Discussioni utente:And.martire/Sandbox

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Materiale da ristrutturare[modifica wikitesto]

Sposto del materiale da riformulare meglio e che per questioni di lunghezza rende poco fruibile la pagina. --And.martire (msg) 17:07, 28 gen 2014 (CET)[rispondi]

Potrebbe derivare dalla parola "pedaggio" ovvero ritenere che Pedace o un luogo nelle sue immediate vicinanze fosse un luogo di transito dove si pagava una tassa di passaggio. In effetti proprio di fronte al paese passava una antica carovaniera (le autostrade di un tempo utilizzate per la transumanza) che collegava la città di Cosenza con Mesoraca attraverso la Sila Piccola e con Crotone attraverso la valle del Neto (la cui sorgente nasce nel territorio di Serra Pedace a Macchia Sacra) sul Mar Jonio. Nei pressi di Canale, ci sono i resti di una antica stazione di sosta. Altra tradizione orale riferisce che il luogo del pagamento del pedaggio fosse dove sorge l'attuale campanile sede di una antica torre che ancora oggi si intravede in un famoso quadro di Ippolito Borghese del 1600 che disegna il paese in quel periodo. Si aggiunge a queste considerazione origine del termine "pedaggio" che deriva da piede e proprio un piede era rappresentato nell'antico stendardo del comune.

Nello stendardo è aggiunta una stella e "Timpune a Stilla" è il nome della montagna che sovrasta l'abitato. Altri fecondi studi lo fanno derivare dal greco "πεδας" che significa pianura, pianoro. In effetti se immaginiamo il luogo dove sorge il paese senza case ci accorgiamo che ci sono ampi spazi pianeggianti che interrompono il declivio costante delle montagne. Termini con lo stesso significato permangono ancora in alcuni toponimi (Piano dei Santi, Piano Grande, Prato Piano: tutte località che portano il termine "piano" pur essendo decisamente in montagna ed essendo, più che piani, dei pianori che interrompono il forte pendio).

La derivazione greca del nome porta anche a riflettere sull'ipotesi di un'origine greco-bizantina del paese. Che risalirebbe alla diaspora dei monaci basiliani dall'impero Bizantino (una tomba del 781 ritrovata presso la Grancia di San Martino di Giove a Canale confermerebbe questa ipotesi). Avvalorata anche dall'alto valore simbolico che ne diede l'Abate Gioacchino che decise, prima di morire, intorno al 1200; all'apice della sua notorietà e importanza non solo italiana; di riedificare una chiesa sui resti dell'antico luogo di culto che diede ospitalità ai monaci basiliani (accomunati dalla medesima regola di "ora et labora" che probabilmente Gioacchino aveva incontrato nel suo viaggio in Terra Santa e come i basiliani aveva condiviso la loro vocazione eremitica). Tali monaci rimasero in quella grancia fino alla venuta dei saraceni che li scacciarono. L'ennesima diaspora fu guidata dall'Archimandrita S. Ilarione[1] che insieme a 29 seguaci (tra i quali: San Falco, San Rinaldo, San Francesco, San Nicolò) raggiunse e si trasferì nelle montagne intorno a Chieti[2][3]

L'abitato alla sua origine era diviso in 4 casali o cedole: Pedace, Perito, Jotta e Serra. C'è un quinto casale denominato Petrone di cui oggi non c'è traccia, Quest'ultimo casale sorgeva alla confluenza tra i fiumi oggi denominati Cardone e Fiumicello (diverse fonti, soprattutto in atti notarili, chiamano i due fiumi, rispettivamente, Cratone e Iscola) dove oggi c'è una montagna che porta lo stesso nome. Questa montagna, detta Petrone, nella parte superiore prende il nome, significativamente, di Greca. Infatti l'Andreotti ricorda che il casale si chiamava Petrone o Greca[4].

