Censimento nazionale delle edizioni italiane del XVI secolo

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Censimento nazionale delle edizioni italiane del XVI secolo
sito web
URLedit16.iccu.sbn.it/
Tipo di sitobanca dati
LinguaItaliano
Commercialeno
ProprietarioIstituto centrale per il catalogo unico
Lanciomarzo 2000
Stato attualeattivo

Il Censimento nazionale delle edizioni italiane del XVI secolo (EDIT16), promosso dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e coordinato dall’Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche (ICCU), ha come scopo la documentazione della produzione a stampa dal 1501 al 1600 in Italia e quella in lingua italiana in altri paesi[1][2].

L’area di intervento è indicata come censimento di edizioni, ma, in presenza di varianti di rilevanza editoriale quali le emissioni, la descrizione di un'edizione viene articolata in più notizie bibliografiche.

Al progetto partecipano circa 1600 biblioteche di varia appartenenza – statali, di enti locali, universitarie, di istituti culturali, ecclesiastiche, private ed extraterritoriali (San Marino, Città del Vaticano)[3] – che in stretta collaborazione con l'ICCU, responsabile del progetto, contribuiscono in vario modo alla sua realizzazione. Sono particolarmente rilevanti le adesioni della Biblioteca apostolica vaticana[4] e, dal 2017, della British Library[5], che già in precedenza aveva collaborato al progetto[6]; quest'ultima è un segno dell’espansione della ricognizione oltre i confini nazionali e del crescente coinvolgimento di istituzioni straniere[7].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il progetto del Censimento nazionale delle edizioni italiane del XVI secolo, presentato alla comunità bibliotecaria a Roma nel settembre 1981, avvia la bibliografia nazionale retrospettiva riproponendo l’obiettivo che, negli anni Cinquanta, aveva ispirato l’istituzione del Centro nazionale per il catalogo unico[8]. Per attuare questa bibliografia nazionale retrospettiva si scelse la forma del censimento articolata per secoli, a partire dal XVI secolo, in prosecuzione dell'Indice generale degli incunaboli (IGI)[9] appena concluso, poiché si ritenne preliminare una ricognizione del patrimonio antico esistente nelle biblioteche italiane.

L’iniziativa, che si è avvalsa della consulenza di storici del libro e bibliografi, si è attuata agli inizi degli anni Ottanta in stretta collaborazione con le università e le amministrazioni regionali e locali. In quegli anni l’ICCU – in ottemperanza all’articolo 15 del D.P.R. 3 dicembre 1975 n. 805[10], che ne definiva le competenze in materia di catalogazione e documentazione del patrimonio librario conservato nelle biblioteche pubbliche – si impegnò nella valorizzazione del materiale antico e manoscritto e promosse la creazione di una infrastruttura nazionale al servizio delle biblioteche concepita per il trattamento del solo materiale moderno (il Servizio bibliotecario nazionale, SBN): questa strategia, elaborata dalla direttrice Angela Vinay, intendeva ricondurre iniziative bibliografiche singole e locali nel contesto di progetti di rilevanza nazionale[11].

La realizzazione del Censimento ha richiesto un piano programmatico per far fronte a una serie di problematiche riguardanti l’economia nell’organizzazione del lavoro, l’individuazione delle biblioteche e il loro coinvolgimento, l’utilizzazione dell’imponente massa di repertori sulla stampa del Cinquecento, il livello di descrizione e la soluzione informatica da adottare[12]. L’intento era quello di produrre un catalogo collettivo tradizionale destinato alla pubblicazione, puntando al coinvolgimento del maggior numero possibile di biblioteche, in modo particolare di quelle minori, e alla documentazione del maggior numero di dati.

Il catalogo a stampa vide la luce, nell’ordine dell’alfabeto, a partire dal 1985; la serie editoriale de Le edizioni italiane del XVI secolo, affidata alla cura scientifica del Laboratorio per la bibliografia retrospettiva, ha prodotto i primi sei volumi dalla lettera “A” del 1985, alle lettere “E-F” del 2007[13].

Sollecitando le biblioteche a ispezionare, verificare e catalogare i fondi antichi, il Censimento ha favorito un nuovo impulso alla catalogazione su scala nazionale. Al fine di valorizzare dei fondi storici nasce, dal 1994, l’esigenza di istituire una base dati Libro antico in SBN, provvista di apposite funzionalità di catalogazione e di ricerca[14]. L’ICCU, in quanto referente scientifico e coordinatore del progetto, ha esplicato la sua attività sia nell'ambito della normativa catalografica sia soprattutto nella raccolta centralizzata del materiale bibliografico, nell’elaborazione dei dati e nella definizione di voci di autorità e di responsabilità intellettuali e materiali.

