Radio (mass media): differenze tra le versioni

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CHE CAO VOLETE
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=== W LA FIGA E CHI LA CASTIGA ===
{{F|radio|ottobre 2015}}
{{L|editoria|arg2=telecomunicazioni|luglio 2012}}[[File:IFrogWWOZTalk14Aug06.jpg|thumb|upright=1.4|Lo studio di una emittente radio]]
{{D|Storia della radio in Italia}}
La '''radio''' è il mezzo con cui avviene la [[Trasmissione (telecomunicazioni)|trasmissione]] di contenuti [[suono|sonori]] fruiti in tempo reale da più utenti situati in una o più [[Area geografica|aree geografiche]] (predisposte da apposite [[Rete di telecomunicazioni|reti di telecomunicazione]]) e dotati di [[Radio (apparecchio)|specifici apparecchi elettronici]] ed, eventualmente, specifici [[impianti di telecomunicazione]].

Da un punto di vista [[sociologia|sociologico]] la radio è uno dei [[Mezzo di comunicazione di massa|mezzi di comunicazione di massa]] tra i più diffusi. Da un punto di vista [[tecnico]] è invece un'applicazione delle [[Telecomunicazione|telecomunicazioni]].

== Tecnica ==
{{vedi anche|Invenzione della radio|Cronologia della radio}}
Seguendo l'evoluzione [[tecnologia|tecnologica]], la radio ha adottato diverse forme [[tecnica|tecniche]] nel corso della sua pluridecennale storia:
* [[radio analogica]]: è la forma classica, tuttora prevalente (le tecniche principali utilizzate sono l'[[Modulazione di ampiezza|AM]] e l'[[Modulazione di frequenza|FM]]);
* [[radio digitale]] (ad esempio con sistemi come il [[Digital Audio Broadcasting|DAB]] e il [[Digital Radio Mondiale|DRM]]);
** la [[televisione digitale terrestre]] o [[televisione digitale satellitare|satellitare]] viene utilizzata per trasportare canali radio;
** [[Web radio]];
* [[radio satellitare]].

== Storia ==
=== La nascita della radio ===
L'[[invenzione della radio]] è frutto di una serie di esperimenti tenuti alla fine dell'[[XIX secolo|Ottocento]] che dimostravano la possibilità di trasmettere informazioni tramite le [[Radiazione elettromagnetica|onde elettromagnetiche]].

Prima nel 1860 [[James Clerk Maxwell|James Maxwell]] studiò il carattere ondulatorio della luce, dell'elettricità e del magnetismo; in seguito, [[Heinrich Rudolf Hertz|Heinrich Hertz]] riuscì a produrre le onde elettromagnetiche. Fu grazie a queste onde hertziane che [[Guglielmo Marconi]] riuscì ad elaborare il sistema di trasmissione senza fili garantendo la trasmissione d'informazioni a grandi distanze, riuscendo, per la prima volta nel 1901, a trasmettere la lettera /s/ attraverso l' Atlantico.<ref>Fonte: Francesca Anania "Breve storia della radio e della televisione italiana", Carocci editore, 2004.</ref>

Secondo una sentenza della corte statunitense, non riconosciuta in ambito internazionale, il primo a riuscirci fu [[Nikola Tesla]] nel [[1893]] in una conferenza pubblica a [[Saint Louis (Missouri)|St.Louis]], [[Missouri]]. Secondo la corte, l'apparato che Tesla usò conteneva tutti gli elementi che erano incorporati nei sistemi radio prima della sviluppo della “valvola termoionica”<ref>[http://www.ieee.org/web/aboutus/history_center/biography/tesla.html IEEE - IEEE History Center<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Da precisare che comunque, il presunto apparato costruito da Tesla, non è riuscito a trasmettere né a ricevere segnali e la sentenza è stata emessa dagli U.S.A. e non viene riconosciuta da nessun altro stato non U.S.A. Infatti, l'opinione mondiale conserva la certezza, dimostrabile da libri e da documentazione storica, che prova che l'inventore della radio fu [[Julio Cervera]], che secondo recenti ricerche, ha sviluppato la radio undici anni prima di Marconi. È vero che Marconi ha inventato il telegrafo senza fili, ma per trasmettere i segnali, senza nessun suono.