Pedace rimane nella parte centrale e si sviluppa intorno alla chiesa di San Pietro e Paolo. I nuclei più antichi sono quelli accanto alla chiesa a ovest e a est verso il basso fino ad arrivare ai cosiddetti "Sottani". E' caratteristica e simbolo del paese l'antica torre campanaria detto "Campanaro" che si presenta staccata dal corpo della chiesa. Nel quadro di Ippolito Borghese, conservato nella chiesa di Santa Maria di Monte Oliveto datato 1606, che riproduce il paese in quel periodo, si nota che questo era attaccato alla chiesa (i segni di quell'antico campanile si notano sul lato Sud della stessa) ma sempre nel quadro del Borghese, non troppo distante alla chiesa, si intravede anche la presenza di un'altra antica torre in luogo dell'attuale campanile. E' Curiosa la circostanza che la patrona del paese è la Madonna dell'Addolorato piuttosto che i santi Pietro e Paolo. Ricordiamo che nel Messinese nella .........esiste una chiesa basiliana intitolata a San Pietro e Paolo

Jotta era un casale distinto dagli altri fino al terremoto del 1783. Fino ad allora anche il catasto onciario del 1754 documenta una consistente presenza di abitanti non minore, ma uguale a quella delle altre cedole. Il termine deriva, probabilmente, dalla conformazione del paese a forma della Jota greca. A Jotta vissero importanti e ricche famiglie dei Iocca, Mazzei, Leonetti e Iusi. Questa aveva sul suo antico stemma una "J" in campo bianco. Aveva anche una importante chiesa che il terremoto distrusse ma che rimane documentata negli scritti del Martire: la chiesa di Santa Sofia di chiara origine greca.

Serra è il casale posizionato più in alto rispetto agli altri. Sulla sommità della montagna che sovrasta l'abitato viene documentata una Motta[5] ne resta testimonianza nel toponimo che designava una strada che conduceva dal centro dell'abitato a tale luogo chiamata "via della Motta", su questo sito oggi ci sono i resti della chiesa di San Giovanni. Il patrono di Serra Pedace è San Donato Vescovo e Martire di Arezzo. Questo culto è già presente nel 1203(?) come attestato da padre G, Russo Regesto Vaticano per la Calabria[6]. Dobbiamo far rilevare che c'è un altro santo epirota chiamato San Donato di Evorea (ulteriore prova di un culto portato da monaci basiliani, come quello di Santa Sofia). Nella piazza di Serra è presenta anche la Chiesa dell'Immacolata, un importante portale della famiglia De Luca e un imponente pioppo nero ultra centenario. A poche decine di metri dalla piazza c'è un altro imponente portale della famiglia Leonetti luogo di nascita del poeta Giuseppe Campagna e del suo germano Carlo Patriota e capo della rivolta di Cosenza del 1848 e ministro del Governo temporaneo guidato da Donato Morelli nei giorni successivi al passaggio dei Mille di Garibaldi. Serra durante tutto il corso del 1800 fu al centro del fenomeno del brigantaggio.

  1. ^ Davide Andreotti, Storia dei cosentini, vol. I pag. 372, Cosenza, 1978, La fonte riporta a sua volta le indicazioni del Barrio, del Toppi e del Fiore
  2. ^ http://www.casoli.info/casoli/prata/prata01.htm
  3. ^ Inoltre, come documenta Giovanni Curcio, diversi studiosi sostengono che in tutto il mediterraneo in epoca bizantina furono edificati villaggi in una fascia altimetrica tra i 400 e gli 800 metri slm. Pur in presenza di tali consistenti fonti documentarie e una serie di ritrovamenti archeologici a Casole Bruzio, Altilia, Santo Stefano, Grimaldi, San Pietro in Guarano che fanno risalire l'origine dei casali anche all'età romana, moltissimi autori (Barrio, Andreotti, Martire, ecc) insistono col dire che Pedace con tutti i casali sorsero nel IX secolo in seguito all'assedio dell'Emiro Abucalsim. Pace.
  4. ^ Davide Andreotti, ibidem pag. 418 fa riferimento come fonte a Domenico Martire, confermando così, ancora una volta l'origine grecanico-bizantina del casale
  5. ^ Maggiorino Iusi, Motte e .... vedi anche <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Motte_e_bailey" style="font-size: 1em; line-height: 1.5em;">https://it.wikipedia.org/wiki/Motte_e_bailey</a>
  6. ^ asfv