Discussione:Nicola Pende

Nonostante sia diventato nel ventennio fascista Senatore del Regno, Nicola Pende, nel settembre del 1943, ricoverò nella struttura ospedaliera del Policlinico, con il preciso scopo di sottrarli alla deportazione. (testimonianza di Ornella Perugia ricoverata nella struttura assieme al fratello Umberto). La documentazione in merito a ciò è rintracciabile nell'Archivio generale di Stato presso Roma. Inoltre, il fatto che egli non firmò il Manifesto degli scienziati fascisti, è sorretto dal fatto che in un congresso medico poco prima della pubblicazione dell'assurdo documento definì le cose scritte nel medesimo come "coglionerie", come riportato nel verbale del congresso. Ritengo, dunque, che l'attuale biografia di Nicola Pende contenuta sul sito di Wikipedia alla voce "Nicola Pende" sia assolutamente demonizzante nei confronti di un personaggio così illustre che come tanti scelse la via del Fascismo, per il semplice motivo di non intaccare la propria fama così faticosamente costruita in precedenza.

Nessuno ci dice che firmò il manifesto degli scienziati razzisti.Mi sembra che la giustizia italiana dopo la guerra lo assolse anche per quello che FORSE aveva fatto Antonio Checchi

Non ho mai approfondito l'argomento, ma a lume di naso mi pare del tutto assurdo che uno scienziato di quella statura potesse sottoscrivere una tale ignominia. Oltretutto, Pende non aveva certo bisogno di guadagnarsi delle benemerenze, a differenza degli altri firmatari, veri o presunti, del "Manifesto", che, con poche eccezioni, a quell'epoca erano degli oscuri assistenti universitari. Quanto al suo "declino" nel dopoguerra, mi risulta che Pende cosntinuò a esercitare con successo la professione in una clinica di sua proprietà. Che poi le sue tesi fossero superate, questo è un altro discorso. --Cambon 13:17, 22 feb 2007 (CET)

In realtà, da "I dieci" di Franco Cuomo e da una lettera di Pende ivi riportata in appendice l'episodio del settembre 1943 non risulta - un po' strano, essendo una sua lettera personale del 1948 in difesa dalle accuse di antisemitismo. Piuttosto risulta che dopo la guerra, a regime caduto da tempo, Pende avrebbe detto di aver cercato di negare la sua adesione al manifesto con una smentita mai pubblicata, e a quel punto di averlo fatto in un articolo sulla rivista "Vita universitaria": ma sul numero indicato da Pende non vi è alcuna smentita, si legga l'appendice alle pagine 250-261. Rispetto ai "mi sembra" e alle opinioni "a lume di naso", per quanto corrispondenti all'attuale buonsenso (anche a me molte cose di quegli anni e anche di questi paiono assurde), in un'opera a carattere enciclopedico privilegerei piuttosto dei dati che hanno una fonte, e anche molto seria (Franco Cuomo è stato un grande uomo di cultura). Se poi ci sono prove contrarie si corregga: ma citando fonti attendibili. Grazie, Angiolillo

"L'associazione e rivista Ebraica "ISRAEL" alla fine del conflitto, condannò l'opera antisemita e razziale di Pende." Sposto di qua questa frase, al momento senza fonte e di cui oggettivamente non si ravvede la rilevanza.--Jose Antonio (msg) 01:17, 6 apr 2013 (CEST)

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Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 11:00, 24 lug 2019 (CEST)

Pagina a dir poco "edulcorata"..

Le notizie su Pende sono superficiali più che sintetiche e tendono a minimizzare o dubitare in merito al suo ruolo di primo piano all'interno degli scienziati razzisti firmatari del manifesto del 1938. Non si fa accenno, inoltre, alle sue teorie di riabilitazione medica dall'omosessualità. --87.17.247.104 (msg) 03:00, 1 ago 2022 (CEST)