Discussione:Attentato di via Rasella/Cronologia all'11 aprile 2010: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 115: Riga 115:
Comunque leggete il volume di Baratter: è una fonte straordinaria di informazioni.
Comunque leggete il volume di Baratter: è una fonte straordinaria di informazioni.
Un caro saluto. Freiheit.
Un caro saluto. Freiheit.


::Il libro in questione dice da quale comando dipendeva il battaglione allora? Direttamente da Mackensen? o da Kappler?
::Comunque dalle migliori (pensate le peggiori... -_-) foto che sono riuscito a trovare su Via Rasella mi pare di vedere che i soldati non avessero le tipiche mostrine da SS ma gli alamari (che invece erano propri degli altri corpi germanici). Non che la cosa sposti molto in sede di giudizio storico, tuttavia oramai siamo in ballo su questo dubbio e balliamo!

::Infine: che dobbiamo fare con la mia proposta? procedo?--[[Utente:Emanuele Mastrangelo|Emanuele Mastrangelo]] ([[Discussioni utente:Emanuele Mastrangelo|msg]]) 17:47, 18 ago 2008 (CEST)

Versione delle 17:47, 18 ago 2008

Archivio

Sezione: Inquadramento storico

Il paragrafo, un buon terzo della voce, andrebbe profondamete snellito (va benissimo per la voce Resistenza romana, ma per un singolo evento mi pare ridondante. Forse bisognerebbe rendere anche meno pleonastico lo stile (i.e. Il volto che la città viene assumendo in un contesto nel quale all'offesa dal cielo si aggiunge l'oppressione dell'occupante germanico e l'effimera e grottesca - ma non per questo meno tragica - reazione fascista è, per certi versi) mi sa di cinegiornale. --Il palazzo ^Posta Aerea^ 18:06, 19 lug 2008 (CEST)[rispondi]

Come non detto vedo che nelle contestuali modifiche il paragrafo si è allungato... --Il palazzo ^Posta Aerea^ 18:10, 19 lug 2008 (CEST)[rispondi]

Revisione della voce

Sto iniziando una larga revisione della voce, in particolare per quanto riguarda il linguaggio, che è molto retorico e per nulla enciclopedico, ma anche per la descrizione politico militare della situazione romana, carentissima di riferimenti e di bibliografia e molto imprecisa. Sarebbe necessario fra l'altro avere alcuni dati statistici circa la situazione (alimentare, lavorativa, di adesione politica ai vari partiti) della popolazione, che attualmente non ho sottomano, ma che avevo visto qualche anno fa, sfortunatamente non ricordo più dove. Se qualcuno li ha a portata di mano, perchè non mi aiuta ad inserirli? --Emanuele Mastrangelo (msg) 18:11, 19 lug 2008 (CEST)[rispondi]

le fonti portate per la mia richiesta di citazione le vedo alquanto poco affidabili --Francomemoria (msg) 20:12, 25 lug 2008 (CEST)[rispondi]

