Dynjandisá

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Dynjandisá
Il fiume Dynjandisá con la cascata Dynjandi sullo sfondo
StatoBandiera dell'Islanda Islanda
RegioniVestfirðir
ConteeNorðvesturkjördæmi
ComuniVesturbyggð
Portata media2−8 m³/s
Bacino idrografico43 km²
Nascealtopiano di Dynjandisheiði
65°43′N 23°12′W / 65.716667°N 23.2°W65.716667; -23.2
Sfociabaia di Dynjandisvogur
65°44′14.4″N 23°12′41.5″W / 65.737333°N 23.211528°W65.737333; -23.211528

Il Dynjandisá è un fiume che scorre nella parte meridionale della regione dei Vestfirðir, i fiordi occidentali dell'Islanda.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il Dynjandisá trae origine dal lago Stóra-Eyjavatn, situato sull'altopiano Dynjandisheiði. Sfocia nel mare della Groenlandia attraverso la baia di Dynjandisvogur, che fa parte del fiordo di Arnarfjörður.

Il flusso medio osservato nel 1992-2001 è stato di 3,17 m³/s, con una portata media di 2–8 m³/s in estate, valore che scende a 1-4 m³/s durante l'inverno. La portata massima registrata è stata di 10 m³/s.[1]

Cascate[modifica | modifica wikitesto]

Il Dynjandisá è noto per la cascata a forma di ventaglio Dynjandi (chiamata anche Fjallfoss), situata nel suo corso superiore. È alta 146 m, il che la rende la quinta cascata più alta del paese, la più alta della regione. Seguendo il corso del fiume fino al fiordo dove è situata la foce si incontrano altre piccole cascate: Háifoss (Dynjandisá), Úðafoss, Göngufoss (o Göngumannafoss), Hundafoss, Bæjarfoss, Strokkur, Hrísvaðsfoss e Sjóarfoss.[2]

Sotto la cascata Dynjandi si trova l'omonima fattoria abbandonata, posta vicino alla foce nella baia di Dynjandisvogur, che fa parte dell'Arnarfjörður (nei Fiordi occidentali).[1]

La strada Vestfjarðarvegur attraversa il fiume, collegando la Hringvegur, la grande strada statale ad anello che contorna l'intera isola, con la città di Ísafjörður.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c T. Einarsson, H. Magnússon (a cura di.): Íslandshandbókin. Náttúra, saga og sérkenni. 1. Teil. Örn og Örlygur, Reykjavík 1989, p. 243.
  2. ^ Vegahandbókin, Landmælingar Íslands, 2006, p. 288.

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