Progetto:Giochi/Warhammer/Nagash (Warhammer)

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Nagash è un personaggio del gioco di miniature Warhammer Fantasy Battle. È il più potente necromante mai nato, mutato in Lich e in grado di comandare i non morti. È stato la causa della distruzione di un'intera civiltà e della nascita dei Non Morti.

Giovinezza[modifica wikitesto]

Nagash, il Maledetto, era all'origine il più colto e potente dei sacerdoti di Khemri; nonostante questo, era ancora assetato di potere. Dopo la morte di suo padre, Khetep (primo re della Terza Dinastia) in una battaglia contro la città portuale di Zandri, suo fratello maggiore, Thutep, ereditò il trono.
Mentre preparava il corpo del padre per la cerimonia funebre, Nagash si rese conto che egli era stato ucciso da una magia, sconosciuta ai sacerdoti di Nehekara, che aveva fuso insieme i suoi organi; quando una delegazione di Zandri portò come dono funebre tre barbari dalla pelle pallida, Nagash comprese subito che dovevano essere stati loro a lanciare tale incantesimo, ed ora venivano donati a Khemri perché troppo pericolosi. Nagash costrinse i tre -che erano poi Elfi Oscuri- ad insegnargli i segreti della magia, dopo averli segregati in una delle labirintiche tombe dei sovrani antichi. Quando finalmente l'uomo riuscì ad imbrigliare l'energia magica, in breve tempo aumentò la propria padronanza del potere, finché non divenne più potente dei barbari stessi, e li uccise in un duello magico. Per i suoi esperimenti Nagash usò i giovani di Khemri che si attardavano nelle taverne o nelle case di piacere, e le continue sparizioni allarmarono il fratello, che scoprì Nagash: quest'ultimo, con l'aiuto dei suoi luogotenenti, i primi immortali, tra cui spiccava la figura di Arkhan il Nero, massacrò gli Ushabti (la guardia personale) del re e murò Thutep vivo, usurpandone il trono.

Con i suoi poteri, Nagash evocò demoni servitori, che gli permisero di aumentare ancora le sue conoscenze. Fondendo tale magia con la sua conoscenza della non-vita, imparata durante il suo sacerdozio, Nagash creò una nuova forma di magia: la Necromanzia.
Tale potere lo rese immortale e in grado di far risorgere e comandare i morti. Durante il suo regno di terrore innumerevoli schiavi lavorarono per cinquant'anni, erigendo una gigantesca piramide di ossidiana, quella che sarà chiamata la Piramide Nera di Nagash. Il re trascrisse tutta la sua conoscenza in nove libri, con pergamena di pelle umana e scritti con sangue umano: i tristemente famosi Nove Libri di Nagash. Khemri si sottomise a Nagash, e con il tempo anche Neferem, sposa di Thutep e incarnazione del patto tra gli uomini e le divinità, cedette alla volontà del Necromante.
Ma gli altri re di Nehekara non erano felici di tale governo. Così fu creato un grande esercito, con la forza delle sette città minori, e i sette re marciarono contro Khemri. Nagash non era un avversario facile da battere: al suo ordine, un'armata di scheletri sorse dalla terra, per marciare contro il nemico. Nella cultura di Nekekhara, terrorizzata e ossessionata dalla morte, era la blasfemia definitiva. Molti fuggirono di fronte a quel terrorizzante spettacolo, ma alla fine Nagash fu sconfitto; tuttavia prima della battaglia finale Nagash sacrificò Neferem, spezzando il patto con le divinità, che abbandonarono Nehekara, che perse quindi il nome di Terra Benedetta. Il necromante fuggì a nordest, maledicendo la sua terra natale. I vincitori chiesero la distruzione di tutto ciò che era stato creato sotto Nagash, inclusi i suoi Libri; ma di questi ultimi qualcuno sopravvisse.

