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== Il Santuario ==
== Il Santuario ==
Il Santuario di Santa Maria ad Rupes si trova sulla parete della forra che costeggia [[Castel Sant’Elia]] posto a picco sulla Valle Suppentonia <ref>SCUNGIO ELISABETTA, Arte e monachesimo benedettino nell’Alto Lazio dalle origini al XII secolo. Documenti, forme insediative e monumenti nelle diocesi di Nepi e di Civita Castellana </ref> .
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Nell’anno 520 sant'Anastasio di Suppentonia, notaio della curia romana, vi fondò un monastero e i monaci Benedettini costruirono la [[Basilica di S. Elia]] <ref>S. GREGORIO MAGNO scrisse: “L’abate S. Anastasio, notaio di S. Romana Chiesa, aveva preso l’abito di monaco. Ritiratosi in detto luogo, vi menò per molti anni una vita santa e fu diligente custode e superiore del Cenobio” (Dialoghi I, 7).</ref>
Nell’anno 520 sant'Anastasio di Suppentonia, notaio della curia romana, vi fondò un monastero e i monaci Benedettini costruirono la [[Basilica di S. Elia]] <ref>S. GREGORIO MAGNO scrisse: “L’abate S. Anastasio, notaio di S. Romana Chiesa, aveva preso l’abito di monaco. Ritiratosi in detto luogo, vi menò per molti anni una vita santa e fu diligente custode e superiore del Cenobio” (Dialoghi I, 7).</ref>

Versione delle 17:25, 16 ott 2022

Santa Maria ad Rupes

Il Santuario

Il Santuario di Santa Maria ad Rupes si trova sulla parete della forra che costeggia Castel Sant’Elia posto a picco sulla Valle Suppentonia [1] .

File:Valle suppentonia.jpg
Valle_suppentonia

Nell’anno 520 sant'Anastasio di Suppentonia, notaio della curia romana, vi fondò un monastero e i monaci Benedettini costruirono la Basilica di S. Elia [2] Tuttavia nel 1258 il Cenobio e la Basilica furono abbandonati per cinque secoli.

Le origini della Grotta risalgono al VI secolo: fu questo il luogo in cui i monaci benedettini rendevano culto alla Madonna e si ritiravano per la preghiera. Nonostante i secoli di abbandono la venerazione alla Madonna ad Rupes fu sempre viva tra le popolazioni locali.

L'icona della Madonna ad Rupes

Nell’iconografia mariana, la Madonna “ad Rupes” appartiene al ristretto numero delle immagini nelle quali la Madonna adora il Figlio che dorme sulle ginocchia materne [3]. Non esistono notizie storiche che permettano di stabilire la provenienza, l’autore e il tempo di collocazione del quadro della Vergine nella Grotta. Secondo gli esperti, l’opera dovrebbe risalire al XVI secolo.


Fra' Andrea Giuseppe Rodio

Nel 1777 Fra’ Giuseppe Andrea Rodio (1745-1819), nominato dal Vescovo Filippo Mornati (1704 – 1778) [4] "Custode del Santuario", al fine di facilitare l’accesso alla Grotta della Madonna, concepì l’idea di scavare nel tufo vivo una galleria. Nel 1782 diede il primo colpo di piccone alla roccia e dopo l'instancabile lavoro di 14 anni realizzò una scala di 144 gradini. Morì all'età di 76 anni, in fama di santità, 1'11.1. 1819 e fu sepolto nella tomba da lui stesso scavata presso l'altare della Madonna.

S.E. Mons. Bernardo Doebbing

Nel 1892 il Santuario venne affidato ai Frati Minori della Provincia di Santa Croce in Sassonia. Con il lavoro guidato da S.E. Mons. Bernardo Doebbing [5] (1855-1916) il Santuario si sviluppò assumendo l’aspetto odierno.

Per accogliere i pellegrini che in numero crescente visitavano la Grotta Santa fu avvertita l’esigenza di costruire una chiesa per un migliore svolgimento dei riti liturgici. Negli anni 1908-1910 fu edificata la Basilica di San Giuseppe, in stile gotico a navata unica. Nell’anno 1912 tutto il complesso del Santuario fu elevato a titolo di Pontificio e di Basilica Minore e passò in prorpietà della Santa Sede.

Peregrinatio Mariae

Due volte, nel 1949 e dal 1986 al 1988, la Venerata Immagine visitò tutte le parrocchie della Diocesi con la “Peregrinatio Mariae”. Vale pena notare che già nel 1949 la Peregrinatio si svolse nelle due Diocesi: quella di Nepi e Sutri, e quella di Civita Castellana, Orte e Gallese. La seconda avvenne dopo la riunificazione delle due Diocesi sorelle a seguito della proclamazione della Madonna ad Rupes a Patrona della nuova Diocesi.

Nel gennaio 1982 a guida pastorale e custodia del Santuario subentrò la Congregazione di S. Michele Arcangelo (Padri Micaeliti), fondata dal Beato P. Bronislao Markiewicz (1842- 1912).

La Madonna “ad Rupes” patrona della Diocesi di Civita Castellana

Il 15 febbraio 1986 il Vescovo Diocesano Mons. Marcello Rosina proclamò la Madonna “ad Rupes” patrona della Diocesi di Civita Castellana dopo la unificazione in una sola Circoscrizione ecclesiastica delle Diocesi di Nepi e Sutri, Civita Castellana, Orte, Gallese. La festa liturgica si celebra il 12 settembre, memoria liturgica facoltativa del Santissimo Nome di Maria.

Il Santuario è stato, per secoli meta di pellegrinaggio e visite papali, come quelle di Pio X, Paolo VI, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II (1° maggio 1988).

Bibliografia

  1. ^ SCUNGIO ELISABETTA, Arte e monachesimo benedettino nell’Alto Lazio dalle origini al XII secolo. Documenti, forme insediative e monumenti nelle diocesi di Nepi e di Civita Castellana
  2. ^ S. GREGORIO MAGNO scrisse: “L’abate S. Anastasio, notaio di S. Romana Chiesa, aveva preso l’abito di monaco. Ritiratosi in detto luogo, vi menò per molti anni una vita santa e fu diligente custode e superiore del Cenobio” (Dialoghi I, 7).
  3. ^ S. PIO X, Motu Proprio, 15.8.1912
  4. ^ MORONI, LXXI, pp. 120-121; Nispi Landi 1887, pp. 283-286, 321; Chiricozzi 1990, p. 122
  5. ^ CORRADO CAVALLO, Enrico Maria Doebbing: un francescano tedesco alla guida della diocesi di Nepi e Sutri alla vigilia della prima guerra mondiale, Centro di Ricerche per la Storia dell'Alto Lazio, 1, Manziana, 2007