Chrodoara

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Disambiguazione – Se stai cercando la santa scozzese coeva, vedi Santa Oda.
Chrodoara
Morte di santa Oda
 
MortePrima del 634
Venerata daChiesa cattolica
Ricorrenza23 ottobre

Chrodoara, chiamata anche Oda di Amay, (... – prima del 634) fu una nobildonna merovingia e santa. Ella è tradizionalmente ritenuta la fondatrice dell'abbazia di Amay, oggi in Belgio.

Il suo nome è inscritto su un sarcofago rinvenuto nel 1977 nelle fondamenta della chiesa di San Giorgio e Santa Oda di Amay. Chrodoara è identificata con santa Oda, così chiamata dall'XI secolo.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Si pensa che Chrodoara sia nata intorno all'anno 560 in Svevia.[2] Probabilmente era sposata con Bodegiselo-Bobo, figlio di Mommolino di Soissons.[3][4] Se così, rimase vedova intorno al 589. Dopo la morte del marito, si trasferì ad Amay e dedicò le sue ricchezze e il suo tempo alla chiesa e alle opere di carità. Morì poco prima dell'anno 634 e fu sepolta nella chiesa di San Giorgio ad Amay. La chiesa è dedicata oggi a San Giorgio e Santa Ode, dove santa Ode (o Oda), nome che risale all'XI secolo, è identificata come Chrodoara.

Analisi del sarcofago di Amay[modifica | modifica wikitesto]

La parola "sancta" leggibile sul sarcofago si riferisce indubbiamente più al fervore religioso che alla santità nel senso moderno del termine. L'iscrizione laterale (alla testa del sarcofago) chiarisce questo punto: "Chrodoara, nobile, alta e illustre, dei suoi beni arricchisce i santuari". Il bastone tenuto dall'effigie di Chrodoara indica il potere su un'abbazia. Tuttavia, sebbene fosse una patrona e benefattrice dell'abbazia, probabilmente non fu una badessa.[5]

Sarcofago di Chrodoara.

Il testamento di Adalgiselo Grimo[modifica | modifica wikitesto]

Nel 634 Adalgiselo Grimo, diacono di Verdun, probabilmente zio di Adalgiselo,[6] indica nel suo testamento che le viti che possedeva in usufrutto dovevano ritornare alla sua morte alla zia, sepolta sotto la collegiata di Saint-Georges ad Amay. Gli storici identificano questa zia con Chrodoara e santa Oda. Questo pone la morte di Chrodoara prima del 634.

Tradizione[modifica | modifica wikitesto]

La tradizione sostiene che Chrodoara avrebbe sposato un duca di Aquitania, fatto errato in quanto Bodogiselo non ebbe mai questa carica: egli infatti è la base storica di Boggis, assieme al duca Bobo. Rimasta vedova nel 588, avrebbe lasciato questa regione per stabilirsi ad Amay, dove avrebbe dedicato il suo tempo e la sua fortuna alla Chiesa e alla carità. Fu sepolta sotto la chiesa di Amay. Venti anni dopo Uberto, vescovo di Liegi, abbia aperto la sua sepoltura da cui erano scaturiti molti miracoli. Un "odore dolce" sarebbe fuggito dalla tomba. Nel 1235 le reliquie furono trasferite in una cassa-reliquiario, ancor oggi situato nella chiesa di Amay. Il sarcofago ormai vuoto rimase sotto la chiesa e fu riscoperto nel 1977 in uno stato eccezionale di conservazione.

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Sembra che Chrodoara sia la madre del vescovo Arnolfo di Metz, e che possa essere stata la nonna di Ugoberto o di sua moglie Irmina di Oeren, e quindi la bisnonna di Plectrude, moglie di Pipino di Herstal, ma le prove sono troppo tardive per essere attendibili.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Da non confondere con santa Oda di Rode, celebrata il 27 novembre, la cui memoria è ancora presente nella regione di Limburgo (che faceva parte del principato vescovile di Liegi) nell'VIII secolo
  2. ^ Freddy Van Daele, La Dame du Sarcophage, pubblicato da Alfred Van Daele a Hosdent-sur-Mehaigne nel 2012.
  3. ^ Stiennon, Jacques (1979), Le sarcophage de Sancta Chrodoara à Saint-Georges d'Amay: Essai d'interprétation d'une découverte exceptionnelle, Comptes rendus des séances de l'Académie des Inscriptions et Belles-Lettres. 123 (1): 10–31.
  4. ^ Gutierrez, Ricardo (7 agosto 1995). "CHRODOARA,LA MEROVINGIENNE D'AMAY". Le Soir.
  5. ^ a b Brubaker, Leslie(ed); Smith, Julia(ed) (2004). Gender in the Early Medieval World: East and West, 300-900. Cambridge University Press. ISBN 0-521-81347-6.
  6. ^ Christian Settipani, L'apport de l'onomastique dans l'étude des généalogies carolingiennes, in Onomastique et Parenté dans l'Occident médiéval Oxford, Linacre College, Unit for Prosopographical Research, coll. « Prosopographica et Genealogica / 3 », 2000, 310 p. ISBN 1-900934-01-9, p. 185-229, p. 213, 216 et 217.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Vita sanctae Odae, XIII secolo.
  • Alain Dierkens (dir.), Le sarcophage de Sancta Chrodoara : 20 ans après sa découverte exceptionnelle[collegamento interrotto]: actes du colloque international d’Amay, 30 agosto 1997, Cercle Archéologique Hesbaye-Condroz, Bulletin du Cercle archéologique Hesbaye-Condroz, 2000-2001 (vol. 25).dont : Philippe George, De sancta Chrodoara à sainte Ode: réflexions sur le dossier hagiographique amaytois, p. 39-46.
  • Araks TELIMYAN, "Sainte Ode et Chrodoara, de la légende à l'histoire. La Vitas. Odae : historicité et idéal de sainteté", Annales du cercle hutois des Sciences et Beaux-Arts, t. LX, 2019, pp. 41–76.
  • Maurice Coens, La vie de sainte Ode d'Amay, dans Analecta Bollandiana, t. 65, 1947.
  • Stiennon Jacques, Le sarcophage de Sancta Chrodoara à Saint-Georges d'Amay : essai d'interprétation d'une découverte exceptionnelle. In : Comptes-rendus des séances de l'Académie des Inscriptions et Belles-Lettres, 123e année, n° 1, 1979, p. 10-31 (doi:10.3406/crai.1979.13555).
  • Ricardo Guttierrez, Chrodoara, la mérovingienne d'Amay, Le Soir, 7 agosto 1995, p. 11.
  • Sabine Lourtie, Sancta Chrodoara, trésor de Wallonie, La Libre, online dal 14 settembre 2009.
  • Freddy Van Daele, La Dame du Sarcophage d'Amay roman historico-légendaire/ Editeur Alfred Van Daele à Hosdent/aprile 2012.La Libre Belgique.

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