Julio Cervera Baviera trasmise la voce umana senza fili tra Alicante e Ibiza nel [[1902]]. Tuttavia, va tenuto a mente che 15 anni prima di Marconi e 4 anni prima Julio Cervera, [[Nikola Tesla]] aveva già fatto diversi spettacoli e pubblicazioni sui principi della radio. Dopo la contesa sul brevetto Marconi, Nikola Tesla è andato in tribunale con Marconi per vincere la causa davanti alla Corte Suprema degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]. Nikola Tesla diventa il vero inventore dei principi della radio.

=== La radiodiffusione circolare ===
Negli anni '20 inizia a concretizzarsi l'idea di diffondere contenuti sonori alle masse: nasce la radio come [[mass media|mezzo di comunicazione di massa]]. Il termine tecnico per una tale diffusione è [[broadcast]]ing, tale termine sta infatti ad indicare una comunicazione unidirezionale da uno verso molti.

In [[Gran Bretagna]] nel [[1919]] il [[Post Office]] concesse una temporanea autorizzazione alla stazione Marconi di [[Chelmsford]] in Cornovaglia, che il 23 febbraio [[1920]] trasmise il primo regolare servizio radiofonico della storia, per due ore consecutive al giorno, per un periodo di due settimane.
Dopo aver ottenuto il 16 ottobre [[1920]] una licenza di trasmissione ufficiale, la [[Westinghouse]] di [[Pittsburgh]] entrò in servizio a partire dal 2 novembre [[1920]], trasmettendo con il nome di [[KDKA]] da uno stabilimento industriale di [[Washington (distretto di Columbia)|Washington]]. In breve tempo, la radio si diffonde in maniera così rapida che negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] già nel [[1922]] si contano ben 187 stazioni, un pubblico in grande crescita ed un numero di ricevitori funzionanti che alla fine di quell'anno toccherà quota 750 mila.

Nel [[1922]] viene fondata, in [[Gran Bretagna]] la più antica radio del mondo tuttora esistente: la [[BBC]].

È la prima radicale innovazione nelle comunicazioni di massa dopo l'invenzione della [[Stampa (processo)|stampa]] e conosce subito un grandissimo successo, soprattutto in [[Americhe|America]] e in [[Europa]]. Come sempre accade, la tecnologia, una volta messa a punto, genera nuovi contenuti, linguaggi, immaginari, ed anche produttori e prodotti, consumi e consumatori. Nei primi decenni di vita le trasmissioni avvengono in [[modulazione di ampiezza]] (AM).
La radio inizialmente si diffonde nel mondo secondo due modelli: un modello completamente libero affidato all'iniziativa privata e che si finanzia con la pubblicità, e un modello monopolistico affidato allo Stato e gestito come servizio pubblico. Il primo modello si diffonde negli Stati Uniti e sarà preso d'esempio in [[America settentrionale]], il secondo modello si diffonde nel Regno Unito e sarà preso d'esempio in [Europa].

=== La radiodiffusione circolare in Italia ===
[[File:Mariaboncompagni24.jpg|upright=1.3|thumb|[[Maria Luisa Boncompagni]] in uno dei suoi primi annunci nello studio radiofonico di Via Maria Cristina a Roma nel [[1924]]]]
In [[Italia]], che sul piano tecnologico era di fatto la patria della radio, il nuovo strumento conobbe maggiori difficoltà ad imporsi. Il radiotelegrafo era stato impiegato in operazioni militari durante la [[Prima guerra mondiale]] e una legge del [[1910]] ne proibiva l'uso ai civili. Si deve a [[Costanzo Ciano]], ministro delle poste nel primo [[governo]] [[Benito Mussolini|Mussolini]], il quale, intuendo l'enorme potenzialità della radio, la favorì con diversi provvedimenti legislativi, la nascita della prima emittente italiana: l'[[Unione Radiofonica Italiana]] che esordì il 6 ottobre [[1924]], in una sala in Via Maria Cristina a [[Roma]], nelle vicinanze di [[Piazza del Popolo (Roma)|Piazza del Popolo]].

