Il tempo pugnalato

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da La durata trafitta)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Il tempo pugnalato
AutoreRené Magritte
Data1938
Tecnicaolio su tela
Dimensioni147×98.7 cm
UbicazioneArt Institute of Chicago, Chicago

Il tempo pugnalato (La durée poignardée) è un dipinto del pittore surrealista belga René Magritte del 1938, conservato nell'Art Institute di Chicago.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L’opera è stata commissionata dal collezionista Edward James, che chiese a Magritte di realizzare dei dipinti per la sala da ballo della sua casa di Londra dopo aver ammirato i suoi quadri all'Esposizione internazionale surrealista del 1936. James appese il quadro sopra al caminetto, nonostante Magritte sperasse che venisse messo alla fine della scala che portava alla sala da ballo, in modo che gli ospiti fossero impressionati nel vedere la locomotiva sfrecciare verso di loro. Per James, Magritte realizzò anche Sulla soglia della libertà (1930), anch’esso attualmente conservato presso l’Art Institute di Chicago.[1]

La traduzione inglese del titolo (Time transfixed, ovvero 'Il tempo trafitto') non soddisfece Magritte, poiché la parola “time” non esprime la continuità del francese “durée”.[1]

Riguardo la scelta del soggetto, Magritte affermava di non sapere perché avesse scelto la locomotiva, e che non desiderava saperlo; l’idea gli era arrivata improvvisamente come un’illuminazione in un momento di “presence of mind” (presenza mentale) e lui si è semplicemente chiesto come raffigurarla affinché evocasse mistero.[2] Gli altri elementi del dipinto, quali l’orologio, il candelabro o lo specchio, sono presenti in altre opere dell’artista.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L’opera raffigura una locomotiva a carbone che esce a tutta velocità da un caminetto all’interno di una sala da pranzo borghese. L’inquadratura della scena è leggermente angolata e la locomotiva fuoriesce dalla presa d’aria come se sbucasse da un tunnel ferroviario, emettendo un pennacchio di fumo bianco. Il pavimento è rivestito da un parquet di rovere a liste parallele e sulla parete c’è una boiserie. Il camino marmoreo è sormontato da uno specchio con una cornice dorata. Sull’architrave del camino si trova un orologio nero a pendolo posto al centro, ai due lati del quale vi sono due candelabri in ottone privi di candela.

Analisi[modifica | modifica wikitesto]

Nelle sue opere Magritte aspira a rappresentare l’invisibile tramite ciò che è visibile[3], l’impossibile attraverso immagini vincolate dal possibile[4] ma che evochino un mistero a cui lo spettatore non possa dare spiegazione[5]. Per fare ciò, l’artista sceglie di utilizzare come soggetti elementi della realtà comuni e familiari, combinati in qualcosa di sconosciuto e inusuale. In questo dipinto Magritte ottiene la "crisi dell'oggetto" utilizzando le categorie dell'isolamento e della decontestualizzazione, senza discostarsi dal realismo pittorico.[6] Gli oggetti devono rimanere inalterati nell’aspetto e mantenere le proprie caratteristiche distintive[7][8], come dimostrano il caminetto e il treno, disegnati in modo preciso e realistico. Tuttavia, tali oggetti devono essere sradicati dal loro abituale luogo di appartenenza e inseriti in un contesto completamente diverso e inaspettato, col quale non hanno correlazione o familiarità. Solo attraverso questo espediente un elemento comune come un treno può rivelare il mistero che nasconde e stimolare il pensiero dello spettatore[9]. Magritte infatti ritiene che il mistero sia intrinseco a ogni cosa e intende solo rivelarlo, come afferma in una lettera:

«L'immagine di una locomotiva è immediatamente familiare; il suo mistero non è percepito. Per evocarne il mistero, all'immagine della locomotiva è stata unita un'altra immagine immediatamente familiare senza mistero: l'immagine di un caminetto della sala da pranzo - non ho quindi unito un'immagine familiare con un'immagine cosiddetta misteriosa come un marziano, un angelo, un drago o qualche altra creatura erroneamente ritenuta "misteriosa". In realtà, non ci sono né creature misteriose né non misteriose. Il potere del pensiero si dimostra svelando o evocando il mistero in creature che ci sembrano familiari (per errore o abitudine).»

[10]

Questa tecnica prende ispirazione dalla metafisica di De Chirico, molto apprezzata da Magritte, e dalla teoria della “riabilitazione dell’oggetto” surrealista, secondo la quale alienare l’oggetto dal contesto abituale permette di ridefinirne lo scopo o la funzione.[11] Rispetto al Surrealismo, Magritte aggiunge la percezione che vi siano delle affinità nascoste tra elementi della realtà apparentemente lontani tra di loro.[7][12] Il risultato finale dell’opera è un paradosso, lo stravolgimento della realtà fisica così come è nota e come ci si aspetta di vederla rappresentata.[13] Magritte stesso definisce il quadro una metamorfosi:

«Quanto alla locomotiva, l'ho raffigurata mentre si precipita in una stanza da pranzo dal buco di un camino, al posto del solito tubo della stufa. Ho intitolato questa metamorfosi “La durée poignardée”.»

