Profilo dinamico funzionale

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Il profilo dinamico funzionale (indicato anche con l'acronimo PDF) è un documento previsto dalla legge della Repubblica Italiana, che indica i prevedibili livelli di sviluppo e di risposta di un alunno disabile in relazione alle strategie messe in campo e a quelle programmabili.[1] Esso rappresenta un atto successivo alla cosiddetta diagnosi funzionale, e usa quest'ultimo documento come base conoscitiva.[2]

Definizione[modifica | modifica wikitesto]

La definizione principale è fornita dal DPR 24 febbraio 1994, nel quale si afferma:

«Il profilo dinamico funzionale è atto successivo alla diagnosi funzionale e indica in via prioritaria, dopo un primo periodo di inserimento scolastico, il prevedibile livello di sviluppo che l'alunno in situazione di handicap dimostra di possedere nei tempi brevi (sei mesi) e nei tempi medi (due anni)»

«Il profilo dinamico funzionale, sulla base dei dati riportati nella diagnosi funzionale, descrive in modo analitico i possibili livelli di risposta dell'alunno in situazione di handicap riferiti alle relazioni in atto e a quelle programmabili.»

Secondo quanto previsto dell'art. 314 comma 4 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297:

«Il profilo indica le caratteristiche fisiche, psichiche, sociali ed affettive dell'alunno e pone in rilievo sia le difficoltà di apprendimento conseguenti alla situazione di handicap e le possibilità di recupero, sia le capacità possedute che devono essere sostenute, sollecitate e progressivamente rafforzate e sviluppate nel rispetto delle scelte culturali della persona handicappata.»

In seguito alle modifiche apportate dall'art. 5 comma 3 del Decreto legislativo 66/2017, la diagnosi funzionale e il profilo dinamico funzionale sono stati ricompresi in un unico documento chiamato "Profilo di funzionamento".

Redazione del profilo dinamico funzionale[modifica | modifica wikitesto]

Il profilo dinamico funzionale viene redatto dalla stessa unità multidisciplinare che ha avuto in carico la redazione della diagnosi funzionale, con l'aggiunta dei docenti curriculari e degli insegnanti specializzati della scuola, che riferiscono sulla base della diretta osservazione ovvero in base all'esperienza maturata in situazioni analoghe, con la collaborazione dei familiari dell'alunno. Schematizzando, intervengono nella redazione del profilo dinamico funzionale:[3]

  • il medico specialista nella patologia segnalata;
  • lo specialista in neuropsichiatria infantile;
  • il terapista della riabilitazione;
  • gli operatori sociali in servizio presso la unità sanitaria locale o in regime di convenzione con la medesima;
  • i docenti curriculari;
  • gli insegnanti specializzati della scuola;
  • i familiari dell'alunno.

Contenuto[modifica | modifica wikitesto]

Il profilo dinamico funzionale comprende necessariamente:[4][2]

  • la descrizione funzionale dell'alunno in relazione alle difficoltà che l'alunno dimostra di incontrare in settori di attività;
  • l'analisi dello sviluppo potenziale dell'alunno a breve e medio termine, desunto dall'esame dei seguenti parametri:
    • cognitivo, esaminato nelle potenzialità esprimibili in relazione al livello di sviluppo raggiunto (normodotazione; ritardo lieve, medio, grave; disarmonia medio grave; fase di sviluppo controllata; età mentale, ecc.) alle strategie utilizzate per la soluzione dei compiti propri della fascia di età, allo stile cognitivo, alla capacità di usare, in modo integrato, competenze diverse;
    • affettivo-relazionale, esaminato nelle potenzialità esprimibili rispetto all'area del sé, al rapporto con gli altri, alle motivazioni dei rapporti e dell'atteggiamento rispetto all'apprendimento scolastico, con i suoi diversi interlocutori;
    • comunicazionale, esaminato nelle potenzialità esprimibili in relazione alle modalità di interazione, ai contenuti prevalenti, ai mezzi privilegiati;
    • linguistico, esaminato nelle potenzialità esprimibili in relazione alla comprensione del linguaggio orale, alla produzione verbale, all'uso comunicativo del linguaggio verbale, all'uso del pensiero verbale, all'uso di linguaggi alternativi o integrativi;
    • sensoriale, esaminato, soprattutto, in riferimento alle potenzialità riferibili alla funzionalità visiva, uditiva e tattile;
    • motorio-prassico, esaminato in riferimento alle potenzialità esprimibili in ordine alla motricità globale, alla motricità fine, alle prassie semplici e complesse e alle capacità di programmazione motorie interiorizzate;
    • neuropsicologico, esaminato in riferimento alle potenzialità esprimibili riguardo alle capacità mnesiche, alla capacità intellettiva e all'organizzazione spazio-temporale;
    • autonomia, esaminata con riferimento alle potenzialità esprimibili in relazione all'autonomia della persona e all'autonomia sociale;
    • apprendimento, esaminato in relazione alle potenzialità esprimibili in relazione all'età prescolare, scolare (lettura, scrittura, calcolo, lettura di messaggi, lettura di istruzioni pratiche, ecc.).

Aggiornamento[modifica | modifica wikitesto]

Il profilo dinamico funzionale non è un documento statico, ma viene periodicamente aggiornato, al fine di tener conto dei cambiamenti avvenuti al'interno dell'ambiente e dell'evoluzione stessa dell'alunno.[2][5] In particolare, il DPR 24 febbraio 1994 prevede:

«In via orientativa, alla fine della seconda elementare, della quarta elementare, alla fine della seconda media, alla fine del biennio superiore e del quarto anno della scuola superiore, il personale di cui agli articoli precedenti traccia un bilancio diagnostico e prognostico finalizzato a valutare la rispondenza del profilo dinamico funzionale alle indicazioni nello stesso delineate e alla coerenza tra le successive valutazioni, fermo restando che il profilo dinamico funzionale è aggiornato, come disposto dal comma 8 dell'art. 12 della legge n. 104 del 1992, a conclusione della scuola materna, della scuola elementare, della scuola media e durante il corso di istruzione secondaria superiore.»

«Degli accertamenti sopra indicati, viene redatta dall'unità multidisciplinare della unità sanitaria locale, in collaborazione con il personale insegnante e i familiari o gli esercenti la potestà parentale, una documentazione nella forma della scheda riepilogativa, del tipo che, in via indicativa, si riporta nell'allegato "B" del DPR 24 febbraio 1994. Nella predetta scheda, sarà, inoltre, riportato il profilo dinamico funzionale redatto in forma conclusiva, da utilizzare per i successivi adempimenti e relativo alle caratteristiche fisiche, psichiche, sociali ed affettive dell'alunno.»

Spesso gli insegnanti si trovano ad operare in casi in cui una diagnosi funzionale e un profilo dinamico funzionale non sono (ancora) stati predisposti. In tali casi, l'insegnante ha l'obbligo di seguire una metodologia razionale al fine di favorire l'inclusione e promuovere le potenzialità dell'alunno disabile.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Riferimenti normativi[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]