Display advertising

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La Display advertising utilizza spazi a pagamento all'interno di un contenuto di interesse dell'utente in cui promuovere un prodotto/servizio. I formati rientrano in 4 grandi categorie:

Pubblicità dal XX secolo

Non sempre campagne display sono efficaci; un modo per cercare di aumentarne l'efficacia è quello di fare una buona pianificazione degli spazi in modo da intercettare il target. Per questo risulta importante il ruolo del centro media. Nella fase di implementazione del piano, si apre una negoziazione/collaborazione con le concessionarie per acquistare degli spazi pubblicitari. Importante in questo caso avere una conoscenza dei siti dei portali e del tipo di audiance che raccolgono, al fine di investire il budget in modo mirato. Le concessionarie vendono gli spazi in concessione: siti, portali, social network, community. La campagna viene costantemente monitorata attraverso strumenti di tracking specifici. La misurazione e vendita degli spazi viene effettuata per impression o CPM (cost per mille impression), tale dato rappresenta la visualizzazione del banner da parte dell'utente. Il click through rate (CTR) rappresenta il numero di click da parte dei visitatori del sito sul banner o link in generale, ma solo se questi hanno poi realmente raggiunto il contenuto richiesto e linkato nella pubblicità. L'efficacia di una campagna si misura perciò con il click rate (CR), cioè il rapporto percentuale tra il numero di Impression erogate di un Ad e il numero di AdClick sullo stesso.

Recensione[modifica | modifica wikitesto]

La pubblicità sui media digitali è una forma di pubblicità online in cui i messaggi promozionali di un'azienda appaiono su siti web o pagine dei risultati dei motori di ricerca di terzi, come gli editori o i social media.[1] È dimostrato che tale pubblicità può aumentare le visualizzazioni del sito web di un'azienda da parte della maggior parte delle categorie di clienti, ad eccezione dei visitatori non autenticati che hanno già visitato il sito web in precedenza.[2][3] Lo scopo principale della pubblicità sui media è quello di mantenere la consapevolezza del marchio (Robinson et al., 2007) e contribuisce anche ad aumentare l'intenzione di acquisto dei consumatori.[4] I social media sono utilizzati da molte organizzazioni. Un esempio è che nel 2014, ASOS e Nike hanno collaborato con Google Hangouts per creare la prima videochat con shopping[5] su Google+. Il video è un esempio di pubblicità mediatica utilizzata per celebrare il 27° anniversario dell'uscita delle scarpe Nike Air Max. Il video pubblicitario mirava ad aumentare la consapevolezza del marchio tra gli utenti e a convincerli a guardare l'hangout e ad acquistare i prodotti utilizzando il media pubblicitario stesso. I consumatori potevano effettuare acquisti facendo clic sugli annunci multimediali. Secondo una dichiarazione di ASOS, la pubblicità sui media ha contribuito ad aumentare il numero di utenti che visitano il sito web e i download dell'app ASOS del 28%, con gli utenti che visitano il sito web in media otto volte al mese.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Digital Advertising, su www.webopedia.com. URL consultato il 12 novembre 2023.
  2. ^ 39 Ways to Increase Traffic to Your Website, su www.wordstream.com. URL consultato il 12 novembre 2023.
  3. ^ Effects of Internet Display Advertising in the Purchase Funnel: Model-Based Insights from a Randomized Field Experiment, su journals.sagepub.com. URL consultato il 12 novembre 2023.
  4. ^ Grow Brand Awareness With YouTube Ads, su yugomedia.co. URL consultato il 12 novembre 2023.
  5. ^ Marketing design elements of mobile fashion retail apps, su www.emerald.com. URL consultato il 12 novembre 2023.
  6. ^ Asos: We don’t know if social media is a threat or an enabler, su www.marketingweek.com. URL consultato il 12 novembre 2023.