Il Gran Necromante[modifica wikitesto]

Nagash vagò a lungo nel deserto. Raccontano che giunse in punto di morte, ma che riuscì a ingannarla e riemerse sotto forma di Lich: il primo e più potente della sua stirpe. Alla fine giunse al picco dello Zoppo, dove scoprì le virtù della Warpietra e costruì la sua fortezza: Nagashizzar, in seguito nota come il Pozzo Maledetto. Il necromante scoprì come manipolare la Warpietra e iniziò a forgiare molti dei suoi più noti artefatti. L'esposizione alla Warpietra mutò profondamente la sua forma fisica; dopo alcuni secoli, non era più neanche riconoscibile come umano.
Una simile quantità di Warpietra attirò gli Skaven che combatterono una lunga guerra con Nagash; l'esercito nemico era numeroso, ma il potere del necromante era semplicemente troppo grande per essere sopraffatto. Si giunse a una tregua. Gli Skaven avrebbero potuto prendere la Warpietra, se avessero attirato le tribù degli Orchi nei pozzi scavati sotto la fortezza.

Per centinaia di anni a Nekekhara i re governarono come avevano sempre fatto. A Lahmia, però, la regina Nefereta rinvenne una copia dei Libri di Nagash; fu subito attratta dall'immenso potere del necromante. Ella fece un patto con Nagash; preparò un elisir, partendo dal suo stesso sangue, e lo bevve.
Nel momento in cui il liquido toccò le sue labbra il cuore di Nefereta si fermò, e il suo corpo non fu più in grado di sopportare il sole. La Regina era divenuta un vampiro, il primo vampiro della storia. Nefereta raccolse i suoi dodici più fidati luogotenenti, dando a ciascuno un sorso dell'elisir. Erano nati i dodici Maestri Vampiri, da cui tutti i vampiri hanno avuto origine.
Temendo l'ira degli dei, il Re di Khemri Alcadizaar raccolse un vasto esercito e mosse contro Lahmia. Il paese fu schiacciato e la regina fuggì, con tutti coloro che si erano convertiti alla notte. Nella distruzione di Lahmia andarono perduti i Libri di Nagash.

Il necromante accolse i fuggiaschi, nominando i dodici Maestri generali del suo esercito. Nagash dichiarò guerra a Nekekhara.
Sfortunatamente il suo nemico, Alcadizaar il Conquistatore, era il più grande generale della sua era (forse il più grande che Khemri ebbe mai). Dopo una serie di sanguinose battaglie, l'esercito di Nagash fu respinto. Il necromante scaricò la sua furia sui Vampiri. I dodici fuggirono, spargendo la loro maledizione nel mondo.

Nagash allora concepì un piano demoniaco; se lui non poteva governare Nekekhara, nessun altro lo avrebbe mai più potuto fare. Nella prima fase il necromante avvelenò il fiume Vitae, vitale fonte d'acqua per tutto il popolo di Nekekhara. Il fiume divenne nero e corrotto e da allora è stato ribattezzato River Mortis. Subito dopo, Nagash liberò il suo potere, scatenando una pestilenza sulla sua terra natale.
Alcadizaar fu costretto a guardare impotente, mentre i suoi cari morivano (sua moglie e i suoi figli furono uccisi dalla peste) e il suo regno si schiantava sotto di lui. Quando un nuovo esercito di non morti raggiunse Nekekhara le difese raccolte furono spazzate via e lo stesso Alcadizaar fu catturato. Nagash non lo uccise, preferendo imprigionarlo per poi torturarlo.

Fu allora che il Gran Necromante raccolse le forze e iniziò a lanciare uno dei più potenti e complessi incantesimi di tutti i tempi. Nagash scatenò un'onda di potere magico sul regno, che uccideva tutti coloro che venivano in contatto con essa. In breve tutto il popolo di Nekekhara morì. Terminata la prima fase, Nagash crollò sul suo trono, recuperando le forze per terminare l'incantesimo. Avrebbe fatto risorgere l'intero popolo, creando un'immensa armata di non morti, e sarebbe partito alla conquista del mondo.
Gli Skaven capirono di essere il primo bersaglio del Necromante, e in fretta e furia idearono un piano per sconfiggerlo. Crearono una spada, dalla lama di Warpietra, coperta di rune letali per chiunque le leggesse. Una pattuglia di Skaven liberò Alcadizaar e gli consegnò l'arma.

