Guerra meteorologica

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La guerra meteorologica è il sogno proibito dei generali con il cappello di stagnola: usare tecniche segrete, tipo le famigerate scie chimiche, per trasformare il meteo in un'arma. Immagina di far piovere a comando per rovinare i piani del nemico o scatenare tempeste fuori stagione. Chi ha bisogno di missili quando puoi arruolare le nuvole?

La fantomatica guerra

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Secondo le voci più bizzarre e amanti dei complotti, gli Stati Uniti, non contenti di limitarsi a hamburger e film d'azione, decisero di mettersi anche a giocare con il meteo come fossero dei divinità scese in terra. Durante la guerra del Vietnam, lanciarono l'operazione Popeye: no, non per far crescere i muscoli a base di spinaci, ma per far piangere il cielo sopra il sentiero di Ho Chi Minh come un attore in un film drammatico di serie B. L'idea geniale? Prolungare la stagione dei monsoni e rendere i sentieri fangosi un incubo per i nordvietnamiti. E indovinate un po'? Funzionò abbastanza da fare invidia a un mago della pioggia: piogge più lunghe di un mese e più intense del 30%! Un vero colpo di scena da film catastrofico.

Ma non finisce qui! Spinti dall'irresistibile tentazione di controllare pure la nebbia, nel 1968 ci riprovarono con un altro esperimento da apprendisti stregoni durante l'assedio di Khe Sanh. Questa volta l'obiettivo era scacciare la nebbia come se fosse un vicino di casa troppo rumoroso, per regalare agli aerei una visuale da prima fila. Se ci siano riusciti o meno? La storia non lo dice, ma di certo i teorici del complotto brindarono a un altro capitolo della loro saga meteorologica preferita.

Il futuro della militarizzazione del meteo

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Nel 1996, mentre il mondo si distraeva con i pantaloni a zampa e la musica grunge, l'Aviazione degli Stati Uniti stava con il naso all'insù e il cervello impegnato in qualcosa di ben più sinistro: giocare a fare Zeus con l'aiuto delle nanotecnologie. Nei loro documenti pieni di visioni profetiche e diagrammi che avrebbero fatto invidia a un romanzo di fantascienza, si discuteva di come le "tecnologie meteorologiche artificiali" potessero trasformare il meteo nel nuovo supereroe dell'esercito, un "moltiplicatore della forza" da sguinzagliare in ogni tipo di battaglia, dal deserto al polo.

Ma non si fermavano alla pioggerellina da quattro soldi del cloud seeding, no! Volevano qualcosa di più, un'arma atmosferica da fare impallidire anche i più esaltati teorici del complotto. L'obiettivo? Manipolare il meteo come un DJ ai piatti, e tutto entro il primo quarto del Duemila. E se guardi fuori dalla finestra e ti sorprende un temporale in piena estate, forse – solo forse – dovresti chiederti chi stia suonando quella traccia.

[1]

La guerra meteorologica e diritto internazionale

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  1. ^ Tamzy J. House, James B. Near, William B. Shields, James E. Pugh, Ronald J. Celentano e Ann E. Mercer, David M. Husband, Weather as a Force Multiplier: Owning the Weather in 2025 (PDF), su US Air Force, 1996. URL consultato il 3 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2011).
  • Emanuel Pietrobon, L'arte della guerra ibrida. Teoria e prassi della destabilizzazione, Castelvecchi, 2022, ISBN 978-8832909401.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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