto, comunque sia la musica di Palestrina diventarà il modello per le successive generazioni di compositori cattolici, ed è ancora considerata come un ideale di chiarezza polifonica.

Archeologia e storia[modifica wikitesto]

Main article: Antonio Bosio Main article: Borromeo

L’involontario inizio della rivoluzione scientifica[modifica wikitesto]

Alcuni storici come James Burke hanno notato che alcune delle direttive date durante la Controriforma ebbero conseguenze che ironicamente crearono sfide ancora più ardue all’autorità della Chiesa Cattolica e all’intera visione del mondo.

Ciò accadde con l’iniziativa di rendere la Chiesa Cattolica più attraente alla gente comune. Oltre a migliorare l’istruzione del clero, ci fu anche l’idea di rendere le attitudini e le attività della chiesa più affascinanti ai laici. Parte di queste ampie decorazioni che vi erano incluse avrebbero eventualmente incoraggiato lo stile artistico del barocco e varie feste ed eventi simili. Il bisogno di far sì che questi eventi fossero seguiti da vicino attraverso le diocesi sollevò il problema dell’accuratezza di un calendario. Dal sedicesimo secolo il calendario giuliano aveva perso il passo quasi di dieci giorni con le stagioni e i corpi celesti. Tra gli astronomi a cui fu chiesto di lavorare al problema di come il calendario potesse essere riformato c’era Niccolò Copernico, un canonico presso Fromborg (Frauenburg). Nella dedica al De revolutionibus orbium coelestium (1543), Copernicò menzionò la riforma del calendaro proposta dal Quinto Concilio del Laterano (1512-1517). Come egli spiega, una giusta misurazione della lunghezza dell’anno era un necessario fondamento per la riforma del calendario. Implicitamente, la sua opera che sostituiva il sistema tolemaico con il modello eliocentrico fu stimolata in parte dal bisogno di una riforma del calendario. Un reale calendario nuovo doveva attendere però sino al calendario gregoriano del 1582.

Al tempo della sua pubblicazione, De revolutionibus passò con commenti relativamente esigui nella Chiesa Cattolica stessa che considerò la concezione poco più di un interesse scientifico. Tuttavia, il fatto che il movimento della terra contraddicesse direttamente i passi letterali della Bibbia e la filosofia di Aristotele divenne alla fine un inevitabile problema. Questo avvenne quando studiosi come Galileo Galilei cominciarono ad accumulare prove fisiche che sostenevano l’eliocentrismo o almeno minavano Tolomeo. Questo esame della teoria copernicana fu un fattore che diede inizio alla rivoluzione scientifica che avrebbe alla fine sfidato la Chiesa in maniera più profonda rispetto a quanto gli oppositori protestanti avessero fatto sino ad allora.

Maggiori figure[modifica wikitesto]

  • Pio III (1503)
  • Paolo III (1534-1549)
  • Giulio III (1550-55)
  • Paolo IV (1555-59)
  • Pio IV (1559-65)
  • San Pio V (1566-72)
  • Gregorio XIII (1572-85)
  • Sisto V (1585-90)
  • Sant’Ignazio di Loyola
  • Santa Teresa d’Avila
  • San Giovanni della Croce
  • San Francesco di Sales

Voci correlate[modifica wikitesto]

  • Riforma Protestante
  • Concilio di Trento
  • Filippo II di Spagna (per maggiori informazioni da un punto di vista politico della Controriforma)
  • Papa Paolo IV
  • Papa Pio V
  • Papa Sisto V
  • Papa Paolo III
  • Società di Gesù