Oltre alla disposizione delle stelle, nel corso del tempo cambiano anche gli stessi oggetti non stellari: fra 100.000 anni, ad esempio, la Nebulosa di Orione sarà quasi completamente dissolta, poiché il suo gas sarà stato consumato durante i processi di formazione stellare; nella costellazione di Cassiopea brillerà invece una nuova grande nebulosa, illuminata dalle nuove stelle che adesso sono in formazione all'interno di un complesso di nubi oscure, oggi noto come W3.
Quasi tutte le stelle presenti nella nostra e in altre galassie simili in origine facevano parte di ammassi aperti: infatti le stelle tendono a formarsi in gruppo in una nube molecolare gigante; col passare del tempo le dinamiche galattiche e il moto proprio delle singole stelle tendono a disgregare questi ammassi. L'ammasso aperto di cui faceva parte il nostro Sole si è ormai disperso da miliardi di anni e rintracciarne le stelle ancora esistenti è praticamente impossibile.
La struttura dei bracci della Via Lattea non è per niente omogenea, neppure nella nostra regione: il Sole si trova infatti al centro di una sorta di sfera in cui la materia è più rarefatta, chiamata Bolla Locale, causata da un'antica esplosione di supernova; il Sole si trova dunque all'interno di un antico resto di supernova.
Il sistema nebuloso più esteso visibile da Terra è la nebulosa di Gum: si tratta di un resto di supernova la cui età è di circa 2 milioni di anni; nelle foto sensibili agli infrarossi appare come un intricato sistema di filamenti che pervadono le costellazioni della Poppa e delle Vele.