La concessione per la costruzione e l'esercizio della linea fu accordato nel 1880 al cavalier Ferdinando Pistorius di Stoccarda, che già gestiva alcune linee nel territorio lodigiano.
I comuni interessati dal passaggio della linea (Cerro al Lambro, Casaletto Lodigiano, Salerano sul Lambro, Caselle Lurani e Marudo) si riunirono in uno dei primi consorzi costituiti in Italia a tali finalità, per realizzare lavori di miglioramento del tracciato stradale, elevato in seguito a ciò al rango di strada provinciale e dunque abilitato alla posa di un binario tranviario. Tali lavori di sistemazione della viabilità si conclusero nel 1879 e l'anno successivo, il 21 marzo 1880, il Pistorius ottenne dunque dalla Deputazione provinciale l'atto di concessione per la costruzione della tranvia[1].
Un analogo consorzio venne formato dai comuni a sud di Sant'Angelo, in previsione di un prolungamento della linea fino a San Colombano al Lambro, che tuttavia non fu mai realizzato.
La linea ebbe un intenso traffico merci (il maggiore dell'intera rete TIP) grazie alle cave situate lungo il Lambro e raccordate alla stessa; più ridotto il traffico passeggeri[4]. Il progressivo degrado della linea e la concorrenza degli autobus non giustificarono più gli investimenti necessari al suo mantenimento: la tratta rimase dunque in esercizio fino al 15 maggio 1931, data di chiusura al traffico[5].
La linea aveva origine a Melegnano dalla stazione della tranvia Milano-Lodi posta a lato dell'attuale via Roma. Quindi svoltava nella stretta via XX Settembre (poi via Conciliazione), e poi nel viale Predabissi, costeggiando il fossato del castello.
L'ex fabbricato viaggiatori di Salerano sul Lambro
Veniva quindi percorso un tratto in sede propria, sul sedime in seguito utilizzato per l'apertura di via Giardino e con un'ampia curva a destra sottopassava la ferrovia Milano-Bologna, con un sottopasso rimasto in opera con la soppressione dell'impianto.
Sempre in sede propria, la tranvia raggiungeva l'abitato di Riozzo, dove si immetteva sulla strada provinciale, seguendola fino a Sant'Angelo Lodigiano; la stazione terminale era posta in via Cavour, e non era raccordata con le stazioni capolinea delle altre linee diramantisi da Sant'Angelo (per Lodi e per Pavia)[6].
Giovanni Cornolò, Fuori porta in tram. Le Tranvie extraurbane milanesi 1876-1980, Parma, Ermanno Albertelli Editore, 1980, ISBN non esistente, SBNIT\ICCU\SBL\0312057.
Mario Albertini, Claudio Cerioli, Trasporti nella Provincia di Cremona - 100 anni di storia, 2ª ed., Cremona, Editrice Turris, 1994. ISBN 888563589X.
Paolo Zanin, A Lodi in tram dalle province di Milano, Bergamo e Cremona, Salò, ETR, 2016. ISBN 978-88-85068-45-2.