In un modesto appartamento dell'ammezzato, con le pareti e il soffitto coperti di pesanti tende per attutire i rumori, la sera del 6 ottobre [[Maria Luisa Boncompagni]] aveva dato il primo annuncio: Alle 21, davanti ad un enorme microfono, detto a "catafalco", aveva semplicemente detto: "Unione Radiofonica Italiana, stazione di Roma Uno, trasmissione del concerto inaugurale". Era seguita l'esecuzione di un quartetto d'archi: Opera 7 di [[Franz Joseph Haydn]]. Fu poi trasmessa della musica scelta e infine, la prima trasmissione si concluse con il bollettino [[meteorologia|meteorologico]], la [[Borsa valori|borsa]] e le notizie lette da [[Ines Donarelli]], componente del quartetto d'archi, annunciatrice improvvisata. Il tutto durò soltanto un'ora e mezza. Alle 22.30 le trasmissioni venivano sospese per "far riposare le esauste valvole"

Un decreto regio del [[1925]] stabilì, per evitare la nascita di emittenti private, il [[monopolio]] assoluto dello [[Stato]] sulle comunicazioni senza fili e le preesistenti imprese furono incorporate nell'URI. Nel gennaio 1925 nasce il [[Radiorario]], settimanale ufficiale dell'URI che pubblica i programmi con l'intento di propagandare il nuovo mezzo e nel contempo di conoscere meglio i gusti e le opinioni di un pubblico ancora da formare. Il 27 novembre, l'URI iniziava le sue comunicazioni regolari giornaliere. Tuttavia l'alto costo degli apparecchi (nell'Italia degli [[anni 1920|anni venti]], uno costava circa 3.000 [[lira italiana|lire]] e il reddito medio annuo non superava le 1.000 [[lira italiana|lire]]) ne limitava l'uso alle famiglie più abbienti.
Nel [[1926]] entrarono in funzione le due nuove stazioni di [[Napoli]] e [[Milano]]. A un anno dalla prima trasmissione, si contavano in tutto il territorio nazionale, 26.855 utenti. La ricezione incontrava ancora notevoli difficoltà e spesso accompagnavano l'ascolto boati, scoppiettii, sibili. Nel [[1930]] la costruzione del nuovo impianto di trasmissione di Roma-Santa Palomba portò un netto miglioramento. Intanto erano state inaugurate le stazioni di [[Bolzano]], [[Genova]] e [[Torino]].

=== Gli anni '30: i primi successi ===
[[File:Radio balilla di produzione telefunken (italia), 1937.JPG|thumb|left|Radio Balilla di produzione [[Telefunken]] (Italia), 1937]]
Nel gennaio [[1928]] l'URI divenne [[EIAR]] (''Ente Italiano Audizioni Radiofoniche''). Con un decreto il [[fascismo]] stabilì che l'informazione fosse gestita dall'[[agenzia Stefani]], l'organo di stampa ufficiale del regime. Intanto l'EIAR conobbe una grande diffusione popolare; similmente a quanto avverrà poi per la [[televisione]], la gente, non potendo permettersi una radio nella propria casa, si recava ad ascoltarla nei [[bar (pubblico esercizio)|bar]] e nei locali pubblici, e la [[propaganda]] fascista favorì la diffusione di altoparlanti che collegati agli apparecchi trasmettevano i discorsi del [[Duce]] nelle piazze di tutto il Paese. Con il progetto "Radiorurale", nel [[1933]] la radio venne diffusa in tutte le scuole d'[[Italia]] e permise a molti studenti, di approfondire la conoscenza della [[lingua italiana]] che a settant'anni dall'[[Unità d'Italia]] era ancora sconosciuta alla maggioranza degli italiani.

Nel [[1930]], con la creazione della concessionaria [[Sipra]] iniziò la trasmissione dei primi [[spot pubblicitario|spot pubblicitari]]. Il successo della radio intanto continuava a crescere, grazie alla trasmissione di programmi innovativi e di grande gradimento popolare: nel [[1931]] viene diffusa la prima radiocronaca dell'incontro di [[Calcio (sport)|calcio]] fra [[Italia]] e [[Ungheria]], all'[[autunno]] del [[1934]] risale il primo trionfo della radio grazie alla rivista ''[[I Quattro Moschettieri (programma radiofonico)|I quattro moschettieri]]'' (prima puntata 13 ottobre), su testi di [[Angelo Nizza|Nizza]] e [[Riccardo Morbelli|Morbelli]]. Abbinata a un concorso della casa [[Perugina]], il programma scatenò la caccia alle figurine quotate per i premi. Nel [[1934]] si contavano 900.000 ascoltatori ma in realtà i “radioamatori” erano più di otto milioni.

