Metro popolare

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I metri popolari sono forme metriche utilizzate soprattutto nel Duecento o nel Trecento dai giullari ma anche da poeti colti.

Tra le forme popolari più conosciute vi sono:

  • stornello: Lo stornello è un tipo di poesia generalmente improvvisata molto semplice, d'argomento amoroso o satirico, affine alla filastrocca.
  • caccia - tratta del tema della caccia in versi di vario tipo rimati liberamente con endecasillabi, settenari, versi minori.
  • contrasto: componimento sotto forma di dialogo, di solito tra due innamorati ma anche tra altre persone (dal tono solitamente scherzoso-realistico), tra cose, come la rosa e la viola, tra entità spirituali come il vivo e il morto, la vergine e il demonio. Nel contrasto le battute del dialogo vengono riprese dall'altro come replica e rinfaccio. Tipica nell'ambito realistico quello di Cielo d'Alcamo, nella poesia didattica quello di Bonvesin della Riva tra la rosa e la viola, nella poesia religiosa quello di Jacopone da Todi tra il vivo e il morto.
  • frottola (frocta: affastellamento di parole): componimento privo di schema metrico regolare, composto da versi lunghi e brevi, rima variabile, coppie monorime: aa,bb,cc, ecc.). Utilizzato molto nella poesia giullaresca, ma ripreso nel Quattrocento dal Angelo Poliziano e da Lorenzo il Magnifico.
  • ottava: usata fin dal Duecento soprattutto nei poemi epico cavallereschi viene spesso chiamata anche stanza ed è composta di versi endecasillabi, i primi sei a rima alternata, gli ultimi due a rima baciata: ABABABCC.
  • strambotto: si tratta di una ottava a rima alternata nei primi versi e a rima baciata negli ultimi due. Viene usato nella poesia popolare del Duecento e ripreso nel Quattrocento da poeti colti, come il Poliziano. Questo metro, in Toscana, venne denominato rispetto (spicciolato, se composto da una sola ottava, continuato, se da più ottave).
  • tenzone: simile al contrasto. Si tratta solitamente di una disputa poetica in sonetti. Il primo propone il tema (la proposta), al quale gli altri rispondono per le rime, cioè ripropongono lo schema metrico del proponente. Questo tipo di metro fu molto usato nel Duecento e nel Trecento dai poeti siciliani e stilnovisti, ma venne anche adoperata nella poesia realistica, come "rinfaccio". Famosa la tenzone tra Dante e Forese Donati.