Bozza:I cavalieri dell'apocalisse

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“I cavalieri dell’apocalisse” è una delle opere futuriste più famose del celebre pittore Carlo Carrà.

In questo dipinto datato 1908 viene rappresentato un episodio del Vangelo 6,1-8 di Giovanni, il quale racconterebbe della fine del mondo, cioè l’apocalisse e dell’ascesa di queste quattro figure simboliche: i quattro cavalieri.

I cavalieri in questione rappresenterebbero i quattro principali mali che tormentano l’umanità e sono carestia, morte, guerra e pestilenza ma, in quest’opera, Carrà dipinge soltanto le prime tre figure scritte.

Osservando il dipinto è difficile non notare il cavaliere della morte al centro; esso rappresenta uno scheletro impugnante un lungo bastone e cavalcante un destriero rosso, del colore del sangue che dovrà essere sparso. Esso è avvolto da un turbine incandescente formato da pennellate violente e spesse trasformatosi in un uragano caotico di sangue e fuoco. Il cavallo della carestia a sinistra, il quale sembra guardare il cavallo della morte, è cavalcato da una figura femminile, dove le pennellate creano un effetto di dissolvenza; tradizionalmente, il cavaliere della guerra, sarebbe un cavaliere cavalcante un cavallo bianco, ma Carrà, invece, lo raffigura come una fanciulla, anch’essa nuda cavalcante un cavallo bianco scheletrico, con degli occhi senza iride e senza pupilla che sembra stia nitrendo. I funerali dell’anarchico Galli

Durante uno sciopero a Milano nel 1904 viene ucciso l’anarchico Galli; si riconoscono le figure dei manifestanti che corrono e si nascondono, delle guardie a cavallo che intervengono con violenza e attraverso le linee qua e là si percepisce caos e angoscia. I colori qui hanno un ruolo importante: il rosso dominante accentua il carattere aggressivo e caotico; Carrà assistì personalmente e, rimanendo molto colpito dall’episodio, appena tornato a casa lo realizzò, concludendolo poi sette anni più tardi.