Nel [[1935]], in occasione dell'[[Guerra d'Etiopia|invasione italiana]] dell'[[Etiopia]], si diffuse il genere della radiocronaca, ovvero della cronaca in diretta dai luoghi di battaglia e sull'andamento della [[guerra]]. Nel [[1936]] da Roma-Prato Smeraldo fu avviato il primo trasmettitore a [[onde corte]] per l'estero. Nel [[1938]] il numero degli abbonati raggiunse il milione. Nel resto del mondo, la radio si afferma definitivamente e nel [[1931]] viene fondata, su impulso di [[Papa Pio XI]], [[Radio Vaticana]]. Le [[elezioni]] presidenziali americane del [[1932]], si caratterizzano proprio per la presenza della radio che trasmette e diffonde nelle case americane i programmi dei candidati dalla loro viva voce.

=== La seconda guerra mondiale ===
Lo scoppio della [[seconda guerra mondiale]] e l'ingresso dell'[[Italia]] il 10 giugno [[1940]], favoriscono il lancio definitivo della radio che era all'epoca il mezzo più potente e più veloce, soprattutto per le comunicazioni belliche. Le difficoltà della guerra e i bombardamenti alleati rendono difficili le comunicazioni dell'EIAR e dopo l'[[8 settembre 1943]], il paese è spaccato in due. L'EIAR si trasferisce a [[Milano]] e da qui diventa la radio ufficiale della [[Repubblica Sociale Italiana]] mentre nell'Italia meridionale, al seguito all'avanzata delle truppe alleate, il [[Psychological Warfare Branch]] impianta nuove emittenti: Radio Palermo, Radio Bari, Radio Sardegna, Radio Napoli, Radio Roma.
[[File:Radio Minerva Paradiso.jpg|thumb|Una [[radio (elettronica)|radio]] dei tardi [[anni 1940|anni quaranta]]]]
Nei territori della Repubblica Sociale, invece si diffonde, nonostante i tentativi di interferenza da parte dei tedeschi, l'ascolto clandestino delle radio nemiche: [[Radio Monteceneri]], [[Radio Mosca]], [[Radio Vaticana]] e soprattutto [[Radio Londra]] che, sebbene fossero proibite per legge e punite anche con la morte, sono l'unica fonte per conoscere la verità sull'andamento della guerra.

=== Gli anni '50: il periodo d'oro della radio ===
Passata la guerra, vengono ricostruiti gli impianti di diffusione e la radio che nel [[1949]] assume il nome di [[RAI]] (Radio Audizioni Italiane) inizia il suo periodo d'oro: il prezzo degli apparecchi scende vertiginosamente e la radio entra nelle case della maggioranza degli italiani. Nel [[1951]] viene trasmessa in diretta la prima edizione del ''[[Festival di Sanremo]]''.
Nel [[1951]] la riforma del sistema radiofonico stabilisce la creazione di tre reti: Nazionale, Secondo e Terzo e viene regolarizzato il radio-giornale che secondo la legge deve essere imparziale e a tal proposito viene istituita la [[commissione parlamentare di vigilanza]].

Nel [[1954]] l'avvento della [[televisione]], spinge la radio a cercare nuove strategie per reggere la concorrenza del nuovo strumento. La radio avvia la sua programmazione giornaliera e notturna. L'invenzione dell'[[autoradio]] e del [[transistor]], trasformano la radio in un oggetto trasportabile ovunque e, negli anni del [[miracolo economico italiano|boom economico]] essa diventa la colonna sonora del nuovo senso di libertà che si diffonde soprattutto fra i giovani.
Nonostante il successo strepitoso della TV, la radio riesce a reggere la concorrenza, grazie alla specializzazione dei programmi e al suo radicamento nel [[Morale|costume]] popolare.

Nel [[1959]] nasce ''[[Tutto il calcio minuto per minuto]]'', una delle trasmissioni più popolari della radio italiana, tuttora in onda.