Base dati[modifica | modifica wikitesto]

Dal marzo del 2000 il progetto ha messo online una base dati specialistica che ha riscosso l’apprezzamento di studiosi e bibliotecari[15][16].

Progettata nel 1997 per utilizzare al meglio la notevole quantità di materiale bibliografico raccolto negli anni, la base dati EDIT16 si configura attualmente, oltre che come strumento di indagine bibliografica e archivio di riferimento per le voci di autorità, come mappa organica delle collezioni librarie. La sua caratteristica è quella di disporre di una pluralità di archivi legati tra loro che, pur assicurando la gestione integrata dei dati e la loro coerenza formale, mantengono la propria fisionomia ed autonomia sia per l’informazione sia per la ricerca: all’archivio titoli, riservato alle descrizioni delle edizioni e relative localizzazioni, si affiancano archivi collaterali destinati a voci di autorità (autori, tipografi/editori, marche tipografiche), a fonti bibliografiche tradizionali ed elettroniche (bibliografia) e a dati di carattere amministrativo (biblioteche)[17].

Nel 2007 EDIT16 ha allargato il proprio campo d’indagine alle dediche con la realizzazione di un archivio apposito, unendo alle immagini i dati relativi alla loro descrizione. L’archivio consente da una parte di assicurare lo studio autonomo e comparato delle dediche nei vari aspetti testuale/figurativo e grafico/tipografico, dall’altra di fornire un ulteriore accesso ai titoli arricchendo la rete di relazioni interne alla base dati[18]. Il ricorso usuale alla dedica nell’ambito del Censimento ha favorito l’iniziativa rimarcandone l’importanza sotto il duplice aspetto, di fonte di informazione e di strumento di comunicazione e di patronage[19]

La completezza informativa si manifesta anche attraverso l’interazione con altre banche dati simili per caratteristiche e finalità – quali Incunabula Short Title Catalogue (ISTC) e Verzeichnis der im deutschen Sprachbereich erschienenen Drucke des 16. Jahrhunderts (VD 16) – favorendo una lettura più immediata di informazioni diverse pur se complementari, tramite collegamenti dalla descrizione[20]. Nel 2008 la base dati inoltre contiene più di 71.900 riproduzioni riconducili a frontespizi e colophon, che vanno a integrare all’incirca la metà delle descrizioni bibliografiche, nonché a marche tipografiche e a testi integrali di dediche, con l’aggiunta di carte preliminari o significative sotto il profilo bibliologico e bibliografico; apposite procedure permettono di mettere a confronto le immagini visualizzate[21]; più di 15.200 collegamenti ipertestuali alla versione digitale degli esemplari di varie istituzioni italiane e straniere correlano la descrizione bibliografica.

L’introduzione di due procedure via web consente alle biblioteche una forma più diretta di partecipazione per segnalare esemplari ed a tutti gli utenti la possibilità di interagire con EDIT16 per trasmettere via e-mail segnalazioni e suggerimenti[22].

