Terza lettera ai Corinzi: differenze tra le versioni

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Versione delle 11:35, 7 ott 2007

La Terza lettera ai Corinzi è un apocrifo del Nuovo Testamento scritto in greco tra il 160 e il 170 probabilmente in Siria. L'attribuzione pseudoepigrafa è a Paolo, apostolo. Sebbene sia nata come testo autonomo è stata in seguito incorporata nel composito apocrifo Atti di Paolo.

In passato ha goduto di notevole fortuna, specialmente nell'oriente cristiano-siriaco, al punto da essere compresa nel canone siriaco e in quello armeno per diversi secoli. Attualmente non ne fa parte.

È uno dei più antichi testi che parla della resurrezione, anche se si limita a riproporre i contenuti della fede già enunciati, e più ampliamente nel capitolo 15 della Prima lettera ai Corinzi, seppur introducendo una piccola ma importante novità. Infatti non si parla qui di ἀνάστασις τῶν νεκρῶν (resurrezione dei morti), come in 1Cor, ma di ἀνάστασις τῆς σαρκός (resurrezione della carne), mostrando l'evoluzione del problema. La polemica si è evidentemente spostata sulla prrspettiva antropologica greca di tipo dualistico, secondo cui l'uomo è composto da due parti: il corpo,corruttibile e destinato a scomparire, l'anima, immortare e destinata alla vita eterna. Proprio in risposta a questa concezione dualistica, la lettera ribadisce la verità della resurrezione della carne.

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