Discussione:Accento distintivo sui monosillabi

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Accento distintivo sui monosillabi
Argomento di scuola primaria
Materiagrammatica italiana
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Progetto Wikipedia e scuola italiana

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Lista di scrittori[modifica wikitesto]

Sarebbe secondo me interessante avere una breve lista degli scrittori più importanti degli ultimi due secoli che erano soliti scrivere se stesso o sé stesso. --PersOnLine 00:06, 25 giu 2009 (CEST)[rispondi]

Secondo le grammatiche (ed altro)[modifica wikitesto]

La seconda citazione del paragrafo contiene alcuni errori: sono dei lapsus o proprj della stampa?--Geminiano onainimeG 17:33, 23 ago 2009 (CEST)[rispondi]

corretto, grazie per la segnalazione.

Se non erro...PRONOME PERSONALE sé INDICATO CON ACCENTO ERRATO IN PASSAGGIO SEGUENTE (avete messo accento grave invece dell'accento acuto):

Con accento distintivo si intende un accento grafico la cui funzione precipua non è quella di indicare la pronuncia ossitona di un monosillabo (come in più), bensì differenziarlo graficamente da un omografo al fine di renderne immediato il riconoscimento della funzione o del significato.

In italiano la normazione ortografica di questi accenti non è sempre motivata dal piano di vista logico, né coerente, ma si rifà a ragioni per lo più d'ordine storico e d'uso corrente; la situazione attuale può essere così riassunta:

   "* è obbligatorio l'accento su: ché (perché, affinché), dà (dare), dì (giorno), è (essere), là e lì (avverbi), né (coniugazione), *sè* (pronome tonico), sì (avverbio), tè (bevanda);"

nel resto del testo avete utilizzato l'accento corretto

         "o è omettibile su "sé" quando accompagnato da stesso e medesimo per consolidamento d'uso, ma non rappresenta regola grammaticale, né "sé stesso" è comunque un errore ortografico;"


Sé [modifica]

In italiano, Sé (/se/), pronome personale di terza persona riflessivo forte (non atono), è uno dei monosillabi che in italiano richiedono obbligatoriamente la presenza dell'accento (sempre acuto) per distinguersi dagli omografi se congiunzione e se pronome atono (variante posizionale di si).

Senza fonti?[modifica wikitesto]

A me sembra che le fonti e le citazioni ci siano, dov'è che mancherebbero le fonti puntuali? PersOnLine 15:41, 28 nov 2009 (CEST)[rispondi]

Modifica link a sezione[modifica wikitesto]

Segnalo che c'è da cambiare [[#là|là]] in [[#Là|là]]. -- Basilicofresco (msg) 10:04, 25 feb 2010 (CET)[rispondi]

✔ Fatto Ma piccola polemica: non facevi prima a cambiarlo tu stesso, piuttosto che a fare la segnalazione? PersOnLine 10:36, 25 feb 2010 (CEST)[rispondi]
In effetti hai ragione, la pagina non è protetta... Mi ha tratto in inganno il fatto che il bot mi ha segnalato "Page [[Accento distintivo sui monosillabi]] is locked; skipping." Il messaggio è praticamente sempre dovuto alla protezione della pagina, ma in questo caso era solo colpa del template {{nobots}}. Funziona. :) -- Basilicofresco (msg) 00:03, 26 feb 2010 (CET)[rispondi]

Sé stesso[modifica wikitesto]

Nella sezione "" citiamo diverse fonti che sostengono la forma "sé stesso/medesimo" ma dicono che molti sostengono la forma "se stesso/medesimo", ma non citiamo direttamente nessuna di queste fonti. Imho sarebbe opportuno farlo, siete d'accordo? --Jaqen [...] 14:27, 8 feb 2012 (CET)[rispondi]

Che io sappia di dizionari blasonati o grammatiche autorevoli che sostengano la maggior legittimita di se stesso/medesimo non ce ne sono: si limitano tutti quanti ad accettarlo tiepidamente o a definirlo ammissibile: insomma non lo condannato, punto. Cosa che, fra l'altro, è già implicita nelle citazioni riportate.
E' un po' come la questione di soprattutto vs sopratutto: sono generalmente entrambi accettati da dizionari e grammatiche, ciò non toglie che tuttavia la forma più corretta, sia da un punto di vista storico che logico, sia (almeno per il momento) solo la prima, che è infatti quella caldeggiata.
Fra tutte le componenti della grammatica, l'ortografia è quella che ha storicamente e classicamente le regole più rigide e meno mutabili, al contrario della fonologia e persino della sintassi che sono molto più plastiche di quanto non si pensi.--PersOnLine 14:49, 8 feb 2012 (CEST)[rispondi]
prima di tutto, proverei a sistemare l'impianto della voce dato che metà della voce sembra essere fatto da {{quote}} consecutive. essendo la voce priva di una sezione Bibliografia, suggerirei in prima battuta di trasformare i link ai piedi delle citazioni in riferimenti bibliografici (legati con il {{cita}}). --valepert 14:40, 8 feb 2012 (CET)[rispondi]