=== Gli anni '60 e il Sessantotto ===
Nel [[1960]] c'è la differenziazione in tre canali per accontentare un numero sempre maggiore di utenti: il Nazionale diventa Primo e si dedica all'[[informazione]] politica e sociale, il Secondo punta sulla [[prosa]], sulla [[musica]] e sulla [[varietà (spettacolo)|varietà]] mentre il Terzo diventa il canale culturale ma non troppo. Nel [[1966]] dal [[Principato di Monaco]] iniziano le regolari trasmissioni di [[Radio Montecarlo]], la quale può operare in [[Italia]] perché la sua stazione si trova all'estero. Nasce un contenzioso con cui la [[Rai]] decide di ricorrere al [[tribunale]] che dà ragione all'azienda di stato e costringe Radio Montecarlo a interrompere le trasmissioni.

Negli anni Sessanta il pubblico giovanile ottiene trasmissioni appositamente dedicate, spesso condotte dalla coppia [[Renzo Arbore]]-[[Gianni Boncompagni]]: trasmissioni come ''[[Bandiera gialla (programma radiofonico)|Bandiera gialla]]'', ''[[Per voi giovani]]'' e ''[[Alto gradimento]]'' cambiano profondamente il linguaggio radiofonico.

La “nuova aria” portata dalla [[il sessantotto|contestazione studentesca del 1968]] invade anche la radio: cambia il pubblico e si affermano nuovi generi. Un programma manifesto di questo periodo è "''[[Chiamate Roma 3131]]''", tre ore di trasmissione quotidiana in diretta telefonica con gli ascoltatori su temi di costume e società, che allora stavano cambiando profondamente. Il programma nasce il 7 gennaio [[1969]] ed è un successo strepitoso, che arriva a toccare anche punte di dieci milioni di ascoltatori. Lo conducono [[Gianni Boncompagni]], [[Franco Moccagatta]] e [[Federica Taddei]].

Bisogna in ogni modo ricordare che negli anni Sessanta esordirono anche programmi di grande successo più tradizionali, come ''[[Gran varietà (programma radiofonico)|Gran varietà]]'' e ''[[La corrida]]''.

=== Gli anni '70: le radio libere e la crisi della RAI ===
Nel [[1973]] parte il fortunato esperimento delle "Interviste Impossibili" in cui i maggiori [[intellettuale|intellettuali]] [[italia]]ni immaginano di incontrare celebri personaggi del passato: uno degli esempi più celebri è l'intervista che [[Umberto Eco]] farà ad un'immaginaria [[Beatrice Portinari|Beatrice]].

Nel [[1976]] il monopolio della [[RAI]] (come già era avvenuto con la [[televisione]] nel [[1974]]) sulla radiodiffusione viene infranto dalla sentenza 202 della [[Corte costituzionale della Repubblica Italiana|Corte Costituzionale]]:

{{citazione|...dichiara l'illegittimità costituzionale degli artt. 1, 2 e 45 della legge 14 aprile 1975, n. 103 (nuove norme in materia di diffusione radiofonica e televisiva) nella parte in cui non sono consentiti, previa autorizzazione statale e nei sensi di cui in motivazione, l'installazione e l'esercizio di impianti di diffusione radiofonica e televisiva via etere di portata non eccedente l'ambito locale.}}

Nel corso della stessa sentenza si dà atto che le emittenti già attive in Italia sono circa 400. Si tratta delle cosiddette "radio pirata" che poi saranno chiamate "radio libere", un fenomeno tipico degli [[Anni 1970|anni settanta]].

Il numero delle [[emittente radiofonica|radio]] libere, anche grazie alla mancanza di [[legge|leggi]] al riguardo, negli anni seguenti cresce vertiginosamente, il loro numero passa da circa 150 nel [[1975]] alle 2800 del [[1978]].

La radio libera è una emittente di piccole dimensioni sia in termini di [[studio radiofonico]], [[antenna]] di trasmissione, che di costi di gestione, in grado di coprire un'[[area]] di pochi [[chilometro quadrato|chilometri quadrati]], spesso interna ad una [[città]]. Di solito trasmettono in [[modulazione di frequenza]] (FM), una [[tecnologia]] fino ad allora poco sfruttata, che garantisce una [[qualità]] più elevata.