A prescindere dal fatto che che il volume di Jo di Benigno è uno dei testi fondamentali per la ricostruzione degli anni 43-45 a Roma (basta che ti vedi qualche bibliografia di libri sull'argomento - libri seri intendo, eh!), ti faccio notare che quel punto non afferma FATTI, ma semplicemente POLEMICHE: ovvero, se qualcuno ha fatto polemiche affermando che a via Rasella non sono stati i partigiani a fare l'attacco ma gli invasori da Vega, noi stiamo semplicemente riportando quel fatto. Poi possiamo ritenerlo giusto o sbagliato, ma non è quel paragrafo la sede per discuterne. Là si espone solo ed esclusivamente gli argomenti più o meno realistici, più o meno speciosi che sono stati portati in polemica all'attacco di via Rasella, e non si prende alcuna posizione. --Emanuele Mastrangelo (msg) 21:11, 25 lug 2008 (CEST)[rispondi]
ho ripristinato ed arricchito i fatti che avevo riportato nella sezione polemiche e che erano stati rimossi o ridimensionati. Le polemiche si devono comunque basare su fatti, e trovo percio' scorretto alterare i fatti riportati a sostegno delle tesi avverse. Spero percio' che modifiche seguenti avvengano nel rispetto delle opinioni altrui.--balthazar (msg) 23:45, 11 ago 2008 (CEST)[rispondi]
Quella sezione non contiene un GIUDIZIO sulle polemiche, ma la semplice elencazione delle medesime. Sono interessanti i dati riportati circa la sequenza di attentati partigiani che non ebbero seguito di rappresaglia, e per questo è giusto lasciarli, ancorchè in nota. Ma non è corretto commentare oltre misura e con chiaro intento di prender posizione quanto si espone là, tanto più che è chiaramente riferito che si tratta di una opinione di ALCUNI esponenti politici e storiografici, non certo LA VERITA' (che nessuno di noi conosce). --Emanuele Mastrangelo (msg) 23:50, 11 ago 2008 (CEST)[rispondi]
francamente non ho tempo e voglia per iniziare una edit war con chi insinua (senza pero' dichiararlo esplicitamente) che arresti di partigiani fossero stati pilotati da altri partigiani, che cancella fatti che contraddicono le proprie ipotesi (e cioe' che gli ordini iniziali non erano stati di effettuare la rappresaglia ma di procedere alla demolizione del quartiere), E che in una polemica sulla legittimita' di una azione cancella il richiamo al principio di responsabilita'. Se devo confrontarmi con qualcuno sono disposto a farlo con chi dispone di onesta' intellettuale.--balthazar (msg) 00:09, 12 ago 2008 (CEST)[rispondi]
Amico Fritz, vedi che io non nego niente (fra l'altro la questione della demolizione del quartiere l'avevo inserita stesso io altrove nella voce, quindi vedi di darti una calmata quando ti riferisci a me e alla mia onestà intellettuale). Ti ripeto - e spero tu sia abbastanza sveglio da capirlo - in questa sezione NON SI INSINUA o simile, si espone solo una serie di polemiche nei confronti dell'azione gappista. Wikipedia poi non è un posto indove che prender poi posizione su esse o meno. Il semplice fatto che si indichi queste questioni come "polemiche" è sintomatico del fatto che non le si sta esponendo come verità. Dunque, cerchiamo di essere oggettivi e di far retorica altrove.--Emanuele Mastrangelo (msg) 00:15, 12 ago 2008 (CEST)[rispondi]
La sezione Polemiche nasce in quanto "...non è stato raggiunto un giudizio unanime sull’attentato". La sezione quindi ha un senso se si riportano i diversi punti di vista sull'attacco ed i relativi argomenti a sostegno. Le modifiche ultimamente effettuate hanno riportato in dettaglio gli argomenti di una posizione (l'eccidio delle Fosse ardeatine e' il risultato voluto di un complotto comunista), sbilanciando la sezione in quel senso. Io ho tentato di riequilibrarla, segnalando come tale opinione e' smentita da fatti riportati e, ripeto, basata su insinuazioni:"A sostegno di tale tesi i propugnatori di essa citano come "sospetta" la sequenza impressionante di arresti...". Non mi sono comunque permesso di proporre modifiche su tale posizione, in quanto la sezione polemiche puo' legittimamente ospitare qualunque opinione. Ne' ho voluto segnalare l'anomalia di considerare paritaria una opinione che nella storiografia e' assolutamente minoritaria, e che in realta' appartiene per lo piu' alle polemiche giornalistiche tra il Giornale e la Repubblica. Purtroppo non ho incontrato pari serieta' ed equilibrio. Le modifiche da me effettuate sono durate pochi minuti. E questo sulla base del bizzarro argomento che i fatti da me riportati erano da considerarsi giudizi, e che in una sezione che nasce dalla difformita' di giudizio non e' lecito riportare tali giudizi. Purtroppo c'e' ancora chi considera Wikipedia come uno strumento utile di propaganda.--balthazar (msg) 12:37, 12 ago 2008 (CEST)[rispondi]

Sono d'accordo solo sul fatto che c'è chi consideri wiki uno strumento di propaganda: e con me simile gente ha vita difficile, te lo assicuro. Per il resto, quell'elencazione non ha bisogno di alcuna "smentita dei fatti" (peraltro come vedremo, sbagliata) perchè è e deve essere semplicemente un'elencazione di polemiche, non la loro discussione nel merito. Ma visto che A TUTTI I COSTI SI VUOL DISCUTERE DEL MERITO, facciamolo.

