Qubba almoravide

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La Qubba almoravide, ("la cupola almoravide") - in Arabo القبة المرابطية, al-Qubba al-Murābiṭiyya; in Francese "Qoubba Almoravide" - è un edificio risalente all'XI-XII secolo situato a Marrakesh, in Marocco, iniziata nel 1064 durante il regno del sultano almoravide Yūsuf ibn Tāshfīn e completata nel 1117, durante il regno del figlio ʿAlī ibn Yūsuf.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La cupola si trova accanto al Museo di Marrakesh e si trova a circa 40 metri a sud della moschea Ben Youssef. Si tratta dell'unico esempio rimasto di pura architettura almoravide a Marrakesh, visto che tutti gli altri edifici costruiti dalla dinastia furono ritoccati, modificati, ampliati o distrutti dalle dinastie successive.

La cupola venne ristrutturata nel XVI secolo dalla dinastia Sa'diana. La cupola veniva utilizzata per le abluzioni prima della preghiera, l'acqua veniva portata dal sistema idraulico dei qanat, che terminava in un serbatoio in cui tubi di bronzo sotterranei portavano l'acqua ai bacini. La struttura aveva anche un sistema di servizi igienici, docce e rubinetti per l'acqua potabile.
La cupola faceva parte di una moschea almoravide oggi andata distrutta.

L'interno della cupola è riccamente decorato con motivi floreali (pigne, palme e foglie d'acanto) e calligrafia araba. I materiali utilizzati per la sua costruzione sono il marmo e il legno di cedro. All'ingresso, nella parte superiore della camera vi è l'iscrizione:

«Sono stata creata per la scienza e per la preghiera, dal Comandante dei credenti, discendente del Profeta, ʿAbd Allāh, il più glorioso di tutti i califfi. Pregate per lui quando entrate dalla porta, in modo da poter soddisfare le vostre speranze più alte.»

L'iscrizione si riferisce al califfo abbaside al-Muqtadī. Altre scritte rendono omaggio al sultano almoravide ʿAlī ibn Yūsuf.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Hoag, John, Islamic Architecture. New York: Rizzoli, 47-49, 1987.
  • Terasse, H., "L'Art de l'empire Almoravide, ses sources et son évolution", Studia Islamica, III, 1955.
  • Deverdun, G., Marrakech, des origines à 1912, Rabat, 1959, p. 105.
  • Deverdun, G., Inscriptions arabes de Marrakech, Rabat, 1956, pp. 26–30.
  • Marçais, G., L'architecture musulmane d'Occident, Paris, 1954, p. 200.
  • Meunié, J. e Terrasse, H., Nouvelles recherches archéologiques à Marrakech, Paris, 1957.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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