Visualizza wikitesto di Marcia reale

{{Inno nazionale
|Demotico = piemontese (1834-1861);<br />italiano (1861-1946)
|Immagine = Frontespizio Marcia Reale.JPG
|Didascalia = Il frontespizio di un'edizione ottocentesca della ''Marcia reale''
|Paese = ITA 1861-1946
|Adozione = 1861
|Dismissione = 1946<ref>''La leggenda del Piave'' intervallò il vigore della ''Marcia reale'' dal 1943 al 1944.</ref>
|AltroPaese = {{SAR 1816-1848}}<ref>{{cita libro|autore=Tarquinio Maiorino|autore2=[[Giuseppe Marchetti Tricamo]]|autore3=Piero Giordana|titolo=Fratelli d'Italia: la vera storia dell'inno di Mameli|anno=2001|editore=Mondadori|città=Milano|p=24|isbn=88-04-49985-0|citazione=La Penisola era di nuovo frammentata in staterelli, fra cui solo il Regno di Sardegna con capitale a Torino, lo Stato della Chiesa che andava dalla Romagna a Terracina e il Regno delle Due Sicilie, retto a Napoli dai Borbone, avevano un ragionevole respiro territoriale. In questi diversi luoghi della Penisola, capitando a una cerimonia pubblica, si sarebbe visto che le bande musicali adoperavano ovviamente spartiti diversi. In particolare nel Regno sabaudo si andava avanti con una militaresca ''Marcia sarda'' (a cui subentrò nel 1831 la ''Marcia reale'' scritta da Giuseppe Gabetti), mentre lo Stato borbonico usava un inno nazionale delle Due Sicilie che recava la firma di un musicista illustre, Giovanni Paisiello.}}</ref>
|AdozioneAltroPaese = 1834
|DismissioneAltroPaese = 1861
|AutoreMusica = [[Giuseppe Gabetti]]
|EpocaMusica = 1831 o 1834
|Sistema = [[musica tonale]]
|Forma = [[marcia militare]]
|InnoSuccessivo = ''[[La leggenda del Piave]]''
|InnoSuccessivoInizio = 1943
|InnoPrecedente2 = ''[[La leggenda del Piave]]''
|InnoPrecedente2Fine = 1944
|InnoSuccessivo2 = ''[[Il Canto degli Italiani]]''
|InnoSuccessivo2Inizio = 1946
|Audio = Marcia Reale.ogg
|DidascaliaAudio = ''Fanfara e marcia reale d'ordinanza''
}}
La '''''Marcia reale''''' (estesamente, e secondo i casi,<ref>La ''Fanfara reale'' è un tema a sé stante destinato a precedere l'esecuzione della marcia. In alcuni contesti, specialmente non ufficiali, può essere omessa. Cfr. {{YouTube|autore=Orchestra Domenico Lombardo|titolo=Marcia reale|id=8AvHvt7bv5o|data=2014-11-13|accesso=2019-10-27}}</ref> ''Fanfara e marcia reale d'ordinanza dell'esercito italiano'') fu l'[[inno nazionale]] del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] dall'[[Proclamazione del Regno d'Italia|unificazione del Paese]] ([[1861]]) fino all'[[Armistizio di Cassibile|armistizio dell'8 settembre 1943]], e nuovamente dalla [[liberazione di Roma]] ([[1944]]) alla caduta della monarchia sabauda ([[1946]]).<ref name=Pivato>{{Cita|Ridolfi ''et al.''|pp. 146-148.}}</ref> Venne composta come marcia da parata nel [[1831]] o nel [[1834]]<ref name=Caravaglios>{{cita|Caravaglios|pp. 892-907.}}</ref> dal torinese [[Giuseppe Gabetti]].<ref name=Lezioni>{{cita|Grondona|p. 51.}}</ref>

== Storia ==
=== XIX secolo ===
[[File:Marble bust of Giuseppe Gabetti.jpg|thumb|Il busto di Giuseppe Gabetti a La Morra, in Piemonte.]]
La genesi della composizione non è chiara. Secondo alcune fonti il re di Sardegna [[Carlo Alberto di Savoia|Carlo Alberto]], poco dopo la sua ascesa al trono nel [[1831]], avrebbe manifestato il desiderio di avere una nuova marcia che accompagnasse le sue uscite pubbliche, in sostituzione di un vecchio inno che veniva eseguito da una piccola banda di [[Fiffaro|pifferi]]. Il generale [[Ettore de Sonnaz]], all'epoca colonnello del [[1º Reggimento fanteria "San Giusto"|1º reggimento fanteria "Savoia"]], avrebbe allora proposto a [[Giuseppe Gabetti]], capo-musica del proprio reggimento, di realizzare una nuova marcia per il sovrano. Gabetti avrebbe composto due brani e li avrebbe fatti eseguire alla presenza di Carlo Alberto.<ref>{{cita|Mola|p. 364.}}</ref> Il primo era un lavoro del quale era pienamente soddisfatto, mentre il secondo lo convinceva di meno. Il re, inaspettatamente, avrebbe scelto proprio quest'ultimo, reputandolo di suo gradimento,<ref name=treccani>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-gabetti_res-88ac8a66-87ed-11dc-8e9d-0016357eee51_(Dizionario-Biografico)|titolo=Gabetti Giuseppe|accesso=12 luglio 2015}}</ref> mentre lo spartito della marcia scartata sarebbe stato successivamente distrutto dall'autore stesso.<ref name=stampa>{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,2/articleid,1625_02_1934_0182_0002_22440918/|titolo=Ricordo di Gabetti|pubblicazione=[[Stampa Sera|La Stampa della Sera]]|città=Torino|data=1º agosto 1934|p=2|accesso=19 luglio 2015}}</ref>