1) La sequenza degli arresti è "sospetta" secondo alcuni autori: è un fatto che vi siano autori che sostengano questo (da Pisanò, che è di parte fascista, a diversi autori antifascisti ma non comunisti, per esempio ex militari)

2)Questa non è un'opinione "minoritaria", ma un'opinione polemica rispetto a quella "ufficiale". Semmai è quest'ultima ad essere minoritaria. Con in più il fatto che a sancirla come intoccabile c'hanno dovuto mettere i carabinieri... Ma "intoccabile" ed "ufficiale" è una cosa, "maggioritaria" è un'altra... Se vuoi possiamo fare un elenco di storici pro o contro la versione ufficiale...

3) La questione delle rappresaglie "mai avvenute a Roma" è ridicola, nondimeno ha diritto di cittadinanza, e va lasciata, infatti. Però resta ridicola. Intanto perchè si mischiano gli attentati terroristici contro i tedeschi con quelli contro i repubblicani (chiamati anch'essi "occupanti"... cosa un po' strana visto che erano italiani). E' noto infatti che rarissimamente i fascisti procedevano a rappresaglie 10 a 1, espressamente vietate da Mussolini. Inoltre questa storiella volontariamente ignora il fatto che DENTRO ROMA i tedeschi si astennero fino a Via Rasella dall'operare rappresaglie, per il particolare ruolo politico e internazionale della città. Ma appena fuori dal pomerio, si fucilava, e si fucilava pesante. Impossibile che i gappisti non sapessero. Anzi, per chi sostiene la tesi della volontarietà della strage a scopo di rappresaglia è proprio questa pervicacia tedesca nel voler rispettare a tutti i costi la "città aperta" a comparire fra i motivi che spinsero i partigiani a cercare in tutte le maniere possibili di esasperarli fino a provocare l'irreparabile. Che ottennero alla fine con Via Rasella. E ancora, questa fola del "i tedeschi non facevano rappresaglie" va contestualizzata: a Roma, proprio grazie all'efficienza delle forze di polizia nazi-fasciste spessissimo i tedeschi riuscirono a mettere le mani addosso ad antifascisti esecutori (o presunti tali) delle azioni terroristiche, e altrettanto spessissimo li giustiziavano a Forte Bravetta. E quando si coglie il colpevole (o il presunto tale) non si procede a rappresaglia. E' insomma una foglia di fico.

4) La questione della volontarietà dell'attacco andrebbe a questo punto riscritta per esporne i due corni principali, che è quanto segue:

  • Il primo è quello che sostiene la tesi di un complotto comunista fatto di delazioni successive tese ad ottenere la decapitazione della resistenza antifascista ma non stalinista di Roma, e quindi - cogliendo due piccioni con una fava - quello di far finire il maggior numero possibile di costoro davanti al plotone d'esecuzione grazie ad un attentato così grave che i tedeschi non avrebbero potuto più evitare di fare una rappresaglia. Una tesi confortata anche dal misterioso linciaggio di Donato Carretta, responsabile delle carceri romane che forse troppo sapeva sulla misteriosa compilazione delle liste dei fucilandi (e di altrettanto misteriose esclusioni di certi comunisti da esse...)
  • Il secondo è che la rappresaglia fu cercata, a prescindere dalla selezione delle vittime, solo per scuotere la cittadinanza romana, che si limitava ad applaudire ai bombardieri americani o a imboscarsi alle chiamate alle armi, ma che per il resto non aveva sparato un colpo contro i nazifascisti, nemmeno durante lo sbarco di Anzio (eccezion fatta per i soliti di "Bandiera Rossa", che però agli stalinisti stavano sulle palle come e più dei tedeschi...). Questo dunque annulla anche la storia del "ma Hitler ordinò fosse raso al suolo l'intero quartiere", poichè se ciò fosse avvenuto, i GAP avrebbero ottenuto comunque il loro risultato politico.

Naturalmente l'una non esclude l'altra, nel senso che se l'obbiettivo di minima fosse stato il secondo, ma si fosse riuscito anche ad ottenere una bella purga dei non-stalinisti, era tutto grasso che cola.