Nel maggio 2020 la base dati registra: oltre 68.800 notizie bibliografiche, corredate da oltre 535.000 localizzazioni che designano la biblioteca di appartenenza; oltre 1.440 descrizioni di dediche; oltre 25.680 voci di autorità relative ad autori, nelle forme accettate e varianti; oltre 5.700 voci di autorità relative a tipografi/editori/librai, nelle forme accettate e varianti; oltre 2.600 descrizioni di marche tipografiche/editoriali; oltre 540 luoghi di stampa, nelle forme accettate e varianti; oltre 3.100 fonti bibliografiche, nel duplice ruolo di fonte di notizie e di localizzazioni e di riferimenti bibliografici per tutte le tipologie di notizie, bibliografiche e di autorità[23][24].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Home, su EDIT16. URL consultato il 14 marzo 2022.
  2. ^ Censimento nazionale delle edizioni italiane del XVI secolo, su EDIT16. URL consultato il 14 marzo 2022.
  3. ^ Biblioteche partecipanti, su EDIT16. URL consultato il 14 marzo 2022.
  4. ^ Leoncini-Servello, pp. 51-52.
  5. ^ (EN) Proposed collaboration regarding the National census/catalogue of Italian sixteenth century editions (EDIT16) (PDF), su ICCU. URL consultato il 14 marzo 2022.
  6. ^ Servello 2018, pp. 26-29.
  7. ^ (FR) Proposition de collaboration dans le contexte du Censimento nazionale delle edizioni italiane del XVI secolo (Edit16), su ICCU. URL consultato il 14 marzo 2022.
  8. ^ L'istituto, su ICCU. URL consultato il 14 marzo 2022.
  9. ^ Indice generale degli incunaboli delle biblioteche italiane, Roma, Istituto poligrafico dello Stato, Libreria dello Stato, 1943-1981.
  10. ^ D.P.R. 3 dicembre 1975 n. 805, art. 15, su ICCU. URL consultato il 14 marzo 2022.
  11. ^ Leoncini-Servello 1984, pp. 11-13 (Angela Vinay, [Introduzione ai lavori]).
  12. ^ Leoncini-Servello 1984, pp. 183-192 (Lorenzo Baldacchini, Censimento nazionale delle edizioni del XVI secolo: progetto e stato dei lavori).
  13. ^ Pubblicazioni, su EDIT16. URL consultato il 14 marzo 2022.
  14. ^ Leoncini-Servello 2012, pp. 36-38.
  15. ^ Tiziana Brunetti, EDIT16 in Internet, in SBN Notizie, n. 1/2, 2000, pp. 18-21 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2015).
  16. ^ Servello 2007, pp. 17-22 (Amedeo Quondam, Esperienze di un bulimico di bibliografie).
  17. ^ Servello 2006, pp. 252-253.
  18. ^ Dediche, su EDIT16. URL consultato il 14 marzo 2022.
  19. ^ Claudia Leoncini e Rosaria Maria Servello, Della dedicatione de’ libri… Il progetto dediche di EDIT16, in DigItalia, vol. 2, 2007, pp. 73-90. URL consultato il 14 marzo 2022.
  20. ^ Servello 2018, pp. 24-25.
  21. ^ Servello 2018, pp. 19-22.
  22. ^ Servello 2006, p. 255.
  23. ^ Servello 2006, p. 253.
  24. ^ Informazioni database, su edit16.iccu.sbn.it. URL consultato il 14 maggio 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Rassegna bibliografica, su EDIT16. URL consultato il 14 marzo 2022.
  • Maria Sicco, Per una bibliografia nazionale retrospettiva: censimento delle edizioni italiane del XVI secolo, in Accademie e biblioteche d’Italia, vol. 48, n. 6, 1980, pp. 462-464.
  • Angela Vinay, Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane: esperienze e programmi, in Luigi Balsamo e Maurizio Festanti (a cura di), I fondi librari antichi delle biblioteche: problemi e tecniche di valorizzazione, Firenze, Olschki, 1981, pp. 109-119, ISBN 88-222-3038-8.
  • Claudia Leoncini e Rosaria Maria Servello (a cura di), Libri antichi e catalogazione. Metodologie e esperienze. Atti del Seminario di Roma, 23-25 settembre 1981, Roma, ICCU, 1984, ISBN 88-7107-016-X.
  • Maria Cecilia Cuturi (a cura di), La bibliografia retrospettiva: il censimento delle edizioni italiane del XVI secolo, in Per lo sviluppo della cooperazione tra le biblioteche. 1976-1986 dieci anni di attività dell’Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche. Atti del Convegno di Roma, 19-20 marzo 1986, Roma, ICCU, 1986, ISBN 88-7107-059-3.
  • Claudia Leoncini e Rosaria Maria Servello, Le attività di authority control in EDIT16: autori, titoli, editori/tipografi, marche e luoghi, in Mauro Guerrini e Barbara B. Tillet (a cura di), Authority Control: definizione ed esperienze internazionali. Atti del convegno internazionale, Firenze, 10-12 febbraio 2003, Firenze, University Press-AIB, 2003, pp. 299-305, ISBN 88-7812-135-5.
  • Rosaria Maria Servello (a cura di), Il libro italiano del XVI secolo: conferme e novità in EDIT16. Atti della Giornata di studi, Roma 8 giugno 2006, Roma, ICCU, 2007, ISBN 978-88-7107-124-4.
  • Rosaria Maria Servello, La base dati EDIT16 http://edit16.iccu.sbn.it, in Rosa Marisa Borraccini e Roberto Rusconi (a cura di), Libri, biblioteche e cultura degli ordini regolari nell'Italia moderna attraverso la documentazione della Congregazione dell'Indice. Atti del Convegno internazionale, Macerata, 30 maggio-1 giugno 2006, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 2006, pp. 251-283, ISBN 88-210-0811-8.
  • Claudia Leoncini e Rosaria Maria Servello, Il modello italiano nel trattamento informatico del patrimonio librario: dai cataloghi storici alle banche dati nazionali. Modalità e prospettive, in Roberto Rusconi (a cura di), Il libro antico tra catalogo storico e catalogazione elettronica. Convegno internazionale (Roma, 29-30 ottobre 2010), Roma, Scienze e Lettere, 2012, pp. 31-62, ISBN 978-88-218-1052-7.
  • Rosaria Maria Servello, Il dinamismo della base dati di EDIT16 tra tradizione ed innovazione, in DigItalia, n. 1, 2018, pp. 9-34, ISSN 1972-6201 (WC · ACNP). URL consultato il 14 marzo 2022.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]