La radio libera nasce e si sviluppa con intenti diversi: trasmettere [[musica]] indipendente e [[dedica|dediche]], notiziari locali, programmi demenziali, [[politica|idee politiche]]. Trasmettono la musica ribelle degli [[Anni 1970|anni settanta]], snobbata dalla [[Rai]] e conquistano soprattutto il pubblico [[giovinezza|giovanile]]. Le radio libere contribuiscono a rinnovare radicalmente un settore ingessato, grazie anche ad idee nuove, a programmi originali e talvolta anche strampalati. Le prime radio libere hanno tipicamente una connotazione politica di [[sinistra (politica)|sinistra]], ma tante nascono semplicemente dalla voglia di aggregazione e di lanciarsi di molti giovani. Talvolta, molte di queste radio, trasmettevano i programmi in soluzioni economiche di fortuna: la [[roma]]na [[Radio Dimensione Suono|RDS]], ad esempio, aveva il suo studio in una [[soffitta]], la prima emissione di [[Radio Gemini One]] di Torino avvenne da un garage, ma il caso più eclatante è quello della [[Bologna|bolognese]] [[Radio Alice]]. Più tardi nasceranno anche radio a connotazione tipicamente [[religione|religiosa]], come [[Radio Maria]].

Ricordiamo fra le radio che nascono in questi anni: [[Radio Milano International]] (poi [[Radio 101]]) ([[1975]]) destinata a diventare la prima grande rete privata [[nazione|nazionale]]; Radio International Music (1974) la prima (radio pirata) nata sul lago Maggiore operante a Verbania Pallanza in Via Albertazzi nota per i tanti artisti ospitati in diretta e le fantastiche notti con la presenza e il contributo attivo del famoso poeta Bruno Vilar, classificata al 10º posto in un concorso nazionale organizzato dal settimanale Grand Hotel. [[Radio Luino International]] ([[1974]]) molto seguita sul Lago Maggiore, [[GBR (Radio)|GBR]] ([[1975]]) anch'essa di grande diffusione e a cui si aggiunse una TV; [[Radio Radicale]] ([[1976]]) molto seguita per il contenuto politico-informativo; [[Radio Popolare]] ([[1976]]) nata a Milano come radio di informazione; [[Radio 105|Radio Studio 105]] (dal [[1993]] [[Radio 105]]); da [[Roma]] [[Radio Dimensione Suono]]; da [[Bologna]] [[Radio Lattemiele]] e [[Radio Alice]].

A seguito della liberalizzazione la [[RAI]] inizia un processo di ristrutturazione interna per adeguarsi alle nuove esigenze del pubblico e per affrontare la concorrenza. Tuttavia il declino degli ascolti è davvero pesante. Fra i programmi di questo periodo ancora in onda c'è ''[[Prima pagina (programma radiofonico)|Prima pagina]]'', antesignana della lettura mattutina dei titoli dei giornali.

=== Gli anni '80: dalle radio libere alle radio private ===
Negli anni ottanta del Novecento aumenta la professionalità dei conduttori radiofonici, la
qualità dei programmi, le dimensioni degli studi. Ciò avviene di pari passo con l'aumento degli introiti pubblicitari, dovuti alla importanza delle radio anche in termini di ascolti.
Si parla quindi non più di radio libera ma di [[radio privata]].

Nel [[1981]] [[Claudio Cecchetto]] rileva Radio Music e fonda a [[Milano]] [[Radio Deejay]] destinata a imporsi sul mercato nazionale come l'emittente più seguita d'[[Italia]]. Nasce anche [[Radio Italia]] e [[Radio Italia Network]].

Nel [[1982]] la [[Rai]] lancia due nuovi canali: [[RaiStereoUno]] e [[RaiStereoDue]] sulle nuove frequenze [[Modulazione di frequenza|FM]] e una riforma strutturale decisa favorisce una modernizzazione degli stili e un adeguamento ai tempi sul modello delle [[radio privata|radio private]].

Nel [[1988]] con la riforma del servizio radio-televisivo pubblico, le reti radiofoniche [[RAI]] rinunciano ad inseguire la concorrenza privata in termini di ascolto e puntano sulla qualità, trasformandosi in programmi d'approfondimento e intrattenimento leggero. Fra i programmi più longevi di quest'epoca ci sono il talk show ''[[Radio anch'io]]'' di [[Gianni Bisiach]] e il programma di lirica ''Foyer'' (poi ribattezzato ''[[La Barcaccia (programma radiofonico)|La barcaccia]]''). Nello stesso anno nasce [[Audiradio]] che riunisce la [[RAI]], la Sipra e altre organizzazioni del settore con lo scopo di effettuare indagini periodiche a livello nazionale per la rilevazione dell'ascolto radiofonico.