Dunque, a voi la decisione: o inseriamo tutti questi elementi e trasformiamo un capoverso in un papiro di millemila battute, oppure lo riportiamo alle sue dimensioni logiche di mera cronaca di una polemica. Ma la via di mezzo non c'è. Quando si inizia a parlare di qualcosa, o si sviscera tutto il problema fino in fondo, o ci si limita a pochi accenni. Le mezze misure in Storia servono solo a diffondere mezze verità. Ovvero roba falsa e tendenziosa.--Emanuele Mastrangelo (msg) 14:09, 12 ago 2008 (CEST)[rispondi]

Beh, siete spariti tutti? Ad ogni modo: ho riscritto in parte il capitoletto, cercando di lasciare buona parte del lavoro altrui e aggiungendo un importante fonte, Friedrich Andrae, La Werhmacht in Italia, ed. Riuniti.
Ho eliminato i riferimenti agli attentati alle forze della RSI (giacchè si parla di tedeschi e non di repubblicani), secondo quanto spiegavo sopra. Poi ho circostanziato meglio le minacce di Hitler sulla rappresaglia. Inoltre ho aggiunto un po' di "secondo questo e secondo quello" che non guastano mai. Comunque insisto che dovrebbe essere proprio riscritto totalmente per renderlo più chiaro. Così è un bordello illegibile! --Emanuele Mastrangelo (msg) 01:25, 16 ago 2008 (CEST)[rispondi]

Le Polemiche - riscriviamo tutto sto polpettone?

Propongo qui una nuova lezione per la questione delle polemiche. Discutiamone. Naturalmente occorrerà poi rimettere le note a piè pagina, che sono sostanzialmente le medesime del testo principale, che mi limito a rigirare in maniera che sia semplicemente più leggibile


Controversie

Nonostante la Corte di Cassazione abbia definitivamente catalogato la strage di Via Rasella come un "legittimo atto di guerra", affermando anche che è "lesiva dell'onorabilità politica e personale" di Bentivegna "la non rispondenza a verità di circostanze non marginali come l'ulteriore parificazione tra partigiani e nazisti con riferimento all'attentato di via Rasella e l'assimilazione tra Erich Priebke e Bentivegna" non è stato raggiunto un giudizio storiografico unanime sull’attentato.

Si elencano dunque qui di seguito le principali controversie aperte nel corso degli anni e che la sentenza del 2007 ha definitivamente sanzionato. Le controversie riguardano principalmente due ipotesi circa le finalità dell'attentato, più alcune polemiche "minori" sulle modalità, la scelta dell'obbiettivo e il successivo comportamento dei GAP e della resistenza romana.

  • La principale tesi sostenuta in sede revisionista è quella della "rappresaglia cercata". E' noto infatti che i tedeschi non avessero mai proceduto a rappresaglie di massa all'interno della Città Aperta, sebbene per molti autori fosse altrettanto noto quale fosse il loro modus operandi solito (il famigerato "dieci a uno"). Nella situazione di totale apatia della città di Roma nei confronti dei tedeschi e dei fascisti repubblicani il comando dei GAP avrebbe deciso di intraprendere un'operazione di impatto talmente grave da scuotere l'intera città, per farla sollevare contro le forze dell'Asse. Chi contesta questa tesi, fa rilevare che la scelta di Via Rasella fosse stato solo un ripiego dopo aver dovuto rinunciare ad un altro obbiettivo, non tedesco ma fascista repubblicano, dunque non era possibile che si cercasse la rappresaglia tedesca a tutti i costi (i tedeschi non si interessavano alle questioni fra italiani, che anzi trovavano utili per la loro politica di divide et impera). Inoltre, secondo i critici di questa tesi, i gappisti non erano affatto a conoscenza della politica tedesca del "dieci contro uno", oppure confidavano nel fatto che essi avrebbero continuato a sopportare gli attentati senza procedere a sanguinose rappresaglie contro innocenti.
  • Una tesi di matrice "complottista" invece - sostenuta da Giorgio Pisanò, Pierangelo Maurizio ed altri autori - è che ben conoscendo le modalità con cui i nazisti selezionavano i fucilandi per le rappresaglie, il PCdI avrebbe fatto arrestare progressivamente la maggior parte degli esponenti delle reti clandestine non comuniste o dissidenti attraverso una ben orchestrata campagna di delazioni, e quindi abbia proceduto all'attentato perchè costoro finissero fucilati per rappresaglia. A sostegno di tale tesi viene anche citata l'atroce fine toccata al direttore di Regina Coeli, Donato Caretta, linciato brutalmente appena liberata la città, sebbene il suo ruolo nel fornire le vittime ai nazisti sarebbe stato addirittura di ostruzionismo: per i sostenitori di questa tesi complottista, la fine di Caretta sarebbe servita a "tappare la bocca" all'uomo che conosceva il segreto della compilazione delle liste dei fucilandi: assieme all'uomo, infatti, sparirono anche migliaia di documenti del carcere, bruciati dalla folla (abilmente guidata, secondo i sostenitori di tale tesi). Inoltre dalle liste furono espunti pressochè tutti i pochi comunisti in carcere, normalmente con la scusa dello "stato di salute" (le convenzioni vietano infatti di giustiziare infermi o malati). Un criterio che tuttavia non fu applicato nel caso - un esempio fra molti - del colonnello Montezemolo, fucilato nonostante fosse gravemente sofferente ed invalido per le torture subite a via Tasso. Chi contesta questa tesi, oltre a muovere gli stessi rilievi della tesi precedente (ovvero che non era affatto scontato che i tedeschi avrebbero proceduto alla rappresaglia, e quand'anche i gappisti non erano a conoscenza dei loro usi di guerra afferma che questa tesi prevede una malafede nell'agire dei partigiani che non trova riscontri o prove, e che è esplicitamente ed ufficialmente negata dai riconoscimenti al Valore per gli autori dell'attentato e dalle successive sentenze giudiziarie sul caso.

