Cultura kebariana: differenze tra le versioni

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Il '''Kebariano''' fu una cultura diffusa nella [[Palestina]] (nel [[vicino oriente]]) nel periodo [[epipaleolitico]] (18.000-13.000 a.C. circa). Si trattava di genti nomadi, di conformazione anatomica pienamente moderna. Il loro insediamento era ancora in caverne, per piccole unità di 40-50 individui al massimo, caratterizzati da mobilità al seguito degli animali che forniscono il principale contributo alla dieta. La sopravvivenza è ancora un problema di portata quotidiana: non si hanno tecniche nè per per la produzione di cibo nè per la sua conservazione. Però la caccia si rivolge a specie meno grosse di quelle preferite nel [[paleolitico]]: gazzelle, ovini e caprini; e comincia a selezionare gli animali da abbattere in modo da non depauperare il gregge, che l'uomo inizia a controllare pur restandone esterno. Anche la raccolta delle graminacee e delle leguminose diventa più specialistica ed intensiva, producendo effetti di involontaria selezione e diffusione. Sia sul piano delle conoscenze sia su quello delle pratiche di sfruttamento si gettano così le basi per il successivo intervento in senso produttivo. La mobilità si fa anche più circoscritta e più strutturata, a seconda delle risorse sfruttabili, che a volte (per esempio pesca lacustre) invitano alla sedentarietà. Lo strumentario [[industria litica|litico]] abbandona le grosse dimensioni del paleolitico ed assume le forme di di [[microlite|microliti]] geometrizzanti e di funzione specializzata. Si hanno i primi pestelli di pietra, per frantumare le graminacee spontanee.
Il '''Kebariano''' fu una cultura diffusa nella [[Palestina]] (nel [[vicino oriente]]) nel periodo [[epipaleolitico]] (18.000-13.000 a.C. circa). Viene succeduta dalla [[cultura natufiana]]. Si trattava di genti nomadi, di conformazione anatomica pienamente moderna. Il loro insediamento era ancora in caverne, per piccole unità di 40-50 individui al massimo, caratterizzati da mobilità al seguito degli animali che forniscono il principale contributo alla dieta. La sopravvivenza è ancora un problema di portata quotidiana: non si hanno tecniche nè per per la produzione di cibo nè per la sua conservazione. Però la caccia si rivolge a specie meno grosse di quelle preferite nel [[paleolitico]]: gazzelle, ovini e caprini; e comincia a selezionare gli animali da abbattere in modo da non depauperare il gregge, che l'uomo inizia a controllare pur restandone esterno. Anche la raccolta delle graminacee e delle leguminose diventa più specialistica ed intensiva, producendo effetti di involontaria selezione e diffusione. Sia sul piano delle conoscenze sia su quello delle pratiche di sfruttamento si gettano così le basi per il successivo intervento in senso produttivo. La mobilità si fa anche più circoscritta e più strutturata, a seconda delle risorse sfruttabili, che a volte (per esempio pesca lacustre) invitano alla sedentarietà. Lo strumentario [[industria litica|litico]] abbandona le grosse dimensioni del paleolitico ed assume le forme di di [[microlite|microliti]] geometrizzanti e di funzione specializzata. Si hanno i primi pestelli di pietra, per frantumare le graminacee spontanee.
Precedette la [[cultura natufiana]].
[[Categoria:Paleoantropologia]]
[[Categoria:Paleoantropologia]]



Versione delle 19:32, 8 giu 2009

Il Kebariano fu una cultura diffusa nella Palestina (nel vicino oriente) nel periodo epipaleolitico (18.000-13.000 a.C. circa). Viene succeduta dalla cultura natufiana. Si trattava di genti nomadi, di conformazione anatomica pienamente moderna. Il loro insediamento era ancora in caverne, per piccole unità di 40-50 individui al massimo, caratterizzati da mobilità al seguito degli animali che forniscono il principale contributo alla dieta. La sopravvivenza è ancora un problema di portata quotidiana: non si hanno tecniche nè per per la produzione di cibo nè per la sua conservazione. Però la caccia si rivolge a specie meno grosse di quelle preferite nel paleolitico: gazzelle, ovini e caprini; e comincia a selezionare gli animali da abbattere in modo da non depauperare il gregge, che l'uomo inizia a controllare pur restandone esterno. Anche la raccolta delle graminacee e delle leguminose diventa più specialistica ed intensiva, producendo effetti di involontaria selezione e diffusione. Sia sul piano delle conoscenze sia su quello delle pratiche di sfruttamento si gettano così le basi per il successivo intervento in senso produttivo. La mobilità si fa anche più circoscritta e più strutturata, a seconda delle risorse sfruttabili, che a volte (per esempio pesca lacustre) invitano alla sedentarietà. Lo strumentario litico abbandona le grosse dimensioni del paleolitico ed assume le forme di di microliti geometrizzanti e di funzione specializzata. Si hanno i primi pestelli di pietra, per frantumare le graminacee spontanee.