File:Artgate Fondazione Cariplo - Canella Giuseppe, Barconi a Rialto.jpg
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Dettagli
Giuseppe Canella: Barconi a Rialto ( ) | |||||||||||||||||||||||||||
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Artista |
artist QS:P170,Q956210 |
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Titolo |
Barconi a Rialto label QS:Len,"Barges at the Rialto"
label QS:Lit,"Barconi a Rialto" |
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Tipo di oggetto |
dipinto object_type QS:P31,Q3305213 |
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Descrizione |
Eseguita nel 1833, l’opera raffigura il Canal Grande all’altezza del Ponte di Rialto, con il palazzo dei Camerlenghi e le Fabbriche Vecchie sulla destra e il Fondaco dei Tedeschi sulla sinistra. Il dipinto non risulta tra le vedute veneziane presentate l’anno seguente all’Esposizione di Belle Arti di Brera, dove tra le numerose tele esposte figuravano anche La Riva degli Schiavoni e La Bocca di Rio di Castello a Venezia. La presenza di Canella a Venezia è attestata con certezza nel 1815 e, nuovamente, nel 1837 in occasione del suo lungo viaggio verso l’Europa orientale che tocca le città di Vienna, Berlino, Dresda, Pesth e Praga. La datazione dell’opera non esclude che la veduta possa essere stata studiata dall’artista in occasione del suo primo soggiorno veneziano, dal momento che il pittore forma il proprio repertorio figurativo annotando con grande scioltezza grafica nei suoi taccuini di viaggio il maggior numero di soggetti tratti dal vero, cui attinge anche a distanza di molti anni. Una prassi di lavoro documentata, ad esempio, da Marina sulle coste di Barcellona del 1833 [1] e Sosta di viaggiatori in Spagna del 1839 [2] (Brescia, Civici Musei), entrambe riferibili al viaggio spagnolo degli anni compresi tra il 1820 e il 1822. La stessa veduta con il Ponte di Rialto era stata ritratta da Antonio Canal, detto Canaletto, in un celebre dipinto già nella collezione del console britannico a Venezia Joseph Smith (collezioni reali di Winsor Castle) [3], forse noto a Canella per il tramite della traduzione in incisione di Antonio Visentini, diffusa a partire dal 1735. Il modello canalettiano si sofferma sulla puntuale descrizione degli edifici monumentali, ripresi da punti di vista diversi e opportunamente accostati all’interno di una visione panoramica; la veduta prospettica in Collezione, diversamente, è strettamente aderente alla realtà ed è certamente ripresa dal vero con un punto di vista leggermente ribassato e decentrato in modo tale da conferire il massimo risalto alle attività mercantili, dedicando scarso rilievo alle architetture, animate da vivaci figurette che stendono i panni sui terrazzi, e al ponte di Rialto, seminascosto in lontananza. Suscitando le reazioni contrastanti della critica in occasione delle esposizioni milanesi, anche per questo quadro Canella adotta una luminosità intensa e smaltata ricavata dalla pittura di paesaggio nordica che l’artista aveva avuto modo di studiare in occasione dei suoi ripetuti viaggi in Olanda. Attraverso la qualità luminosa e atmosferica della visione e l’adesione al vero l’artista si fa artefice di un radicale rinnovamento della veduta prospettica sia rispetto ai modelli romantici, sia a quelli veneziani molto apprezzati all’epoca a Milano, dove erano diffusi fin dalla metà degli anni Dieci attraverso copie puntuali di dimensioni ridotte da Giovanni Migliara (tra le quali Veduta di Palazzo Ducale a Venezia, in Collezione) e, ancora, dal 1831 dal pittore veneziano Bernardino Bison. La fortuna commerciale di questo soggetto veneziano, in particolare, presso una colta committenza internazionale è attestata anche dalla tela (attualmente dispersa), forse replica dell’opera in Collezione, eseguita da Giuseppe Canella attorno al 1838 per il ministro di stato austriaco conte Kolowrat, grande collezionista d’arte italiana. |
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Data |
1833 date QS:P571,+1833-00-00T00:00:00Z/9 |
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Tecnica/materiale |
olio su tela medium QS:P186,Q296955;P186,Q12321255,P518,Q861259 |
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Dimensioni |
altezza: 36,2 cm; larghezza: 48,8 cm dimensions QS:P2048,36.2U174728 dimensions QS:P2049,48.8U174728 |
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Collezione |
institution QS:P195,Q2054135 |
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Ubicazione attuale |
Italiano: Sezione VI |
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Numero d'inventario |
AH01521AFC |
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Iscrizioni |
Firma in basso a sinistra: Canella 1833
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Note | Elena Lissoni, Artgate Fondazione Cariplo | ||||||||||||||||||||||||||
Riferimenti |
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Fonte/Fotografo | Artgate Fondazione Cariplo | ||||||||||||||||||||||||||
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