Segnalo che una fonte citata nella sezione in questione (Canepari, Manuale di pronuncia italiana) contiene una terminologia molto poco accademica e molto poco enciclopedica (se la copio e incollo il sistema mi blocca per stalkwords). Ma purtroppo per lui da cinquecento anni si scrive e si stampa normalmente se stesso. --5.87.171.107 (msg) 21:23, 17 mar 2018 (CET)[rispondi]

Non so che cosa tu voglia dire, ma Luciano Canepari è uno studioso rispettatissimo e non credo proprio che io o te possiamo metterci a giudicare la sua espressione. La tua affermazione sui "cinquecento anni" si commenta da sé, consiglio di studiare un po' l'evoluzione della stampa nei secoli. --Nemo 09:23, 18 mar 2018 (CET)[rispondi]
Per la cronaca, ieri citando le di lui espressioni sono stato bloccato dal sistema per stalkwords.
Sempre per la cronaca, quanto ai cinquecento anni puoi andarti a leggere le esemplificazioni fatte (che riguardano anche e soprattutto gli anni recenti) sotto la discussione in "Colloqui con sé stesso": carta canta. --94.162.82.66 (msg) 11:31, 18 mar 2018 (CET)[rispondi]
"Carta canta" nel senso che sei andato a leggerti le carte di cinquecento anni fa? L'errore del sistema di cui dici va segnalato come tale, ma non toglie che Canepari è una fonte attendibile, che descrive come la finta regola del "se stesso" sia una di quelle dannose invenzioni della "grammatica da scuola elementare" che, incalcata a forza e ripetuta macchinalmente, porta le persone poi a commettere dei veri errori (incontestabili) come "a se stante". --Nemo 11:48, 18 mar 2018 (CET)[rispondi]
Su Canepari posso essere d'accordo (cadute di stile terminologiche a parte), su "se stante" (o "sestante"?), che non riesco a trovare in autori antichi ma solo in scrittori d'oggi, sono d'accordissimo. Su "Colloqui con sé stesso" invece siamo in molti anche moderni NON d'accordo. --94.162.82.66 (msg) 12:57, 18 mar 2018 (CET)[rispondi]

Ci sono degli errori[modifica wikitesto]

Ci sono degli errori, per esempio do si scrive sempre senza accento come indica l'Accademia della Crusca. http://www.accademiadellacrusca.it/faq/faq_risp.php?id=4016&ctg_id=93 --Kaspo 01:59, 20 apr 2012 (CEST)[rispondi]

Davvero [1]? --151.41.171.54 (msg)
Sei sicuro di saper leggere quel lemma del Treccani? La forma è indicata in uncinate o con precisazione "Raddoppiamento fonosintattico". --Nemo 09:26, 18 mar 2018 (CET)[rispondi]

Manca sì (avverbio): "sì o no?" senza accento, invece, si (pronome) come si chiama?

        Federico Antinori

Cito dalla voce: «[l'accento] è talora usato su dài (imperativo di dare), per evitare confusione con l'altrimenti omografo indicativo (dai)». Ma in Treccani l'accentazione è prevista eventualmente sull'indicativo e non sull'imperativo (tranne in caso di raddoppiamento fonosintattico, dove però non è più monosillabico).
Eppoi leggo qua e là che non ci sarebbe possibilità di confusione con la preposizione articolata dai. Premesso che, se il contesto è esteso, allora non c'è mai possibilità di confusione; viceversa in testi brevi, come in un titolo, potrebbe esserci. Ad es., se si isola un segmento di frase del tipo "dai molti talenti", non si potrà essere sicuri di cosa sia senza accentare il dai verbale: "(un uomo) dai molti talenti" oppure "dài molti talenti (a un uomo e lo corromperai)"? --94.162.82.66 (msg) 14:12, 18 mar 2018 (CET)[rispondi]