Le controversie sulla modalità e sull'obbiettivo si orientano essenzialmente su questi punti:

  • L'attentato inutile: i 156 uomini della 11ª compagnia del III battaglione Bozen al comando del maggiore Helmut Dobbrick non erano nulla più che un reparto di polizia (ancorchè dipendente dalle SS) formato da riservisti altoatesini che avevano optato per il Reich (tuttavia alcuni erano ancora cittadini italiani, secondo l'Andrae), impiegato a Roma con compiti di semplice vigilanza urbana. Pertanto il risultato dell'attentato sarebbe stato militarmente inutile. A questa obiezione si risponde che quel reparto era inquadrato in un reggimento, il Bozen, utilizzato anche in operazioni di rastrellamento e di grande polizia contro i partigiani in Alta Italia.
  • Furono coinvolti anche civili italiani: l'esplosione non uccise solo trentatre militari tedeschi, ma anche due civili italiani (di cui un bambino di 13 anni), ferendone anche altri quattro (secondo altre fonti le vittime furono 7, o addirittura 10. La Cassazione tuttavia ha stabilito il numero in due). Ai famigliari dei due civili morti nell'attentato non è mai stato riconosciuto alcun risarcimento dalla magistratura italiana, in quanto l'attacco è stato successivamente catalogato come legittimo atto di guerra.
  • La rappresaglia si poteva evitare: la tragica fine dei 330 prigionieri si sarebbe potuta forse evitare (secondo quanto affermato dallo stesso generale Kappler che la ordinò) se gli attentatori si fossero consegnati alle autorità tedesche, come nel noto caso di Salvo_D'Acquisto e secondo le leggi internazionali; è stato comunque accertato che non vi fu alcuna richiesta esplicita di consegna prima di effettuare il massacro, nè si attesero per intero le canoniche 24 ore prima della rappresaglia.
  • L'attentato pregiudicò la resistenza romana e Roma stessa: secondo questa tesi, ben lungi dal migliorare le condizioni della resistenza romana, l'attentato inferocì tedeschi e fascisti, i quali strinsero vieppiù il cappio attorno alla resistenza e sui civili. Inoltre i proclami partigiani circa un'azione "di guerra" condotta contro truppe tedesche "in assetto di guerra" all'interno della Città Aperta fornirono agli Alleati il pretesto per inasprire la campagna aerea contro l'Urbe, che nelle settimane successive fu intensificata fino ad un intervento del Vaticano sollecitato dai tedeschi. Chi contesta questa polemica, rileva il valore morale dell'azione partigiana, nonchè il fatto che gli attacchi aerei angloamericani non erano mai davvero cessati nonostante la proclamazione della Città Aperta.

