Cintura di Afrodite

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Cupido slaccia la cintura di Venere, Joshua Reynolds, 1788, Hermitage

La cintura di Afrodite[1][2][3] o cintura di Venere (in greco: ἱμάς, himás: cinghia; κεστός, kestós: cintura; in latino: cingulum Veneri, cestus Veneris; interpretata come cintura o fascia) è un oggetto magico e mitologico appartenente ad Afrodite, la dea greca dell'amore e della bellezza.

Giunone prende in prestito la cintura di Venere, Élisabeth Vigée Le Brun, 1781

Descrizione mitologica e funzione[modifica | modifica wikitesto]

Secondo la tradizione mitologica omerica, la cintura aveva il potere di persuadere[4] e indurre il desiderio[5] amoroso sia nei confronti dei mortali che negli immortali,[6] rendendo qualunque donna la indossasse ammaliante e seducente.[7] Era, la dea del matrimonio, a volte la prendeva in prestito[8] da Afrodite per placare le liti tra gli innamorati, per stimolare i corteggiatori a spostarsi e in almeno un'occasione per manipolare suo marito Zeus.[9]

Nel suo testo dell'Iliade, Omero suggerisce che il kestós himás, tradizionalmente tradotto come "cintura ricamata", potrebbe descrivere una sorta di fascia pettorale decorata (στρόφιον, stróphion). Esiste un esempio di scultura tardo-ellenica che sembra confermare ciò, raffigurando la dea che avvolge uno stróphion (da stróphos, "fascia attorcigliata") attorno al suo petto.

Robert du Mesnil du Buisson, in uno studio sugli ornamenti che compaiono sulle figure di Ishtar, Astarte, Atargatis e Afrodite, pone l'attenzione su un caratteristico ornamento costituito da due fasce, ciascuna delle quali passa sopra una spalla e sotto il braccio formando insieme una croce diagonale, che chiama Decusse.

Nell'antichità, era usanza come tradizione per le spose greche e romane, indossare il giorno del matrimonio una cintura come abbellimento in onore della dea Afrodite o Venere, che veniva chiamata cesto o cinto di Venere (dal latino: cestus; dal greco κεστός).[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ https://books.google.it/books?id=tswjcezCU4QC&pg=PA90&dq=cintura+di+afrodite&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&source=gb_mobile_search&ovdme=1&sa=X&ved=2ahUKEwifhsafjsODAxUMhP0HHUaqCfQQ6AF6BAgKEAM#v=onepage&q=cintura%20afrodite&f=false
  2. ^ https://books.google.it/books?id=v8bC6gziHAIC&pg=PA26&dq=cintura+di+afrodite&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&source=gb_mobile_search&ovdme=1&sa=X&ved=2ahUKEwifhsafjsODAxUMhP0HHUaqCfQQ6AF6BAgHEAM#v=onepage&q=cintura%20Afrodite%20&f=false
  3. ^ https://books.google.it/books?id=3hm2oFdS4UsC&pg=PA76&dq=Cintura+di+Afrodite&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&source=gb_mobile_search&ovdme=1&sa=X&ved=2ahUKEwissJfdycODAxV6_7sIHScMDBE4ChDoAXoECAUQAw#v=onepage&q=Cintura%20di%20Afrodite&f=false
  4. ^ https://books.google.it/books?id=v8bC6gziHAIC&pg=PA26&dq=Cintura+di+Afrodite&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&source=gb_mobile_search&ovdme=1&sa=X&ved=2ahUKEwiambHGycODAxW2_7sIHfliARkQ6AF6BAgLEAM#v=onepage&q=Cintura%20di%20Afrodite&f=false
  5. ^ https://books.google.it/books?id=v8bC6gziHAIC&pg=PA26&dq=cintura+di+afrodite&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&source=gb_mobile_search&ovdme=1&sa=X&ved=2ahUKEwifhsafjsODAxUMhP0HHUaqCfQQ6AF6BAgHEAM#v=onepage&q=cintura%20%20&f=false
  6. ^ https://books.google.it/books?id=Lt9hQjxrJu0C&pg=PA169&dq=Cintura+di+Afrodite&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&source=gb_mobile_search&ovdme=1&sa=X&ved=2ahUKEwiwhN69ysODAxVkov0HHUR2DfQ4HhDoAXoECAMQAw#v=onepage&q=Cintura%20di%20Afrodite&f=false
  7. ^ https://books.google.it/books?id=eIDJllBTQ9QC&pg=PA21&dq=Cintura+di+Afrodite&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&source=gb_mobile_search&ovdme=1&sa=X&ved=2ahUKEwiambHGycODAxW2_7sIHfliARkQ6AF6BAgJEAM#v=onepage&q=Cintura%20di%20Afrodite&f=false
  8. ^ https://www.grecoantico.com/mitologia-greca.php?personaggio=afrodite%2C+venere&mito=A0031000
  9. ^ https://www.theoi.com/Olympios/AphroditeTreasures.html
  10. ^ https://www.treccani.it/vocabolario/cesto2_res-1e288028-0014-11de-9d89-0016357eee51/

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Campbell Bonner (1949), ΚΕΣΤΟΣ ΙΜΑΣ and the Saltire of Aphrodite, The American Journal of Philology, The Johns Hopkins University Press, 70(1): 1–6.
  • Friedrich Schiller (1992). On Grace and Dignity. Traduzione di George Gregory. Schiller Institute, Inc. (pubblicato originariamente nel 1793).

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