Discussione:Libro di Tobia

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In questa voce sono presenti diverse imprecisioni:

1. "Deuterocanonico" non è sinonimo di "apocrifo", ma significa "dichiarato canonico in un secondo momento". Se è da considerarsi canonico in un secondo tempo ne consegue che è anche "ispirato" in quanto "kanon" significa "normativo". Sarebbe meglio precisare da chi non è considerato ispirato, perché da molte confessioni cristiane (non solo quella cattolica e delle chiese ortodosse e orientali) lo è!

2. Grave è l'imprecisione storica che il canone palestinese fu fissato verso la fine del V secolo a.C. Il canone fu fissato nel II secolo dopo Cristo, probabilmente dal concilio di Jamnia. Qui furono stabiliti quei criteri di canonicità dei testi dalla corrente superstite dell'ebraismo della diaspora: uno di questi criteri prevedeva che nessun libro potesse essere considerato "ispirato" dopo la riforma di Giosia (848 a.C.-609 a.C.), ma questo non vuol dire che la dichiarazione corrispondesse a un fatto avvenuto al tempo di riferimento. Un altro criterio del concilio di Jamnia fu quello di espungere tutti i libri che non avevano l'originale in ebraico. E questo avvenne per quei libri presenti nella Septuaginta. Poi solo di recente dalla sinagoga di Alessandria si è recuperato per 80% l'originale ebraico del libro di Sirac, oggi in esposizione al British Museum. Andrei più cauto sulla questione della canonicità. Questa voce, così come si presenta, è di parte.

Consiglierei di rivedere questi punti sulla base di "Introduzioni" serie e accreditate "allo studio dell'Antico Testamento".

la parola "mamrè" ccompare varie volte nell'Antico Testamento e in particolare nel libro di Tobìa. Secondo il prof. Giacinto Auriti, è la prima testimonianza storica di carta moneta, non metallica, con valore nominale garantito in solido dall'intero popolo ebraico. Qualsiasi ebreo era tenuto dalla religione a cambiare in metallo la moneta presentata alla riscossione anche dagli stranieri che ne entrano in possesso. L'ebreo figlio di Tobia si reca in Media d aun parente ebreo, a riscuotere delle monete diu argento lasciate in deposito..la voce di wikipedia non dice che il figlio di Tobia si reca con un mamrè-la banconota-ricevuta di pagamento che usavano all'epoca, nè chi lasciò in deposito l'argento dal parente di Tobìa.
Secondo auriti, <<Dio stesso, per mezzo del Suo Arcangelo, cura la “riscossione” del “prestito” (cfr. Cap. 5-12)>> benedicendo l'uso di queso strumento monetario. Mosè infatti comandò al suo popolo l’obbligo del prestito reciproco in caso di bisogno e la remissione dei debiti ogni sette anni, in ricorrenza del cosiddetto anno sabatico (Deuteronomio 15, 1, 11)… Da questo comandamento derivò dunque la responsabilità solidale di tutto il popolo ebraico a garanzia del pagamento del titolo di credito emesso da uno dei suoi componenti a favore degli stranieri

non si capisce molto, a parte gli errori ortografici che da tempo capitano di frequente.--Philosopher81sp (msg) 20:28, 18 ago 2020 (CEST)[rispondi]

La dote e la legge mosaica[modifica wikitesto]

La sezione indica alcuni elementi che sono associati a un popolo e indirettamente alla sua lingua: la dote, la legge mosaica, il salmo finale, la primogenitura che vincola la sposa, la carità e la pietà dei morti.

Sembrava poco opportuno creare un'latra sezione di poche righe. Tobia è citato dalla angelo come un re che ha un segreto da mantenere.

Sorprende la scarsità di prove storiche note a lui riferibili. Una sezione dovrebbe parlarne, qualora si trovi qualche fonte in rete.--Philosopher81sp (msg) 20:27, 18 ago 2020 (CEST)[rispondi]