Ninazu

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Ninazu, detto anche Nin-Asu, è una divinità sumera guardiana dell'oltretomba (kur), nonché un'arcaica divinità protettrice della città di Eshnunna.[1]

Come altre divinità psicopompe e ctonie, era anche collegato alla vegetazione e all'agricoltura.[1]

Nonostante l'importanza del suo ruolo, non è menzionato tra le divinità superiori e la sua presenza nei pantheon sumeri non era emersa nei primi studi.

Genealogia[modifica | modifica wikitesto]

Nella città di Enshnunna Ninazu era indicato quale figlio di Enlil and Ninlil; in una diffusa tradizione alternativa, quale figlio di Ereshkigal e Gugalana.[2][3] Anche nel poema di “Ereshkigal e Nergal” Ninazu è uno dei figli della dea infera Ereshkigal, ma forse avuto da Nergal.[3]

Nella città di Enegi si gli attribuiva come moglie la dea Ninigirida e come figlio Ningiszida.[2][4]

Dalla doppia genealogia è possibile supporre che sia la sovrapposizione di due divinità differenti.[1]

Funzioni e Mitologia[modifica | modifica wikitesto]

In una lamentazione sumera ("Nel deserto nelle prime erbe") è definito come il guardiano dell'oltretomba e re dei serpenti.[1]

Alcuni miti e aspetti come la sua genealogia duale fanno supporre che ciclicamente morisse e ritornasse dall'oltretomba, caratteristica tipica di molte altre divinità indoeuropee della fertilità e dell'agricoltura. Nel poema "Come il grano ritornò e sumeri" lui e suo fratello sono raffigurati come coloro che portarono l'orzo e i lino agli uomini, mentre nel poema "Enlil e Ninlil" è indicato come il signore che traccia e misura le linee nei campi.[1]

Nel suo ruolo di divinità poliade delle città di Eshnunna (ed Enegi), aveva un carattere anche guerriero. Venne progressivamente soppiantato dal dio Tishpak, e come divinità dell'oltretomba dal dio Nergal, per via della crescente popolarità di quest'ultimi.[1]

Si può supporre che fosse una divinità guaritrice per via di un suo epiteto interpretabile come "il signore guaritore", ma non era un suo carattere primario. Dai riti del secondo e terzo millennio a.C., era invocato perlopiù per la guarigione dai morsi di serpenti.[1]

Culto[modifica | modifica wikitesto]

Per via della sua associazione all'oltretomba nella città di Enegi, Ninazu occupa un ruolo centrale nella cerimonia tenuta attorno al terzo millennio a.C. ogni sei mesi per commemorare i defunti e celebrare le divinità ctonie, durante la quale la popolazione presentava le offerte al re e ai sacerdoti. Riceveva offerte anche a Lagash, Umma e Nippur.[1]

Attribuiti[modifica | modifica wikitesto]

Il suo animale sacro fu Sirrush, successivamente passato a Tishpak quando quest'ultimo lo soppiantò come divinità tutelare di Eshnunna, poi successivamente a Marduk.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Kathryn Stevens, Ninazu (god), su Ancient Mesopotamian Gods and Goddesses, oracc.museum.upenn.edu, Oracc and the UK Higher Education Academy, 2013.
  2. ^ a b c Jeremy A. Black e Anthony Green, Encyclopedia Of Gods, Demons And Symbols Of Ancient Mesopotamia, An Illustrated Dictionary Jeremy Black, Anthony Green, The British Museum Press, 2008.
  3. ^ a b Neal H. Walls, Desire, discord and death: Approaches to ancient Near Eastern myth (PDF), Boston, American Schools of Oriental Research - Billie Jean Collins, 2001, ISBN 0-89757-056-1.
  4. ^ Gwendolyn Leick, A dictionary of ancient Near Eastern mythology, London, Routledge, 1998, ISBN 978-0415198110.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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