Discussione:Volto Santo di Manoppello

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Studi sul Volto[modifica wikitesto]

Nella voce non è chiaro quale autorevolezza abbia Saverio Gaeta, di cui si dice che "ipotizza" che i pigmenti derivino da un ritocco medioevale: lo dice perché ha indizi di un tale ritocco, su altre basi, o come pia opinione personale? --DispAcc01 12:58, 29 mar 2009 (CEST)[rispondi]

Scusate qual è la validità scientifica di "indagini" (di che tipo???) fatte da un prete e una suora?

ma questo sito http://www.zenit.org/it/articles/l-enigma-del-velo-della-veronica può essere considerato una fonte affidabile?!?

cito alcune perle:

"Padre Pfeiffer ha spiegato che: “Quando i diversi dettagli si trovano radunati in un unica immagine, quest’ultima deve essere stata il modello per tutte le altre. Tutte queste altre pitture imitano un unico modello: la Veronica romana. Così dobbiamo concludere che il velo di Manoppello è nient'altro che l’originale della Veronica romana." proprio un sillogismo perfetto.

"Le indagini condotte da padre Enrico Sammarco e da suor Blandina Paschalis Schlömer dimostrano che le dimensioni del volto della Sacra Sindone hanno un impressionante riscontro con quelli del Volto Santo di Manoppello." con tutto il rispetto per i 2 (ma anche no), a questo punto chiediamo l'opinione di mia nonna. sottolineo, se ce ne fosse bisogno, che la sindone non è avvicinabile, resta il mistero su come i nostri eroi abbiano compiuto le misurazioni...

"Attraverso sofisticate tecniche fotografiche (ingrandimenti digitali sic.!) ecc..." si è scoperto paint! ovviamente nella voce ricompare questo studio ipertecnologico. scusate per l'acidità.

per quanto riguarda la voce: Il gesuita Heinrich Pfeiffer (chi è, che titoli ha?) (...)è convinto si tratti del velo della Veronica,a questo proposito, (...) fa notare che sul margine inferiore del Velo di Manoppello si può ancora vedere un frammento di cristallo. qual'è il nesso?

le ipotesi però contrasta con le testimonianze che vogliono il tessuto a Manoppello già nel 1506 quando il furto del velo della Veronica è del 1608. il "furto" è presunto, una speculazione, non già un certezza.

Saverio Gaeta, autore di un libro sul velo, ipotizza che "tracce che sembrerebbero pigmenti o residui di bruciatura" e che si trovano unicamente in piccole aree nella zona delle pupille potrebbero, nel primo caso, essere dovuti a «un ritocco compiuto da qualcuno nel Medioevo per rafforzare l’intensità dello sguardo Saverio Gaeta è laureato in Scienze della comunicazione sociale, sia critico dell'arte e chimico a tempo perso?

Roberto Falcinelli, in un articolo su Hera (settembre 2005), ha scritto che è "sorprendente come ancora si continui ad affermare e scrivere che sul Velo non ci sia traccia di pigmento quando invece, a una semplice osservazione microscopica, risulta evidente il contrario". Il suo parere, in attesa di analisi chimiche dettagliate, è che si tratti di un'opera pittorica dell'inizio del XVI secolo.[7] È quindi (quindi è proprio il termine idoneo) "del tutto evidente che, se si ritiene la reliquia un'opera pittorica, automaticamente non si attribuisca alcuna scientificità alle precedenti relazioni di due professori universitari di due diverse università basate su analisi con i raggi ultravioletti, con tecniche fotografiche digitali e con microscopio ottico ed elettronico mentre si ritiene plausibile, con altrettanta automatica evidenza, che, caso unico al mondo, uno sconosciuto pittore rinascimentale sia riuscito a dipingere la stessa immagine del recto anche nel verso, perfettamente identica. Questi 2 studi le obbiezioni sono ascientifiche in quanto tali, le conferme sono oro colato. tra l'altro il "professor vittori" non sembra essere presente sul web, né le sue ricerche se non nella succitata fonte.

Questa voce è evidentemente schierata, malscritta, oserei dire che l'autore sia autoreferenziale... urgono modifiche, drastiche modifiche.


