Berât

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Il berât (in turco ottomano برات; pl. berevât / بروات, in turco berâtlar) era il nome di una licenza (brevetto)[1][2] o privilegio[3] che concedeva ai loro portatori ottomani non musulmani, chiamati beratlı,[4] una serie di esenzioni fiscali e l'accesso al diritto europeo. Erano anche conosciuti come "dragomanni onorari".[5]

Nell'impero ottomano attraverso un berat venivano riconosciuti i principi vassalli di Serbia, Valacchia e Moldavia.[1]

Con la concessione dei berevât, si aprì la strada all'emergere di una nuova classe chiamata Avrupa Tüccarı (commerciante europeo).[6]

Un berât veniva fornito con la tughra del sultano e rinnovato ogni volta con un nuovo sultano.[7] Questa circostanza era chiamata tecdîd-i berât / تجديد برات.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Storia d'Europa: L'et`a moderna, secoli XVI-XVIII, Giulio Einaudi, 1995, p. 70, ISBN 978-88-06-13339-9. URL consultato il 21 aprile 2022.
  2. ^ Gaetano Moroni, Indice generale alfabetico delle materie del Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, Tipografia Emiliana, 1878, p. 327. URL consultato il 21 aprile 2022.
  3. ^ Fedele Lampertico, Il protettorato in Oriente, Uffizio della Rassegna Nazionale, 1891, p. 38. URL consultato il 21 aprile 2022.
  4. ^ Giorgio Del Zanna, I cristiani e il Medio Oriente, 1798-1924, Il mulino, 2011, p. 85, ISBN 978-88-15-14932-9. URL consultato il 21 aprile 2022.
  5. ^ (EN) Cornel Zwierlein, The Power of the Dispersed: Early Modern Global Travelers beyond Integration, BRILL, 20 dicembre 2021, p. 414, ISBN 978-90-04-14072-1. URL consultato il 21 aprile 2022.
  6. ^ (TR) Cahit Külekçi, Osmanlı Devleti’nde Ermeniler, DBY Yayınları, 2 ottobre 2017, p. 36, ISBN 978-605-4635-40-5. URL consultato il 21 aprile 2022.
  7. ^ Georgi Turturikov e Георги. Туртуриков, Kratŭk terminologichen rechnik po istorii︠a︡, 1. izd, 2003, ISBN 954-91341-1-3, OCLC 53865893. URL consultato il 21 aprile 2022.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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