Discussioni utente:Filippo Fadini/Sandbox

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Il DRAGOEMPIRISMO (N.2017) è una rivolta metafisica dell'arte contemporanea, per attuare un ritorno spirituale nel Mondo. Questo movimento è stato fondato dall'artista metafisico Filippo Fadini (1997)fadinifilippodragoempirismo.webnode.it a Bergamo. Le circostanze sono ignote, ma un gruppo di studiosi e ricercatori stanno cercando di ricostruirne l'operato e carpirne le cause. In molti riconducono questo fermento artistico-spirituale alla dilagante corruzione e disordine psico-animivoro della società globalizzata. Si dice che la vera chiave dell'Opera dragoempirista coincida con una ragazza di nome Elena che si aggira nella città lombarda.


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METACLISI
METAFISICA ITALIANA CONTEMPORANEA
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METAFISICA ITALIANA CONTEMPORANEA
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IL VERBO DRAGOEMPIRISTA[modifica wikitesto]

Spesso appiattiamo la nostra vita con il modo stesso in cui la concepiamo. Abbiamo smesso di immaginarla, e talvolta ci rifugiamo in assiomi o regole fisse. La nostra trasumanizzazione, catarsi è ostacolata dalla grevità del quotidiano e del sensibile, e la configurazione nello spazio/tempo ridotta spesso a meri dati materiali e quantitativi. In tutta questa vorticosa e assoggettante sopravvivenza dei giorni nostri, l'Arte sente la necessità di penetrarsi e giungere a nuovi mondi. Poter donare un "corpo", una "forma" a ciò che in questo periodo storico sta volatilizzandosi, quella cosa inafferrabile che sono le emozioni e lo spirito. Prendere coscienza: l'artista è al corrente dell'importanza fisica in questa dimensione, ma necessita di sfuggire al "dispotismo" della materia. Rincorrere ed evadere dall'ingranaggio spazio-temporale, forte di una propria autenticità ma debole dinanzi alla vastità dell'universo. Impotente ma in-potenza. In potenza di creare, di entrare in dialogo con energie, di desiderare. Smarrirsi per ritrovarsi. Con le proprie mani, nobili servitrici, emancipatrici, sensuali. Immagino un nostro antenato: impasta calcite, ossido di ferro, argilla, ocra rossa, ossido di manganese, per "evocare" sulle pareti di una caverna cacce favolose, galoppi fantastici, pericoli scampati e tragedie. Quell'uomo sporco, malconcio e atavico trova il coraggio di affrontare la "Paura" e la "Morte". Esorcizza la sua Esistenza. Senza tralasciare la materia che lo fa sopravvivere, cerca anche un "contenuto". Sfida le leggi della Natura, cerca una sua configurazione. <<Immaginavi tu forse che il mondo fosse fatto per causa vostra? Ora sappi che nelle fatture, negli ordini e nelle operazioni mie, trattone pochissime, sempre ebbi ed ho l'intenzione a tutt'altro che alla felicità degli uomini o all'infelicità. Quando io vi offendo in qualunque modo e con qual si sia mezzo, io non me n'avveggo, se non rarissime volte: come, ordinariamente, se io vi diletto o vi benefico, io non lo so; e non ho fatto, come credete voi, quelle tali cose, o non fo quelle tali azioni, per dilettarvi o giovarvi. E finalmente, se anche mi avvenisse di estinguere tutta la vostra specie, io non me ne avvedrei>>. E l'artista, tramite le domande, cerca risposte con le sue opere. Risposte che a loro volta sono domande per i posteri. Un continuo ciclo di domande e risposte ci insegue nel corso della storia. Lotta interiore, arrovellamento dei sensi, esorcizzazione dell’Ignoto. Arte come sacrificio quotidiano, come arma per sopravvivere. L’artista, con sprezzatura rinascimentale, cammina sulla lama affilata del Mondo. Una pericolosa quanto necessaria catabasi è quella che si mette in atto nelle proprie opere, guidati dal proprio “genius”: per me il Drago. In cerca di un Equilibrio corpo-anima-spirito: l’Amore?. Quest’ultimo esplicabile nella mitica figura della “Musa". Ecco allora che in questa mia significativa indagine voglio esprimere la mia universale, quanto intima, curiosità di chiedersi e ricercare. E spesso ciò che si ricerca, appunto perché deve essere scoperto, è "invisibile", e dunque accende inevitabilmente un meccanismo immaginativo. E l'immaginario suggerisce visioni. Allora il mio scopo forse sarà non dare risposte, ma suggerire un' introspezione. Come mai alcuni esseri umani si sono voluti spingere oltre? Perché non accontentarsi? Perché complicare ciò che è già di sua natura complesso? Cosa c'è dopo la vita fisica? Ma soprattutto c'è vita dopo la Morte? Lo scopriremo solo vivendo, vivendo in continua metamorfosi.


