Discussione:I migliori cento romanzi gialli di tutti i tempi

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Il primo libro di Fabio Calabrese "La perfetta Religiosa". E' un libro di 175 pagine. Può essere acquistato in qualsiasi libreria e qualora non disponibile sarà consegnato in tre-quattro giorni lavorativi. È stata realizzata anche una versione ebook reperibile online su numerosi siti, tra i quali Gangemi editore, Mondadori Store, Amazon, ibs, books google, rcs libri, libroco, excalibooks e tantissimi altri. L'autore devolverà il ricavato della vendita del libro all'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Dalla prefazione di Franco Di Mare "Giacomo Damiani è un giovane maresciallo della Guardia di Finanza che presta servizio a Roma, impegnato nella tutela del patrimonio artistico ed archeologico. Una sera d'inverno, durante un ricevimento in un'elegante dimora del centro, è testimone di un furto di opere d'arte. La circostanza impone che se ne occupi personalmente rapportandosi con i propri superiori e con l'Autorità Giudiziaria. Il furto presenta delle anomalie, avendo per oggetto un importante dipinto del '600, qualche genere d'antiquariato e un paio di manoscritti di modestissimo valore commerciale, espediente - questo - che potrebbe essere stato concepito dagli autori del reato per sviare le indagini. Si sospetta fin da subito che il colpo possa essere maturato all'interno della famiglia, una complessa aggregazione di nobili decaduti e desiderosi di annullare i conti in rosso con un'importante polizza assicurativa, peraltro appena stipulata. Ma è una soluzione troppo facile per un giallo, che quindi "giallo" non sarebbe. Calabrese progetta allora il suo racconto facendo scendere in campo una serie di personaggi lombrosiani: il conte eponimo, l'immancabile factotum di palazzo, un antiquario, un'affascinante restauratrice, il custode di Palazzo Venezia, l'abbadessa di un monastero di clausura, ma soprattutto Matilde, una storica dell'arte che si propone di collaborare con gli inquirenti. La caparbietà e l'ostinazione dell'aabbadessa assumono ora tratti singolari, e Calabrese è abilissimo nel tracciarne il profilo e la risolutezza, regalando al lettore uno dei ritratti psicologici più interessanti della narrativa di genere [...] Il giallo si conclude con un finale inaspettato, che invita alla riflessione, aperto alla fantasia e all'interpretazione del lettore. A Calabrese, che lavora nel mondo dell'arte, non interessa solamente creare suspense e attesa nel lettore: il suo racconto - come sottolinea Claudio Strinati, uno dei primi ad aver letto la bozza del libro - è sostenuto da un evidente, complesso lavoro di documentazione, nel tessere il ductus narrativo con tutte le implicazioni storiche, culturali, sociali e simboliche che egli ha ben saputo rendere. Fuori o dentro la finzione letteraria - in fondo - si direbbe che è questo il compito dello scrittore, ma certo sorprende l'abilità di questo autore - sostanzialmente al suo debutto - capace di un'opera di costruzione "fuor di canovaccio" e quindi anche intellettuale. Questo libro, che tratta di un'indagine nel mondo dell'arte, racconta anche i meccanismi simbolici su cui si regge il valore della cultura e di taluni aspetti patologici che la riguardano. La storia delle opere rubate diventa allora l'occasione per decrivere la dedizione di soprintendenti, storici dell'arte, restauratori e custodi di musei, ma anche delle forze dell'ordine, deputate alla tutela dei beni culturali. Così come si parla dell'insana bramosia di taluni collezionisti, che in fondo è quella che combatte ogni giorno Fabio Calabrese, nella sua encomiabile attività lavorativa. Il romanzo, dunque, diventa una fictional biography, una storia del proprio mestiere e delle proprie esperienze - istruttiva, senza dubbio - che trae spunto da un'operazione di recupero - questa tutt'altro che frutto di fantasia - di una serie di opere sottratte proprio alle Clarisse Cappuccine di Napoli, in quell'endroit sospeso nel tempo che diventa il teatro delle mille suggestioni del romanzo."