=== Gli anni '90: l'entrata in scena dei network nazionali ===
Negli [[anni 1990|anni novanta]] si diffonde la formula del ''network'' a cui si adeguano le principali emittenti. Contemporaneamente si assiste alla scomparsa di molte radio minori. Nascono in questi anni [[Radio Deejay]] e [[Radio Capital]] ([[1995]]) e [[Radio 24]] ([[1999]]), la prima radio italiana ''all-news'' che è inoltre legata ad un [[quotidiano]], il [[Sole 24 Ore]].

Nella prima metà degli anni '90 si registra un calo di ascolti per la radio e in molti sostengono che per il più antico dei mass media sia vicina la fine. In effetti la concorrenza con la televisione si rivela perdente e il pubblico è in forte discesa. La diffusione di [[Internet]] e la nascita delle [[web radio]] alla fine degli [[Anni 1990|anni novanta]] rilancia però straordinariamente la radio dandole nuova linfa ed una nuova sociologia. Essa è infatti il mezzo migliore che si può collegare con il nuovo strumento e molte emittenti si dotano di un sito [[Web]].

Fra i più popolari programmi partiti in quegli anni e tuttora in onda bisogna ricordare ''[[Deejay chiama Italia]]'' di [[Linus (deejay)|Linus]] e [[Nicola Savino]] su Radio Deejay del [[1991]], e le trasmissioni satiriche ''[[Il ruggito del coniglio]]'' e ''[[Caterpillar (programma radiofonico)|Caterpillar]]'' su Radio 2, la prima del [[1995]] e la seconda del [[1997]].

=== Il nuovo millennio: la radio ritorna all'antico splendore ===
Dal [[2000]] si diffonde, invero senza troppa convinzione, la nuova tecnologia [[Digital Audio Broadcasting|DAB]] (Digital Audio Broadcasting) che lancia la nuova "radio del duemila". Il DAB garantisce una qualità dell'ascolto pari a quella di un [[CD]], prevede l'impiego di trasmettitori terrestri (DAB-T) e satellitari (DAB-S), e semplici antenne non direzionali per la ricezione. Accanto al DAB, che, come detto, non riscuote un grande successo (stante l'assenza di un concreto valore aggiunto per l'utente della modulazione di frequenza), viene diffuso anche il [[Digital Radio Mondiale|DRM]], considerato di qualità migliore e si sperimenta la tecnologia [[FMeXtra]] (che prevede la trasmissione simultanea di un pacchetto digitale unitamente a quello analogico in FM).

==== In Italia ====

Negli [[Anni 2000|anni duemila]] la radio, anche quella tradizionale, conosce in Italia un successo straordinario con ascolti altissimi, come non si vedevano da anni, favorita, forse, anche dal contemporaneo calo degli [[televisione|spettatori televisivi]], come sembrerebbe confermare un sondaggio del [[2004]], che rivelava che oltre il 45% degli [[Italia]]ni, dichiara di preferire la radio alla [[televisione]]<ref name="autogenerato1">Televideo del 6 ottobre 2004 "Gli ottant'anni della radio"</ref>.

La radio, soprattutto quella musicale, si dimostra in grado di condizionare i gusti del pubblico, molto più del previsto, con le proprie programmazioni. Ma anche la radio generalista ritorna ai trionfi del passato.

Ma il successo della radio dopo il 2000, è dovuto anche all'evoluzione di Internet (web 2.0) che diventa quasi una parte indissolubile di questo mezzo.

La Rai ottiene un particolare successo con ''[[Viva Radio 2]]'' condotta da [[Fiorello]].

== Sentenze della Corte costituzionale ==
* [[s:Sentenza della Corte Costituzionale n.59/1960|Sentenza n.59 del 1960]] Infondate le questioni di costituzionalità perché l'etere tollera un numero ridotto di canali
* [http://www.giurcost.org/decisioni/1974/0225s-74.html Sentenza n. 225 del 1974] Parziale illegittimità delle norme "postali", ma sostanziale legittimità del monopolio via etere
* [http://www.giurcost.org/decisioni/1974/0226s-74.html Sentenza n. 226 del 1974] Illegittimità del monopolio via cavo e quindi sua liberalizzazione
* [http://www.giurcost.org/decisioni/1976/0001s-76.html Sentenza n. ..1 del 1976] Manifestamente infondate le impugnative
* [http://www.giurcost.org/decisioni/1976/0202s-76.html Sentenza n. 202 del 1976] non può essere invocata la limitatezza delle frequenze per quello che riguarda le trasmissioni locali

