Discussione:José Moscardó Ituarte

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Nel suo libro Storia della Repubblica e della guerra civile in Spagna (vol.2) M. Tunon de Lara, (pag.465) dice: L'indiscutibile valore dei difensori dell'Alcazar ha dato luogo ad un dilagare di letteratura agiografica nella quale la storia cede per lo più il passo alla leggenda. Molto si è discusso, per esempio, sulla minaccia che sarebbe stata fatta a Moscardò, il 23 luglio, da un capo dei miliziani, "che gli avrebbe ucciso il figlio se l'Alcazar non si fosse arreso". La sola cosa che si può dire è che Luis Moscardò, figlio del colonnello, fu giustiziato, ma non in quei giorni, bensì il 23 agosto; Gòmez Oliveros biografo del difensore dell'Alcazar, riferisce i fatti come se Luis fosse stato fucilato per rappresaglia dopo un bombardamento; dice tra l'altro: "Luis Moscardò è uno di quegli infelici destinati ad essere fucilati". Credo che il più interessante studio intorno a questa polemica sia quello compiuto da Herbert R. Southworth, nel suo documentato libro El mito de la cruzada de Franco. Southworth, basandosi su numerose testimonianze, ed in primo luogo su quella di Gòmez Oliveros, biografo di Moscardò, afferma che il telefono era tagliato. E' vero che Aznar ha affermato che la linea era stata riallacciata per ordine del governo; tuttavia, non esiste nessun dato ne alcuna indicazione che permettano di accertare l'esistenza di conversazioni telefoniche fra l'Alcazar e la città. La visita di Rojo, l'8 settembre come la visita di padre Camarasa, furono preparate a mezzo di megafoni. Neanche l'ambasciatore del Cile Nunez Morgado utilizzò il telefono nella sua visita del 13 settembre. Tuttavia Koltsov parla dell'esistenza del telefono. Southworth aggiunge testimonianze scritte sulla sorpresa di Moscardò, quando l'Alcazar fu liberato, nel ricevere le condoglianze per la morte del figlio.