Discussione:Centrale solare orbitale

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"Il vantaggio di disporre le celle fotovoltaiche nello spazio rispetto a quello di istallarle sulla Terra è dovuto alla costanza dell'illuminazione e alla mancanza di condizioni atmosferiche (nuvole, pioggia, ecc..) che riducano l'afflusso di energia verso le celle."

Forse queste sono questioni che andrebbero un po` approfondite in questo articolo. La costanza di illuminazione prima di tutto mi pare sia falsa. Se la centrale e` in orbita geostazionaria non puo` essere illuminata dal sole 24 ore su 24. Inoltre non credo sia vera nemmeno l'affermazione che e` insensibile alle condizioni atmosferiche. Se l'energia infatti viene trasmessa tramite microonde da satellite a terra le condizioni atmosferiche potrebbero influire sul rendimento di questo "trasporto" di energia via etere. Come dicevo sono questioni che andrebbero approfondite e non schiaffate li` come sono.

Proporrei anche di fare dei confronti oggettivi (costo, resa al metro quadro,...) tra i metodi produrre energia con il solare.

~Filippo

"Assumendo un tipico pannello solare, questo pesa 20 chilogrammi per ogni kilowatt prodotto, senza considerare la massa delle strutture di supporto. Supponendo di realizzare una stazione di 4 gigawatt si avrebbe un peso di 80.000 tonnellate e quindi 1600 lanci dello Space Shuttle solo per muovere il materiale nell'orbita bassa del pianeta (come portare il materiale in orbita geostazionale è un altro problema). Una versione leggerissima dei pannelli peserebbe 1 chilogrammo per kilowatt e quindi 4.000 tonnellate dunque 80 lanci dello Shuttle. Una versione leggerissima della centrale solare orbitale costerebbe solo per la messa in orbita bassa dei pannelli 40 miliardi di $. Il come assemblare la struttura, le strutture di supporto e il portare il satellite in orbita geostazionale sono ulteriori problemi da affrontare." Cosa si intende per "pesa 20 chilogrammi per ogni kilowatt prodotto"? E' un testo privo di significato. Il kW è una misura di potenza. L'eventuale intenzione di riferisri al kWh ha ancora meno significato. Questa parte va totalmente riscritta.--Giancarlo tecchio (msg) 15:23, 21 feb 2010 (CET)[rispondi]

L'intero articolo e' un' assurdita' e andrebbe rifatto da zero. La parte "sicurezza" e' completamente falsa da capo a fondo. Come si fa a dire che "il fascio sarebbe assimilabile per potenza a quello di un telefono cellulare"? O la centrale e' in grado di generare 500 milliwatt, nel qual caso c'e' da chiedersi cosa l'abbiano messa a fare, o l'affermazione e' falsa. Il tutto sembra piu' che altro una burla messa in piedi per vedere se qualcuno era attento. Marco 08:25, 05 luglio 2010

"Una centrale solare orbitale è un'ipotetica centrale elettrica costituita da uno o più satelliti che tramite celle fotovoltaiche convertono la luce del Sole in corrente elettrica e poi tramite un'antenna trasmettono l'energia ottenuta sotto forma di microonde."

ho visto la pubblicità della prossima puntata di superquark di giovedì 12 agosto 2010 che parlerà dello stesso argomento e dice che invece delle microonde usa un laser per trasmettere l'energia a terra, forse sarebbe il caso di guardarla.

Titolo: orbitale o orbitante?[modifica wikitesto]

Metto un dubbio ma non sono un esperto: "Centrale solare orbitante" non sarebbe meglio di "Centrale solare orbitale"? Non so se orbitale sia in uso o deriva da una traduzione (suppongo dall'inglese) ma "orbitante" descrive meglio il concetto e non lascia nessun dubbio. --Francescost (msg) 11:37, 23 mag 2011 (CEST)[rispondi]

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Ipotizzato da Asimov[modifica wikitesto]

Al di là del fatto che nella voce viene affermato che "L'idea di questo tipo di satelliti è nata alla fine del 1968 [...]" senza citare una fonte a supporto, andrebbe aggiunto che l'idea di Centrale solare orbitale venne ancora prima ipotizzata nel racconto L'ultima domanda di Isaac Asimov risalente al 1956:

"L'energia del sole veniva ora immagazzinata, trasformata e utilizzata direttamente, su scala planetaria. La Terra intera poteva spegnere i suoi fuochi alimentati a carbone e le sue centrali nucleari, per far scattare l'interruttore che connetteva il tutto a una piccola stazione, di un chilometro e mezzo di diametro, in orbita attorno alla Terra a una distanza che era la metà di quella della Luna. Tutto, sulla Terra, funzionava ora grazie agli invisibili raggi dell'energia solare."

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Disponibilità luce[modifica wikitesto]

Nella sezione Descrizione trovo un paradosso: "nello spazio la centrale riceverebbe illuminazione diretta e costante per il 99% dell'anno", ma se la trasmissione dell'energia è assicurata da un'antenna posta a terra, la centrale deve per forza essere geostazionaria e se lo è, non può ricevere la luce del sole 24 ore al giorno. Anche sfruttando l'orientamento dei pannelli, ammesso sia possibile farlo in modo economico, si potrebbe raggiungere, ma qui bisognerebbe ulteriormente fare dei calcoli, non più di 14 ore di luce considerando che la stazione si deve trovare almeno a 40Km dalla superficie terrestre.

Pertanto, tutto lo sviluppo di tale ipotesi/progetto e i calcoli sull'energia prodotta devono essere corretti.

Se la stazione non è geostazionaria, allora le antenne a terra dovrebbero essere molte e il fascio di energia dovrebbe essere interrotto e direzionato tante volte quante le stazioni installate. --Stemaste (msg) 11:59, 6 apr 2022 (CEST)[rispondi]