== Note ==
<references />

== Bibliografia ==
* Peppino Ortoleva e Barbara Scaramucci (a cura di), ''Enciclopedia della Radio'', Garzanti, Milano, 2003
* Giovanni Cordoni, Peppino Ortoleva, Nicoletta Verna, ''Radio FM 1976-2006. Trent'anni di libertà d'antenna'', Minerva, Bologna, 2006
* Giovanni Cordoni, Peppino Ortoleva, Nicoletta Verna, ''Le onde del futuro. Presente e tendenze della radio in Italia'', Costa & Nolan, Milano, 2006
* Massimo Lualdi, [http://www.planetmedia.it/planeteditoreindice.htm ''Aspetti giuridici delle interferenze in Modulazione di Frequenza tra Stati confinanti (Italia – Svizzera)'']
* Massimo Lualdi, [http://www.planetmedia.it/tfml.htm ''Le radio locali: un'esperienza comunicativa per il pubblico giovanile (1975-77)'']
* Vito Scelsi, [http://www.planetmedia.it/cmptbz.pdf ''La tutela costituzionale del diritto all'informazione - Le compatibilizzazioni radioelettriche'']
* Francesco Monico, ''Il Dramma Televisivo - l'autore e l'estetica del mezzo'', 2006, Meltemi, Roma.
* Franco Monteleone, ''Storia della radio e della televisione in Italia. Un secolo di costume, società e politica. Nuova edizione aggiornata'', Marsilio, Venezia, 2003, ISBN 88-317-7230-9
* [[Amedeo Benedetti]], ''Il comportamento radiofonico'', Genova, Regione Liguria, 1996.
* [[Amedeo Benedetti]], ''La comunicazione radiofonica'', in ''Agenda della Comunicazione 2004'', Genova, Aba Comunicazione, 2004, pp.&nbsp;366–378.
* Paolo Lunghi, ''Via Etere - trent'anni di Radio Libere'', Ibiskos-Ulivieri, 2007
* Massimo Lualdi, [http://www.newslinet.it/shownews.php?nid=2506&h=il%20concetto%20giuridico%20di%20ambito%20locale ''Il concetto giuridico di ambito locale alla luce dell'evoluzione tecnologica'']
* Paolo Lunghi, "Vivere con frequenza", Ibiskos-Ulivieri, 2011

== Voci correlate ==
{{div col}}
* [[Radiofonia]]
* [[Radiodiffusione]]
* [[Unione Europea di Radiodiffusione]]
* [[Radio (elettronica)]]
* [[Podcasting]]
* [[Ponte radio]]
* [[Produttore radiofonico]]
* [[Radio Londra]]
* [[Streaming]]
* [[Serial radiofonico]]
* [[Radiodramma]]
* [[Radiofilm]]
* [[RAI]]
* [[Normativa della radiotelevisione terrestre]]
* [[Autoradio]]
{{div col end}}

== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Radio}}

== Collegamenti esterni ==
* {{Dmoz|World/Italiano/Tempo_Libero/Radio/|Radio}}
* {{cita web|http://www.cnit.it/images/catalogo.pdf|L’AVVENTURA DELLA RADIO, Un viaggio nella storia, scienza e arte delle Telecomunicazioni "Collezione Patanè"}}
* {{cita web|http://www.agcom.it/L_naz/dl177_05.htm|Testo unico della Radiotelevisione}}
* [http://www.guglielmomarconi.com La radio nel tempo e nello spazio"] - Sito dedicato alla Radio ed alla grande personalità di Guglielmo Marconi
* {{cita web|url=http://www.televideo.rai.it/televideo/pub/pagina.jsp?p=540&s=1&r=Nazionale&idmenumain=2&pagetocall=pagina.jsp&x=8&y=10|titolo=La guida ai programmi della radio su Televideo RAI}}
* [http://www.storiadellaradio.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-6b5ce731-694d-4811-9485-6683d348f597.html?refresh_ce ''Storia della radio'' sul sito Rai]

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Versione delle 16:47, 6 feb 2017

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