Secondo altre fonti, invece, Giuseppe Gabetti avrebbe partecipato, insieme ad altri compositori, a un vero e proprio concorso per la scelta di una nuova marcia, indetto nel [[1834]] dall'allora Primo segretario di Stato di guerra [[Emanuele Pes di Villamarina]], e lo avrebbe vinto.<ref name=treccani/> In ogni caso, comunque, l'autore rifiutò il premio di 50 lire che gli sarebbe spettato.<ref name=treccani/><ref name=Eufonia>{{Cita web|url=http://www.edizionieufonia.it/pdf/marcia_reale.pdf|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141206163000/http://www.edizionieufonia.it/pdf/marcia_reale.pdf|titolo=Marcia Reale|editore=Eufonia|accesso=6 dicembre 2014|dataarchivio=6 dicembre 2014|urlmorto=sì}}</ref> La ''Marcia reale'' venne pubblicata come marcia speciale della [[Brigata meccanizzata "Granatieri di Sardegna"|brigata "Guardie"]] e come marcia generale per le altre nove brigate del [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]]<ref name=stampa/> ([[1º Reggimento fanteria "San Giusto"|"Savoia"]], [[29ª Divisione fanteria "Piemonte"|"Piemonte"]], [[Brigata meccanizzata "Aosta"|"Aosta"]], [[7º Reggimento fanteria "Cuneo"|"Cuneo"]], [[9º Reggimento fanteria "Bari"|"Regina"]], [[11º Reggimento fanteria "Casale"|"Casale"]], [[Brigata meccanizzata "Pinerolo"|"Pinerolo"]], [[55ª Divisione fanteria "Savona"|"Savona"]] e [[33ª Divisione fanteria "Acqui"|"Acqui"]]) con una circolare del 2 agosto 1834, firmata dal generale Pes di Villamarina, che ordinava: «Sua Maestà, nell'approvare una Marcia nuova d'ordinanza, speciale per la Brigata Guardie, ed una generale per tutte le altre nove Brigate, ordinò che d'ora in poi, ogni volta che le truppe defilino in parata, come altresì nelle riviste e simili, le musiche suonar debbano siffatta Marcia d'ordinanza».<ref name=stampa/><ref>{{cita|Vessella|p. 170.}}</ref>

La nuova composizione, solitamente preceduta da tre squilli di tromba e da una breve [[Fanfara (tema musicale)|fanfara]] di autore ignoto, risalente forse al [[XVIII secolo]] e nata probabilmente come aria da caccia,<ref>{{cita|Protonotari|pp. 307-308.}}</ref> divenne quindi marcia d'ordinanza per le truppe del regno e accompagnamento per ogni uscita pubblica del sovrano.<ref name=Eufonia/> La prima esecuzione pubblica avvenne nell'agosto 1834, quando il re Carlo Alberto passò in rivista alcune truppe radunate a [[San Maurizio Canavese]] per un campo di istruzione.<ref name=stampa/> Nel [[1848]], in veste di musica ufficiale dello Stato sabaudo, le venne affiancato l{{'}}''[[Hymnu sardu nationale|Inno Sardo]]'', realizzato nel [[1844]] da [[Giovanni Gonella]] su testo di [[Vittorio Angius]] come omaggio della popolazione sarda a Carlo Alberto.<ref>{{cita|Mola|p. 340.}}</ref> Composta per [[Aerofoni|orchestra di fiati]] e [[Strumento a percussione|percussioni]], la ''Marcia reale'' ha un andamento marziale, intorno alle 120 pulsazioni al minuto, e ufficialmente non prevede un testo.<ref name=Caravaglios/>