Non è più chiaro così?--Emanuele Mastrangelo (msg) 13:30, 16 ago 2008 (CEST)[rispondi]

Alcune note, pur non entrando nel merito:
  • la sezione controversie va dopo quella con le sentenze in onore all'ordine logico;
  • nessuna sentenza di nessun Tribunale della Repubblica ha il potere di mettere "fuori legge" una controversia storiografica;
  • Esistono convenzioni internazionali che dicono che se dei militari devono fucilare un civile innocente questo deve essere in buona salute?
  • ", insidacabilmente" sa di nota polemica. La Cassazione è ultimo grado di giudizio, ma l'insidacabilità di essa è soltanto giudiziale, storici e privati cittadini possono liberamente esercitare la libertà di critica, mi pare. --Crisarco (msg) 13:46, 16 ago 2008 (CEST)[rispondi]
Obbiezioni tutte accolte.
Per quanto riguarda la questione dello stato di salute, sì, ci sono degli addentellati di quel genere. Ricordiamoci però che si parla di USI e CONSUETUDINI di guerra più che di vere leggi internazionali scritte. (in generale, il fatto che un condannato a morte debba essere in buono stato di salute e cosciente è un uso di tradizione lunghissima che risale almeno al medioevo)
Ho corretto quanto rilevato da Crisarco.--Emanuele Mastrangelo (msg) 14:16, 16 ago 2008 (CEST)[rispondi]

Non mi pare che esistano né trattati né consuetudini internazionali circa le modalità di scelta di civili innocenti da uccidere per rappresaglia. --Crisarco (msg) 14:25, 16 ago 2008 (CEST)[rispondi]

Mai sentito parlare di "dead man walking"? Comunque, gli è che il comunista Antonello Trombadori venne escluso dalla lista dei fucilandi da un intervento dei medici che lo classificarono come "intrasportabile", mentre non altrettanto si fece nei confronti di altri fucilandi messi molto peggio di Trombadori, che aveva solo un influenza. Ad ogni modo, non ricominciamo, qui stiamo solo facendo un elenco delle polemiche, non stiamo entrando nel merito delle polemiche medesime! --Emanuele Mastrangelo (msg) 15:10, 16 ago 2008 (CEST)[rispondi]
Infatti non sono entrato nel merito, ho soltanto detto che non c'entra una cippa la presunta (presunta perché non so se esiste) convenzione internazionale che vieta di giustiziare feriti e malati. --Crisarco (msg) 15:19, 16 ago 2008 (CEST)[rispondi]
Allora, le convenzioni internazionali su questo aspetto sono assolutamente nebulose. Se così non fosse non vi sarebbe manco spazio per tutta questa pletora di polemiche! Vi era un USO o CONSUETUDINE che è ancora in vigore in America, per esempio, di non giustiziare una persona non in grado di reggersi in piedi.
A noi, ad ogni modo, non spetta giudicare le polemiche in questione, ma solo esporle con la massima larghezza possibile di riferimenti bibliografici. Il lettore - da solo - trarrà le sue conclusioni su questa vicenda e relative controversie.--Emanuele Mastrangelo (msg) 15:58, 16 ago 2008 (CEST)[rispondi]
Giudicarle no, verificarle sì, mica possiamo dare credito e riferire su polemiche basate su presupposti errati o manifestamente infondati! Non dico che questo sia il caso, però occorre verificare il passaggio sullo stato di salute. --Crisarco (msg) 16:05, 16 ago 2008 (CEST)[rispondi]
Se c'è una fonte che lo dichiara, occorre verificare la fonte. Il fatto - tuttavia - che dalle liste Trombadori sia stato escluso per cause di malattia è riportato da più parti, e dunque occorre prenderne atto, a prescindere poi dall'uso e costume della selezione dei fucilandi. Se c'è una fonte che smentisce queste altre fonti, ben venga. Pare che il Trombadori abbia lasciato un diario. Si potrebbe veder là. --Emanuele Mastrangelo (msg) 16:29, 16 ago 2008 (CEST)[rispondi]

Vedo che è stato tolto dalla biografia un volume fondamentale per lo studio delle vicende di via Rasella e in particolare per quanto riguarda la storia del Polizeiregiment Bozen: Lorenzo Baratter, Le Dolomiti del Terzo Reich, Mursia, Milano, 2008. Mi sono permesso di inserirlo nella biografia, dove peraltro fino a qualche tempo fa c'era. Perché è stato tolto? Wikipedia è una libera enciclopedia e deve dare spazio a tutte le voci, anche perché in questo caso si tratta di un libro molto ben documentato. Ho visto che qualcuno ha inserito notizie ampiamente faziose: per esempio che i soldati del Polizeiregiment Bozen erano dei volontari e delle SS; strumentalizzazioni che sono già state ampiamente smentite dagli storici. Prima di rendere pubblche certe notizie sarebbe importante documentarsi. Bisogna spiegare cosa successe esattamente nelle provincie di Trento, Bolzano e Belluno dal 1943 al 1945, altrimenti si fa politica e non storia. Grazie per lo spazio. Cordiali saluti.--Freiheit (msg) 11:56, 18 ago 2008 (CEST)[rispondi]

