Discussione:Emilio Villa

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Emilio Villa è stato poeta, artista, biblista, traduttore da varie lingue, fondatore di riviste e promotore di mostre d’arte. Nato a Affori (MI) nel 1914, studia in vari seminari lombardi, poi all’Istituto Biblico di Roma, dove si dedica allo studio del sumero e di lingue semitiche antiche. Abbandonato l’Istituto, ma continuando a coltivare studi di semitistica e di paleografia, durante il secondo conflitto mondiale si occupa anche di arti figurative e dei nuovi orientamenti dell’arte contemporanea, soprattutto dopo la parentesi trascorsa in Brasile nel 1951-52. Tra il 1961 e il 1968 è l’animatore della rivista romana d’avanguardia “Ex”. Suoi testi poetici appaiono in varie raccolte a partire da Adolescenza (1934) e in sporadiche pubblicazioni in cui sono accompagnati da opere di artisti suoi sodali, tra i quali Burri (17 variazioni su temi proposti per una pura ideologia fonetica, 1955), Nuvolo (Cinque invenzioni di Nuvolo e un poema di Emilio Villa,1954), Novelli (Un Eden précox, 1957), Corrado Costa (Phrenodiae quinque de coitu mirabili, 1971), Turcato (9 litographies de Giulio Turcato et 9 méditations courtes par Emilio Villa, 1974), Bonalumi (Ridente sillaba, 1995), Castellani (Trous, 1996). Portando a conseguenze estreme la propria avversione per la cultura ufficiale italiana più conservatrice, a partire dagli anni cinquanta sperimenta una scrittura nella quale si alternano o compenetrano diverse lingue: il francese, lo spagnolo, il portoghese, il provenzale, l’inglese, il latino, il greco, il dialetto milanese. E’ morto a Rieti il 14 gennaio 2003. Testi di Emilio Villa sono disseminati in un gran numero di quotidiani (tra i quali “Il Meridiano di Roma”, nel biennio 1937-38) e riviste, tra le quali “Frontespizio” nel 1937-38, “Circoli” nel 1938-39, “Corrente”, “Convivium”, “Letteratura” nel 1939, “Il Bargello” negli anni trenta, “Studi e materiali di storia delle religioni” nel 1939-41, “L’Italia che scrive” nel 1941-43, “Cinema”, la brasiliana “Habitat”, “Appia antica”, “Civiltà delle Macchine” nel 1953-57, “Art d’Aujourd’hui”, “Art International”, “Carte segrete”, “Linea Sud” nel 1967, “Documento Sud” nel 1958, “Vie des Arts”, “Tau/Ma”, “Quaderno” nel 1962, “Continuum”, “Terzoocchio” nel 1985 e “Uomini e idee”, che nell’ottobre 1975 dedicò un numero a E.V. E’ stato appurato che gli articoli apparsi su “La difesa della razza” e su altre pubblicazioni fasciste, nonché di alcune traduzioni di dialoghi platonici alla fine degli anni trenta, sono opera di un omonimo istriano. Fonte: Aldo Tagliaferri, biografo pubblicato di E.V. (Il Clandestino) 27-11-2013