Profilassi post-esposizione ad HIV: differenze tra le versioni
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Versione delle 13:59, 17 gen 2007
La profilassi post-esposizione da HIV è una particolare profilassi post-esposizione o PEP (Post-Exposure Prophylaxis) da applicare in caso di possibile esposizione al virus HIV.
Informazioni generali
Consiste in un trattamento farmacologico simile alla HAART (Highly Active Antiretroviral Therapy), la terapia antiretrovirale seguita dalle persone già contagiate da HIV, ma che, invece, ha lo scopo di ridurre la probabilità di contagio dopo una possibile esposizione.
Come ogni profilassi post-esposizione, può essere occupazionale, se viene applicata ad operatori sanitari dopo un infortunio con oggetti contaminati, come puntura con aghi precedentemente utilizzati per iniezioni a pazienti, oppure non occupazionale, e in tal caso viene indicata con la sigla nPEP, se viene applicata a persone che non siano operatori sanitari le quali però si siano trovate in situazioni a rischio, per esempio rottura del preservativo durante un rapporto sessuale con un'altra persona che risulti HIV-sieropositiva oppure ferimento con oggetti che potrebbero essere contaminati.
Dove andare per sottoporsi ad una profilassi post-esposizione da HIV
Chiunque si sia trovato in una situazione a rischio da HIV, per essere sottoposto alla profilassi post-esposizione, deve subito recarsi o ad un Pronto Soccorso o in un centro per malattie infettive.
Tempi del trattamento
La profilassi post-esposizione deve essere iniziata al più presto possibile dopo l'esposizione all'HIV, possibilmente entro 4 ore dall'infortunio e, comunque, non oltre le 72 ore. Si stima che la probabilità di contagio si riduca dell'80%, se la profilassi è praticata correttamente e nei tempi stabiliti. La necessità di iniziare il trattamento al più presto possibile è legata al fatto che, in base a quanto si ritiene, occore agire sul virus HIV prima che esso raggiunga il timo.
Solitamente, il trattamento viene proseguito per 4 settimane.
Effetti sui tempi di sieroconversione
Se si verifica che, nonostante la profilassi post-esposizione, non si riesce ad evitare il contagio, si può osservare, in alcuni pazienti, un ritardo della sieroconversione, ossia un prolungamento del periodo finestra necessario affinché i test per la ricerca di anticorpi anti-HIV si positivizzino. Di conseguenza, un paziente sottoposto a questo trattamento rappresenta uno di quei casi in cui il test a 3 mesi certamente non può essere considerato definitivo ed il test a 6 mesi è strettamente consigliato.
Voci correlate
Collegamenti esterni
In italiano
- Informazioni sulla profilassi post-esposizione occupazionale da HelpAIDS
- Informazioni sulla profilassi post-esposizione sessuale da HelpAIDS
- Informazioni sulla profilassi post-esposizione occupazionale dal sito hiv.ch
- Informazioni sulla profilassi post-esposizione sessuale dal sito hiv.ch
- Informazioni sulla profilassi post-esposizione da AIDS On Line
In inglese
- HIV Medicine: Post-Exposure Prophylaxis (PEP)
- Documento ufficiale dei CDC di Atlanta sulla profilassi post-esposizione "Guidelines for the Management of Occupational Exposures to HBV, HCV and HIV and Recommendations for Postexposure Prophylaxis" http://www.cdc.gov/mmwr/PDF/rr/rr5011.pdf