erano volontari in quanto preferirono partire volontari nella polizia che essere richiamati dalla wehrmacht e finire con alta probabilità sul fronte russo, il bozen come tutta la polizia tedesca era delle SS--Francomemoria (msg) 12:24, 18 ago 2008 (CEST)[rispondi]
Non so se è corretto dire "era DELLE" piuttosto che "dipendeva DALLE" SS: il funzionamento delle organizzazioni della sicurezza tedesca è la cosa più complicata che mi sia capitata di vedere. Occorrerebbe capire e vedere mostrine, organici eccetera. Approvo il reinserimento di Freiheit e gli chiedo se alle volte il volume di Baratter contenga informazioni determinanti nel merito, anche per quanto riguardi l'arruolamento come volontari. Occore anche rilevare che sebbene la Cassazione abbia inteso stabilire che le vittime dell'attentato fossero tutti "cittadini tedeschi" la maggioranza della letteratura in materia afferma che fra essi vi erano non pochi "volksdeutsche d'ufficio", che però ancora essendo il Trentino italiano, dovevano essere considerati a tutti gli effetti cittadini italiani e non "optanti" per il Reich.--Emanuele Mastrangelo (msg) 12:45, 18 ago 2008 (CEST)[rispondi]

Sicuramente il volume di Baratter è estremamente completo e ricco di informazioni che, purtroppo, non sempre si trovano nelle ricerche e pubblicazioni in materia. Come è noto, il 23 marzo 1944 il Polizeiregiment Bozen non apparteneva alle SS. I documenti parlano chiaro in proposito. Nemmeno formalmente (si vedano i documenti citati in nota da Baratter). Bisognerebbe anche spiegare che quando si parla di SS un conto è il "politische soldaten" volontario, altra cosa il povero cristo - come nel caso dei sudtirolesi e anche dei trentini - costretto con la minaccia ad indossare una divisa. A volte mi sembra che questo abbinamento con le SS - così come i riferimenti a rastrellamenti di ebrei e quant'altro, non sempre documentati da chi li cita! - servano per caricare di negatività la vicenda di un gruppo di soldati coatti che avevano subito la violenza dal fascismo prima (italianizzazione forzata) e dal nazismo poi (arruolamento coatto pena l'estensione del reato di diserzione a tutti i famigliari, la legge tedesca della "Sippenhaft"). Devo dire che il libro di Baratter è in proposito molto utile, obiettivo, contiene una ricca serie di riferimenti documentari e storiografici straordinari, non sempre noti e disponibili. Certo a qualcuno queste ricerche non faranno piacere; ma fare storia non significa fare politica. Quanto al fatto che fossero cittadini tedeschi: anche nel caso in cui avessero optato per la cittadinanza germanica nel 1939, de facto cessavano di essere cittadini italiani solo quando espatriavano. Questo prevedevano le leggi sulle Opzioni! Quindi possiamo affermare con quasi assoluta certezza che i soldati del Bozen, almeno in gran parte, erano ancora cittadini italiani. Non è una novità ma si continua a far finta di non vedere e di non sapere. Nello stesso modo moltissimi italiani, che nemmeno avevano potuto optare per la cittadinanza germanica, si pensi ai bellunesi ma soprattutto ai trentini, furono costretti a prestare servizio per i tedeschi (p.es. 3.000 soldati trentini furono arruolati nel Corpo di Sicurezza Trentino o "polizia trentina"). Più chiaro di così. Comunque leggete il volume di Baratter: è una fonte straordinaria di informazioni. Un caro saluto. Freiheit.


Il libro in questione dice da quale comando dipendeva il battaglione allora? Direttamente da Mackensen? o da Kappler?
Comunque dalle migliori (pensate le peggiori... -_-) foto che sono riuscito a trovare su Via Rasella mi pare di vedere che i soldati non avessero le tipiche mostrine da SS ma gli alamari (che invece erano propri degli altri corpi germanici). Non che la cosa sposti molto in sede di giudizio storico, tuttavia oramai siamo in ballo su questo dubbio e balliamo!
Infine: che dobbiamo fare con la mia proposta? procedo?--Emanuele Mastrangelo (msg) 17:47, 18 ago 2008 (CEST)[rispondi]