De omnibus rebus et de quibusdam aliis

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L'espressione latina de omnibus rebus et de quibusdam aliis ('di tutte le cose e di alcune altre') è usata ironicamente per riferirsi a coloro che, in una discussione o in un testo scritto, pretendono di essere esaustivi e finiscono per affastellare una miscellanea informe di argomenti.[1]

La locuzione sarebbe una variante buffonesca dell'espressione de omni re scibili et quibusdam aliis ('di tutte le cose conoscibili e di alcune altre'), a sua volta parodia, forse di Voltaire, di un passaggio delle Novecento tesi difese dall'umanista Giovanni Pico della Mirandola a Roma nel 1486[1][2]:

«Per numeros habetur via ad omnis scibilis investigationem et intellectionem [...].[3]»

La frase è stata ripresa da svariati autori, tra cui Thomas Carlyle (in una lettera a Jane Baillie Welsh del 18 settembre 1823) e Karl Marx (in una lettera a Ferdinand Lassalle del 12 novembre 1858)[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Dizionario delle sentenze latine e greche, a cura di Renzo Tosi, BUR, 2017 [1ª ed. 1991].
  2. ^ Giuseppe Fumagalli, L'ape latina, Hoepli, 1987, p. 59.
  3. ^ Conclusiones de mathematicis secundum opinionem propriam, numero LXXXV, 11. Dopo questa undicesima conclusio, seguono settantaquattro questiones ad quas pollicetur se per numeros responsurum, per il totale delle ottantacinque conclusiones del titolo della sezione.