Zio Paperone (rivista)
Zio Paperone | |
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serie regolare a fumetti | |
Lingua orig. | italiano |
Paese | Italia |
Editore | Arnoldo Mondadori Editore, The Walt Disney Company Italia |
1ª edizione | dicembre 1987 – agosto 2008 |
Periodicità | mensile (dic. 1987 – ott. 2006) bimestrale (dic. 2006 – ago. 2008) |
Albi | 216 (completa) |
Genere | umoristico |
Zio Paperone | |
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serie regolare a fumetti | |
Lingua orig. | italiano |
Paese | Italia |
Editore | Panini Comics |
1ª edizione | 18 luglio 2018 – in corso |
Periodicità | mensile |
Albi | 57 (in corso) – al 15 Marzo 2023[1] |
Zio Paperone è una rivista a fumetti dedicata all'omonimo personaggio dei fumetti della Disney pubblicata in Italia dal 1987 al 2008 e di nuovo dal 2018.[2]
È stata "per anni il simbolo del fumetto Disney per collezionisti".[3]
Storia editoriale[modifica | modifica wikitesto]
Il primo numero della pubblicazione, edita dalla Mondadori, uscì nel dicembre 1987. Nella sua prima fase aveva periodicità mensile (nel gennaio 1988 uscirono però due numeri) e si proponeva di ristampare in ordine indicativamente cronologico le storie di Carl Barks pubblicate sulla testata Uncle Scrooge (quelle dello stesso autore pubblicate sui numeri di Four Color Comics intitolati a Donald Duck erano ristampate in numeri speciali denominati Zio Paperone Speciale Paperino). Le storie furono ritradotte letteralmente usando come edizione di riferimento la Carl Barks Library della Another Rainbow. L'apparato redazionale si limitava a una pagina di editoriale scritta da Piero Zanotto e da alcune note in sostituzione delle pubblicità presenti negli albi originali. La prima fase della rivista dura quattordici numeri più tre numeri dello Speciale Paperino, per poi interrompersi per due anni, in seguito alla perdita dei diritti di pubblicazione da parte della Mondadori.
Quando, due anni dopo, nel dicembre del 1990, la Disney Italia decise di riprendere il progetto, lo fece ripartire dal n. 15. La grafica della copertina, però, cambiò e venne inizialmente aggiunta una striscia in basso con la dicitura Speciale collezionisti, presente fino al n. 21, mentre nella parte superiore la testata è una scritta realizzata con dei lingotti d'oro, con a destra rispetto al lettore che guarda l'immagine di un Paperone grintoso che batte un pugno sul tavolo, opera di Giovan Battista Carpi. Le copertine sono generalmente di Barks, salvo poche eccezioni di Strobl e Buettner, mentre dal n. 27 sono opera generalmente di Franco Bruna che realizzerà le copertine fino al n. 69. Nella seconda fase (numeri 15-69) della pubblicazione mensile viene completata la ristampa di tutte le storie Disney di Carl Barks pre-pensionamento e vengono pubblicate molte delle storie post-pensionamento solo sceneggiate nella loro edizione degli anni sessanta-settanta (furono saltate molte delle storie delle Giovani Marmotte disegnate da Tony Strobl, Kay Wright e John Carey). Le traduzioni tuttavia non sono sempre fedeli e in particolare i dialoghi di molte storie subirono delle censure in nome del politicamente corretto, soprattutto per quanto concerne i riferimenti alla caccia, cattività, maltrattamento e uccisione degli animali (la storia Zio Paperone e l'elefante picchiettato ne soffrì particolarmente venendo completamente stravolta).[4] Sono presenti alcuni redazionali ma la quasi totalità dell'albo è riempita dai fumetti. Nella seconda fase l'unico autore presente è Carl Barks (comprese le storie realizzate in collaborazione con altri autori), ma furono pubblicate eccezionalmente due storie non sue, Paperino e gli alligatori (sul n. 66) e Paperino multi multi miliardario (sul n. 68), disegnate entrambe da Frank McSavage.
Dal n. 70 la testata viene modificata e posta al centro, sopra l'illustrazione, su sfondo bianco, opera di Marco Rota, che realizza anche l'illustrazione posta in quarta di copertina (sempre un personaggio su sfondo bianco). Da questo numero la pubblicazione smette di essere una opera omnia delle storie Disney di Barks (avendola ormai portata a termine, a eccezione delle storie post-pensionamento delle Giovani Marmotte) cominciando a pubblicare con regolarità storie di altri autori eredi dell'uomo dei paperi come Don Rosa, autore della Saga di Paperon de Paperoni, e Daan Jippes, Freddy Milton, Vicar, Branca, ma anche di artisti contemporanei di Barks come Jack Bradbury, Strobl, Scarpa, Murry, Fallberg, Cavazzano. Barks è comunque ancora presente, in quanto i curatori della pubblicazione decisero di ristampare con una nuova traduzione, lettering e colori le storie già uscite nei primi quattordici numeri e nei tre Speciale Paperino, in quanto ormai difficilmente reperibili. Inoltre furono pubblicate le storie post-pensionamento di Barks nella versione di Jippes (preferita a quella originale degli anni sessanta-settanta). L'apparato redazionale, a cura di Lidia Cannatella, Luca Boschi e Alberto Becattini, viene aumentato considerevolmente, con l'introduzione di un angolo della posta e la presenza di numerosi articoli di approfondimento. Esaurito il materiale di Don Rosa, la testata diventa bimestrale e pubblica soprattutto storie di autori olandesi. La pubblicazione si interrompe con il n. 216 ad agosto 2008.
La Disney Italia tra il 2001 e il 2002 ha ristampato i primi 24 numeri, facilmente riconoscibili dagli originali data la presenza della dicitura sul retro "The Walt Disney Company Italia Spa - Ristampa dell'edizione originale (data)" e dall'assenza della scritta in copertina "Arnoldo Mondadori Editore".
Nel luglio 2018, in occasione dei 70 anni di vita del personaggio di Zio Paperone, la Panini Comics decide di lanciare un nuovo periodico mensile con la testata "Zio Paperone", a distanza di dieci anni dalla chiusura del precedente, ma di diverso formato e foliazione (identico al coevo Paperino). Il primo numero viene allegato insieme a Topolino n. 3269 e a partire dal secondo la foliazione aumenta di 30 pagine. A differenza del precedente presenta una storia inedita e sei ristampe e non presenta nessuna storia di Carl Barks o Don Rosa.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Calendario uscite, su comics.panini.it, Panini Comics. URL consultato il 15 gennaio 2020.
- ^ Guida Fumetto Italiano, Guida Fumetto Italiano, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 20 agosto 2018.
- ^ Andrea Bramini, Il “suo” giornale: viaggio nel mensile “Zio Paperone”, su lospaziobianco.it, 9 dicembre 2017. URL consultato il 6 settembre 2018.
- ^ Luca Boschi, Il ritorno dell'elefante picchiettato, in Uack!, n. 19, ottobre 2015, pp. 6-8.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Zio Paperone, in INDUCKS.
- Eega Beeva's Magic Pocket, su eega.net. URL consultato l'8 settembre 2004 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2004).
- Copertine Fumetti Disney in Italia, su collezionismofumetti.com.