Questo signore che ha scritto in discussione prima di me, più che acido, come si definisce lui stesso, pare sia una specie di capo della "curva sud", uno di quelli prontissimi a rilevare tutte le incongruenze, le imprecisioni e le "ascientificità" altrui guardandosi bene però dal valutare i dati riguardanti la sua "squadra del cuore". Prima di far fare alle Voci delle icone "concorrenti" la fine della biblioteca di Alessandria, la pregherei di aggiungere, tanto per dare un'idea della sua, di faziosità, se i titoli accademici del Falcinelli, che le è più "simpatico", siano superiori a quelli di tutti i signori da lei stroncati qualche riga più su. Naturalmente lei non dice neppure una parola su come si autodefinisce lo stesso Falcinelli, perché le crollerebbe buona parte della requisitoria. Magari provi, dopo aver finito con Manoppello, a controllare i criteri scientifici che ha usato l'illustrissimo scienziato, il gesuita Joseph Wilpert nel 1907, per valutare l'autenticità del volto in San Pietro. Chissà. Avrà usato il carbonio 14 o la risonanza magnetica? L'analisi dei pollini o la composizione chimica del tessuto? Era un radiologo, biologo, fisico e chimico oltre che prete e storico dell'arte? Scherzi a parte, dia retta, sfrondi un po' di bosco dalle sue orbite prima di metter fuoco alla paglia altrui, sia detto senza alcuna cattiveria, solo per contribuire, sia chiaro, anche perché, l'avrà riconosciuta, l'allegoria non è mia.

Mi sembra debba essere immediato, per le normali intelligenze, che quando si parla di reliquie e di icone si entra in un mondo dove spesso la scienza non può tutto. Si tratta quasi sempre di reperti vecchi di secoli se non di millenni, difficilmente studiabili, spesso sottoposti in passato ad esami invasivi che hanno irrimediabilmente rovinato il reperto, ai fini di ricerca. Sono passati di mano in mano, conservati nei modi e nelle sostanze più varie, attraversato continenti e climi e, dato che un reperto del genere ha sempre portato pellegrinaggi, fedeli, fede popolare e quindi credibilità e ricchezze, spessissimo sono degli artefatti a tale scopo costruiti nel corso dei secoli. E non dimentichiamo che nei secoli la Chiesa è stata piena di alti prelati non religiosi, Cardinali non presbiteri ma solo rampolli di nobili famiglie, Antipapi ecc. che potrebbero aver benissimo trafugato la reliquia/icona per il proprio tesoro familiare sostituendola con un falso. Praticamente quasi non esistono "cose", oggetti, posti e nemmeno tempi accertati nel cristianesimo. Non si sa con certezza nemmeno l'anno di nascita di Gesù, ed è tutto dire. A prova di tali insormontabili difficoltà, in Terra Santa i luoghi accertati al di là di ogni ragionevole dubbio sono segnati con una particolare stella. In questo contesto, personalmente mi pare ovvio, è stupido più che inutile cercare verità scientifiche che dimostrino l'autenticità di immagini "miracolosamente" (miracolo mai riconosciuto, peraltro) rimaste impresse su una stoffa durante un episodio di duemila anni fa che si dubita sia andato effettivamente in quel modo se non che si sia verificato veramente. La Chiesa è la prima ad averlo capito. Se quindi si vuole mantenere Voci che riportano tali contesti e tali cose, nel rispetto della tradizione religiosa, la si finisca con diatribe peraltro non supportate da sufficienti analisi scientifiche. Se Paint (moderne tecniche di pittura digitale) è stato usato sul volto di Manoppello vuol dire che, dopo la Sindone, è l'icona studiata con i mezzi più moderni (all'epoca magari appena usciti), molti altri, ad andar bene, sono stati studiati con lenti d'ingrandimento! Limitiamoci quindi, consci di tali insormontabili limiti, a riportare le opinioni di un po' tutti, cercando di non sbagliare l'attribuzione sbagliando nome, è successo pure a me, chiedo venia, modificare la prosa di chi scrive troppo complesso senza prenderlo in giro e non lavorare per distruggere l'avversario "perché la mia è la vera icona, da dove c.... esci tu con quello straccetto" che mi sembra il criterio più in voga ultimamente. E lo dico a me stesso innanzitutto. Buon lavoro a tutti.