[14]

Nel corso del tempo sono state date diverse interpretazioni del dipinto, legate soprattutto al treno come presunto simbolo di velocità e della moderna evoluzione, che supera l’uomo prendendo il sopravvento sull’ambiente circostante – proprio come la locomotiva, seppur in miniatura, diventa la protagonista “ingombrante” della sala da pranzo. Tuttavia, Magritte ha sempre lottato contro l’interpretazione delle opere d’arte[5]; secondo lui gli spettatori che provano a dare un senso logico a un’opera d’arte hanno bisogno del conforto di qualcosa di certo e sicuro a cui appoggiarsi perché non sono in grado di sopportare l’idea che degli oggetti a loro così familiari siano dissociati dalla loro normale funzione o dal loro ambito d’uso. In tal modo non riescono a coglierne il mistero, ovvero ciò che attiva il potere del pensiero.[15] Al riguardo, Magritte scrive:

«La durée poignardée è solo un'immagine. Per questo testimonia il potere del pensiero. […] Le teorie psicologiche non "spiegano" nulla. Sono possibili grazie al pensiero. Danno espressione al pensiero, ma non rendono possibile il pensiero. Il pensiero esiste senza la psicologia.»

[16]

Stile[modifica | modifica wikitesto]

Le linee del dipinto sono nette e chiare, le figure nitide e ben delineate. La locomotiva è posizionata in modo parallelo rispetto alle assi del parquet e risulta in miniatura in confronto alle dimensioni del camino. Il fumo emesso viene aspirato dalla cappa, dando un’impressione di staticità alla scena. Lo specchio riflette solamente l’orologio e il candelabro sinistro, mentre la parte superiore è ombreggiata. L’opera presenta una gamma di colori piuttosto ristretta; il nero metallico della locomotiva è messo in risalto dai colori tenui della stanza.[17]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Time Transfixed - The Art Institute of Chicago, su artic.edu. URL consultato il 7 aprile 2023.
  2. ^ Torczyner, p. 60.
  3. ^ Benesch e altri, p. 38.
  4. ^ Gablik, p. 15.
  5. ^ a b Ollinger-Zinque e Leen, p. 32.
  6. ^ Giorgio Cricco e Francesco Paolo Di Teodoro, Itinerario nell'arte 3, Zanichelli Editore, 2021, p. 257.
  7. ^ a b Gablik, pp. 102-103.
  8. ^ Ollinger-Zinque e Leen, p. 45.
  9. ^ Ollinger-Zinque e Leen, pp. 18 e 20.
  10. ^ Citato in Torczyner, p. 60.
  11. ^ Gablik, pp. 69, 102.
  12. ^ Foucault, p. 30.
  13. ^ Gablik, pp. 108 e 122.
  14. ^ Citato in Hammacher, p. 112.
  15. ^ Gablik, p. 11.
  16. ^ Citato in Torczyner, pp. 60-61.
  17. ^ (FR) La durée poignardée – 1938 René Magritte, su lumieresdesetoiles.com. URL consultato il 7 aprile 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Evelyn Benesch, Michel Draguet, Siegfried Gohr, Ulf Kuster e Steingrim Laursen, René Magritte: The key to dreams, Vienna, BA-CA Kunstforum, Fondation Beyeler, Riehen/Basel, 2005.
  • Michel Foucault, Magritte, Milano, Rizzoli, 2004.
  • Suzi Gablik, Magritte, London, Thames and Hudson Ltd., 1972, ISBN 0-8212-0387-8.
  • Abraham Marie Hammacher, Magritte, traduzione di Donatella Levi, Milano, Garzanti, 1981.
  • Giorgio Cricco e Francesco Paolo Di Teodoro, Itinerario nell'arte 3, Zanichelli Editore, 2021, p. 257, ISBN 978-88-08-34199-0.
  • Gisele Ollinger-Zinque e Frederik Leen, Magritte, Milano, Rizzoli, 1998, ISBN 88-17-24385-X.
  • Harry Torczyner, Magritte: Ideas and images, The true art of painting, traduzione di Richard Miller, New York, Concise Nal edition, 1979, ISBN 0-8109-2172-3.
  • (EN) Time Transfixed - The Art Institute of Chicago, su artic.edu.
  • (FR) La durée poignardée – 1938 René Magritte, su lumieresdesetoiles.com.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Pittura: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di pittura