Canonici regolari della penitenza dei Beati Martiri

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I Canonici regolari della penitenza e dei Beati Martiri sono un antico ordine di chierici sotto la regola di sant'Agostino. Sorto probabilmente nel Duecento, sopravvisse in Polonia e Lituania fino alla metà dell'Ottocento.

Cenni storici

Le origini dell'ordine sono abbastanza oscure. In alcuni documenti si accenna all'esistenza di loro monasteri già sotto il pontificato di Gregorio IX (1227-1241), ma il primo atto papale riguardante questa famiglia religiosa risale al pontificato di Alessandro IV e porta la data del 9 aprile 1256:[1] esso è indirizzato al priore, alla chiesa e ai frati di Santa Maria de Metrio in Roma che, insieme ai monasteri di Sant'Elisabetta ad Alsfeld e di San Pietro di Kujawy, venivano posti sotto la protezione apostolica.[2]

Nel 1274, alla vigilia del Concilio di Lione II, l'ordine contava case a Roma, in Inghilterra, in Germania, in Boemia, in Polonia e, forse, in Francia e Spagna; i religiosi esercitavano il loro apostolato in parrocchie, in cappellanie e, soprattutto, in ospizi per pellegrini; il loro abito era bianco, costituito da veste e scapolare con l'emblema, in rosso, di una croce sormontata da un cuore ricamato sul petto.[2]

L'osservanza della regola di sant'Agostino è documentata sin dai pontificati di Alessandro IV e Bonifacio VIII; delle costituzioni esistono solo redazioni tardive (1612 e 1750) che sono sostanzialmente identiche a quelle dei frati predicatori.[3]

Della casa-madre di Santa Maria de Metrio in Roma si erano perse le tracce già agli inizi del Cinquecento.[4] L'ordine si sviluppò soprattutto in Boemia (il monastero di Santa Croce Maggiore a Praga, fondato nel 1256, sopravvisse fino all'Ottocento; le altre case andarono distrutte durante le guerre hussite),[5] Polonia e Lituania: il monastero di San Marco a Cracovia fu fondato nel 1263 da Boleslao V e, nel 1470, divenne casa generalizia dell'ordine; i religiosi di Cracovia fecero fondazioni nei dintorni Vilnius già nei primi anni della cristianizzazione della Lituania.[6]

I monasteri in Polonia furono soppressi da Giuseppe II (ma gli ultimi tre religiosi abbandonarono la comunità di San Marco di Cracovia nel 1807); in Lituania i monasteri furono soppressi dal governo russo nel 1832 (i canonici furono concentrati a Vilnius nel 1845 e condannati all'estinzione).[7]

Note

  1. ^ Kaspar Elm e Antonino Franchi, DIP, vol. VI (1980), col. 1392.
  2. ^ a b Kaspar Elm e Antonino Franchi, DIP, vol. VI (1980), col. 1393.
  3. ^ Kaspar Elm, DIP, vol. VI (1980), col. 1395.
  4. ^ Kaspar Elm e Antonino Franchi, DIP, vol. VI (1980), col. 1394.
  5. ^ Kaspar Elm, DIP, vol. VI (1980), col. 1396.
  6. ^ Kaspar Elm e Romualdo Gustaw, DIP, vol. VI (1980), col. 1397.
  7. ^ Kaspar Elm e Romualdo Gustaw, DIP, vol. VI (1980), col. 1398.

Bibliografia

  • Guerrino Pelliccia e Giancarlo Rocca (curr.), Dizionario degli Istituti di Perfezione (DIP), 10 voll., Edizioni paoline, Milano 1974-2003.
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