Nagash era ancora debole, quando Alcadizaar si lanciò nella sala del trono e lo attaccò, mozzandogli una mano. Il Necromante si riprese immediatamente, lanciando potenti magie distruttive contro il re. Entrambi erano stanchissimi, ma erano anche formidabili spadaccini. Il Consiglio dei Tredici usò tutto il proprio potere per difendere il re, anche se questo significava essere uccisi dai poteri di Nagash. Preso dalla furia, Alcadizaar colpì Nagash con un diluvio di fendenti, riducendolo a pezzettini. Subito dopo il re impazzì: strappò la Corona di Nagash dalla testa dello sconfitto e fuggì, vagando per il suo regno spopolato e distrutto. Non è noto se la follia venisse dal suo animo o dalla lama in Warpietra della sua spada. Quando morì gli artefatti che portava con sé furono razziati.
Gli Skaven accesero un enorme fuoco, alimentandolo con la Warpietra, e bruciarono i resti di Nagash, spargendo le sue ceneri nel mondo.

Resurrezione[modifica wikitesto]

L'incantesimo di Nagash non era completo, ma fu sufficiente a risvegliare gli antichi re di Nekekhara, sepolti da innumerevoli anni, e a trasformare il regno in un deserto. I re, furiosi di non essere risorti in paradiso, cominciarono a raccogliere i propri eserciti. Nagash, cercando di indebolire Nekhekara, l'aveva in realtà resa più forte: il dominio di Settra e dei suoi pari, i Re dei Sepolcri, era cominciato.

Nagash era immortale, nemmeno la Warpietra poteva fermarlo. Così, granello per granello, il suo corpo si rimise insieme ed egli risorse; perché questo avvenisse, gli furono necessari mille anni. Una serie di amare sorprese lo attendevano.
La resurrezione lo aveva indebolito moltissimo; il potere che gli aveva permesso di distruggere un popolo era solo un ricordo. E ora Nekekhara era difesa da re non morti, con eserciti potenti quanto i suoi. Il necromante si incontrò con Settra, il più forte dei Re dei Sepolcri, sfidandolo a duello per il dominio della sua terra. Settra, furioso per ciò che Nagash aveva fatto al suo popolo e in quel momento molto più forte, lo scacciò da Nekekhara. Ritornando alla sua fortezza scoprì che gli Skaven avevano scavato via la maggior parte della Warpietra. Seppur debole, gli bastò una notte per scacciare gli occupanti abusivi del Picco dello Zoppo. Poiché la Warpietra era quasi esaurita, dopo pochi tentativi di riconquista gli Skaven abbandonarono per sempre il luogo.
Nagash sapeva che, per riavere i suoi pieni poteri, doveva riottenere i suoi artefatti. Uno dei più importanti era la sua Corona di ferro: dopo essere stata strappata dal cadavere di Alcadizaar era arrivata nelle Terre Selvagge, dove era stata conquistata dagli Orchi. Orchi che erano poi stati sconfitti da Sigmar. Nagash raccolse un esercito e attaccò l'Impero, ma fu sconfitto e ucciso da Sigmar in persona.

Secondo Mannfred Von Carstein i vampiri non lo seguirono in battaglia. Mentre veniva sconfitto Nagash lanciò una maledizione verso i traditori: la loro stirpe sarebbe sempre stata debole contro il potere di Sigmar. La fede in qualsiasi dio è un grande aiuto contro i vampiri, ma effettivamente il Culto di Sigmar appare più forte contro di essi.

Tempi attuali[modifica wikitesto]

1666 anni dopo tale sconfitta, Nagash risorse nuovamente, nella Notte dei Morti Senza Riposo.

Sono passati mille anni dall'ultima resurrezione e si crede che Nagash stia lentamente ricostituendo il suo potere. Anche se è solo una pallida ombra di se stesso di tanti anni fa, è comunque uno degli esseri più potenti del mondo. Sa di non potersi permettere altri azzardi, quindi sta aspettando il momento giusto per raccogliere i suoi eserciti e ripartire alla conquista del mondo.