Città di vita

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La Città di vita è un poema in volgare di Matteo Palmieri. Scritto probabilmente tra il 1451 e il 1465, racconta un viaggio oltremondano compiuto dallo stesso autore, nella forma del sogno.

Struttura del poema[modifica | modifica wikitesto]

Il poema ricalca sul piano strutturale il modello dantesco; è composto di terzine di endecasillabi a rima incatenata, e diviso in tre libri e cento capitoli. Una minima variazione rispetto allo schema dantesco si trova nell'organizzazione dei capitoli: sono 33 nei primi due libri e 34 nel terzo e ultimo. Ognuno dei cento capitoli è composto di 50 terzine; nel primo e nel terzo libro ogni capitolo è terminato da un verso isolato che chiude la rima col verso centrale della terzina che lo precede (come nella Commedia dantesca); il secondo libro invece è composto di una sequenza continua di rime incatenate che si susseguono dal primo all'ultimo capitolo, senza interruzione. Il poema somma così in totale l'impressionante numero di 15067 versi, superiore anche a quella della Commedia di Dante, che non ha un numero predefinito di terzine per canto.

Tradizione manoscritta ed edizioni moderne[modifica | modifica wikitesto]

La Città di vita è conservata in diversi manoscritti, tra cui il principale è un codice laurenziano che contiene anche il commento latino al poema compilato da Leonardo Dati. Attualmente è possibile leggere il poema in un'edizione semi-diplomatica allestita nel 1927-28 da una studiosa inglese, Margaret Rooke, basata sul manoscritto laurenziano e su un altro codice conservato alla Biblioteca Nazionale di Firenze, che contiene alcune correzioni autografe. A una edizione critica del poema attende Roberto Cardini.