Commissione dei Ricorsi

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La Commissione dei Ricorsi è, nell'ordinamento della Repubblica italiana, un organo di giurisdizione proprio del diritto industriale e per la tutela dei brevetti e dei marchi.

Natura[modifica | modifica wikitesto]

La Commissione dei Ricorsi è competente a giudicare contro i provvedimenti dell'Ufficio italiano brevetti e marchi che respingono totalmente o parzialmente una domanda o istanza ai sensi dell'art. 135 del Codice della proprietà industriale, D.lgs 10 febbraio 2005, n. 30. La corte costituzionale ha definito[1] questo organo non incompatibile con l'art 102 Costituzione trattandosi di una «giurisdizione esclusiva» e speciale, in quanto anteriore all'entrata in vigore della Costituzione.

Composizione[modifica | modifica wikitesto]

I componenti sono magistrati di grado non inferiore a quello di Consigliere d’appello o tra i professori di materie giuridiche delle università o degli istituti superiori dello Stato e sono nominati con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico. Ogni sezione si compone di un Presidente (e un presidente supplente), un relatore e otto membri.

La procedura[modifica | modifica wikitesto]

La procedura è descritta nell'art 136 del Codice della proprietà industriale e in particolare è possibile dedurre sia l’incompetenza che la violazione di legge, ed anche l'eccesso di potere cioè i tre motivi di annullabilità tipici dell'atto amministrativo[2]. È stata introdotta anche la tutela cautelare e inoltre è stato ritenuto organo avente la potestà di sollevare rinvii pregiudiziali alla corte di giustizia della Unione Europea.

Le decisioni della Commissione[modifica | modifica wikitesto]

Le decisioni della commissione devono essere motivate e sono ricorribili per cassazione o per revocazione.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Vedi sentenza Corte Costituzionale 10 maggio 1995. n. 158
  2. ^ Trattato dei marchi: Diritto europeo e nazionale, Marco Ricolfi, pp. 120

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Sito ufficiale, su uibm.gov.it. URL consultato il 22 marzo 2017 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2017).
  • Sito del Massimario, su uibm.gov.it. URL consultato il 22 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2017).
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