Mentre la sessualità è fatta di temporalità, di dubbi, di difficoltà, talvolta di fallimenti, la pornografia abbiamo visto che si presenta come il segno dell’immediatezza, dell’assenza di dubbi e di ostacoli, dell’onnipotenza. Essa veste i panni della ribellione e ha la pretesa di opporsi a qualsiasi forma di repressione del sesso. Ma tra il “mostrare tutto“ e il “nascondere tutto“ esiste la possibilità di posizionarsi tra le pieghe del linguaggio e delle immagini, per far apparire dei paesaggi sconosciuti. La pornografia invita gli individui a negare non solo il proprio desiderio, ma anche la propria soggettività. Tra pornografia ed erotismo è presente una differenza qualitativa dunque: la pornografia è la negazione stessa dell’erotismo e della sessualità. La differenza è nel tipo di rappresentazione che la pornografia ci fornisce della sessualità. Mentre l’erotismo è un racconto — per immagini o in parole — del desiderio che spinge un essere all’incontro con l’altro, la pornografia non cerca mai di raccontare una storia. Se l’erotismo ci parla di corpi che si cercano e si respingono secondo moti interni della passione, la pornografia mette in scena semplici pezzi di carne che si accoppiano secondo regole finalizzate alla rappresentazione del “godimento perfetto“, l’atto sessuale viene mostrato in modo brutale, senza preamboli, come il risultato di un incontro fortuito, dopo il quale non c’è più niente da dire e da fare. L’oggetto dell’erotismo invece è il corpo erogeno, nel suo insieme, in cui si concretizza il desiderio; è il corpo reale non riducibile a oggetto parziale di una soddisfazione pulsionale. La pornografia, al contrario, non si interessa né ai misteri dell’incontro, né all’enigma dei corpi, si limita a mettere in scena degli individui-automi privi di desiderio. Mentre nella sessualità il problema è l’incontro tra soggetti, nella pornografia si propone una semplice giustapposizione di corpi. Invece di affrontare il tema del desiderio, la pornografia si concentra sul piacere organico, riducendo l’individuo a una “marionetta“ in balia di forze sulle quali non può più esercitare alcun controllo. Insomma è questione di posizioni. E di posizionamenti.



E.T.R.O.M.[modifica wikitesto]

Sin dai tempi più lontani la Morte è "esistita". Grazie ad essa la Vita ha senso di "esserci". Malgrado ai giorni nostri si siano raggiunti grandi traguardi tecnologici e di longevità, la Grande Madre Antica continua a mietere terrore e distruzione. Ma davvero oggi abbiamo ancora paura di Lei? Temiamo più Lei o il dolore? Oggi al posto di piante ed arbusti spinosi o animali feroci, ci si presentano dinanzi grattacieli, muri, recinzioni appuntite e uomini. Ognuno crea religioni comode, su misura e in un oceano di sofferenza siamo immersi in orde di microcriminalità, odio, razzismo e corruzione. La Morte davvero può ancora farci qualche effetto? Da sempre legata alla "Paura", è ciò che ci spinge a vivere.Suo simbolo, per certi versi, è ritenuto lo scheletro: altrettanto il marciume, la decomposizione, l'insetto, la terra, la bara... Ma come è nata questa iconografia? Già la più recente poesia sepolcrale, con Thomas Grey e Ugo Foscolo, ne aveva riscoperto l'importanza, come anche gli svariati memento mori12 sparsi in tutta la storia dell'arte. Guardandoci indietro, c'era già una grande importanza del defunto nell'Antico Egitto, oppure anche nelle maschere funerarie che ogni civiltà ha sviluppato. O ancora nella pratica del Womb Tomb.13 Per quanto riguarda l'arte occidentale, la vera e propria rappresentazione della morte è strettamente connessa alla nascita del Purgatorio. Se già agli albori dell'Arte Romanica l'immaginario più comune era quello del Giudizio Universale, tra la fine del XII e inizio del XIII secolo qualcosa cambiò. Infatti si diffuse l'idea di una esistenza del "Terzo Regno", il famigerato Purgatorio tanto caro alla visione dantesca. San Paolo e Sant'Agostino ammisero che per la maggior parte delle persone esisteva la possibilità di un "fuoco purgatorio". Agostino stabilì inoltre che le anime dei defunti ricevessero sollievo grazie alla pietà dei propri cari in vita grazie a sacrifici verso Cristo. Questa visione sacrificale venne presto tradotta nel fenomeno delle indulgenze, piaga secondo la quale si attuava un "calcolo" dell'aldilà. Divenne dunque un vero e proprio strumento, come testimoniato da Le Goff 14. Nel 1202 Innocenzo III inizia anch'egli a professare un luogo ove sono puniti i <<mediocri mali>>. Così la Chiesa ufficializzò la canonizzazione di Santi, la cancellazione delle colpe e iniziò la caduta.