Donna che si asciuga il collo

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Donna che si asciuga il collo
AutoreEdgar Degas
Data1895-98
Tecnicapastello
Dimensioni62,5×65 cm
UbicazioneMusée d'Orsay, Parigi

Donna che si asciuga il collo è un pastello del pittore francese Edgar Degas, realizzato nel 1895-1898 e conservato al Musée d'Orsay di Parigi.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il dipinto si inserisce nel vasto corpus di pastelli degassiani raffiguranti nudi femminili e riproduce per l'appunto una donna che si asciuga il collo dopo la toeletta e, che per portare a compimento questo gesto, assume un atteggiamento corporeo che, stando alla codificazione estetica promossa dall'Accademia, sarebbe risultato inopportuno per un nudo.[1] Per una fruizione ottimale dell'opera, in ogni caso, è indispensabile fare ricorso al commento che il letterato simbolista Joris-Karl Huysmans diede dei nudi di Degas:

«Degas che, in stupendi quadri di danzatrici, aveva già così implacabilmente reso la decadenza della mercenaria istupidita da meccanici sollazzi e da monotoni salti, alimentava [...] coi suoi studi di nudo, un’attenta crudeltà, un odio paziente. Pareva che [...] egli avessi voluto usar rappresaglie e buttare in faccia al suo secolo l’oltraggio più eccessivo, con l’abbattere l’idolo costantemente risparmiato, la donna, che lui avvilisce. [...] Ma al di là di quell'accento particolare di disprezzo e di odio, bisogna vedere in quelle opere l'indimenticabile veracità dei tipi eseguiti con un disegno ampio e profondo, con una foga lucida e controllata, come con una febbre a freddo; bisogna vedere il colore ardente e sordo, il tono misterioso e opulento di quelle scene; è la suprema bellezza delle carni inazzurrate o rosate dall’acqua, rischiarate da finestre chiuse con tende di mussola, in stanze oscure, ove appaiono in una luce velata di cortile, muri tappezzati di cotonina Jouy, lavabi e catini, flaconi e pettini, spazzole e vernice di bosso, scaldapiedi di rame rosa!»

Huysmans, infatti, traccia una descrizione magistrale dell'ambivalenza con cui Degas si rapportava ai nudi: come osservato dalla critica Giovanna Rocchi, «da una parte vi è un occhio impietoso che denuda le miserie del corpo umano, dall'altra il tocco raffinato dell'artista di genio, che glorifica la miseria della carne con la bellezza dell'interpretazione».[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Giovanna Rocchi, Giovanna Vitali, Degas, collana I Classici dell'Arte, vol. 15, Firenze, Rizzoli, 2003, p. 162.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Musée d'Orsay – Sito Ufficiale

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