Mentre l{{'}}''Inno Sardo'' divenne una sorta di "patrimonio personale" del re, tenuto sempre in grande considerazione dai sovrani di [[Casa Savoia]], la ''Marcia reale'' acquistò popolarità fra la gente e venne considerata, anche se nessuna legge la decretava tale ufficialmente, l'inno del Regno di Sardegna. Dopo l'[[Risorgimento|unità d'Italia]], nel [[1861]], divenne l'inno nazionale del nuovo Stato.<ref name=Eufonia/> Nonostante alcune critiche sull'originalità della musica<ref>{{cita|Colli|p. 107.}}</ref> (il brano di Gabetti fa trasparire qualche somiglianza con l'ouverture de ''[[La Cenerentola]]'' e con una marcia del ''[[Mosè in Egitto]]'', due opere di [[Gioachino Rossini]]),<ref name=treccani/> la melodia facilmente riconoscibile e la brillantezza del ritmo ne decretarono presto il successo fra la popolazione al punto che, nei decenni successivi, ne vennero realizzate trascrizioni per gli strumenti musicali più disparati, dalla [[Banda musicale|banda militare]] all'[[Orchestra|orchestra sinfonica]], al [[pianoforte]], all'[[Organo (strumento musicale)|organo]].<ref name=Caravaglios/>

Benché fosse espressione di Casa Savoia, che aveva contribuito in maniera determinante all'unificazione del Paese, in alcuni ambienti libertari la ''Marcia reale'' non raccolse particolari apprezzamenti a causa della musica, giudicata retorica e ampollosa,<ref>{{cita web|url=http://www.lorien.it/x_inni/Pg_Canzoni-D/Alfa_M/Ca_Marcia-Reale.html|titolo=La Marcia Reale|accesso=13 luglio 2015}}</ref> e dei testi (non ufficiali) che la accompagnavano, i quali si incentravano più sulla figura del sovrano e sull'istituzione monarchica che sulla storia dell'Italia e sulle battaglie per l'affrancamento dagli stranieri che, in ogni epoca, avevano fatto della Penisola un luogo di conquista.<ref name=Mameli>{{Cita|Ridolfi ''et al.''|p. 152.}}</ref> Fra coloro che non si identificavano pienamente nella ''Marcia reale'' c'era [[Giuseppe Verdi]], il quale, nel suo ''[[Inno delle Nazioni]]'', una cantata profana composta in occasione dell'[[Grande esposizione di Londra|esposizione universale di Londra]] del [[1862]], utilizzò una citazione de ''[[Il Canto degli Italiani]]'' (e non della ''Marcia reale'') per simboleggiare l'[[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]].<ref>{{cita web|url=http://www.quirinale.it/qrnw/statico/simboli/inno/inno.htm|titolo=I simboli della Repubblica - L'inno nazionale|editore=[[Presidente della Repubblica Italiana|Presidenza della Repubblica Italiana]]|accesso=19 luglio 2015}}</ref>

=== XX secolo ===
Nonostante le critiche, nessuno pensò mai seriamente di sostituire la ''Marcia reale'', la quale, rinvigorita dalla vittoria dell'Italia nella [[prima guerra mondiale]], continuava a riscuotere ampio successo fra la popolazione.<ref name=Caravaglios/> A partire dal [[1925]]<ref>{{cita web|url=http://www.secoloditalia.it/2015/06/storia-quel-fascista-dimenticato-scrisse-giovinezza-giovinezza/|titolo=La storia di quel fascista dimenticato che scrisse "Giovinezza, giovinezza"|accesso=12 luglio 2015}}</ref> e fino alla caduta del [[fascismo|regime mussoliniano]], la ''Marcia reale'' veniva immediatamente seguita, in ogni occasione pubblica, da ''[[Giovinezza (inno)|Giovinezza]]'', l'inno ufficiale del [[Partito Nazionale Fascista]]. Qualcuno pensò addirittura di fondere insieme i due inni, affidando il compito a [[Umberto Giordano]], ma quest'ultimo rifiutò l'invito e la proposta venne presto dimenticata.<ref>{{cita|Spinosa|p. 314.}}</ref> Nel [[1931]], presso il [[Teatro Comunale (Bologna)|Teatro Comunale]] di [[Bologna]], [[Arturo Toscanini]] si rifiutò di eseguire sia la ''Marcia reale'' che ''Giovinezza'' prima di un concerto in memoria di [[Giuseppe Martucci]], circostanza che lo portò ad avere un alterco con un militante fascista e che fu una delle basi della sua decisione di abbandonare l'[[Italia]].<ref name=Toscanini>{{Cita|Lucchetti|p. 92.}}</ref>

Il [[governo Badoglio I|governo Badoglio]], dopo l'[[armistizio di Cassibile]], in segno di discontinuità con la monarchia<ref name=Mameli/> adottò provvisoriamente ''[[La leggenda del Piave]]'' come inno nazionale.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/2008/luglio/22/ministro_lodo_campano_Giovanni_Gaeta_co_8_080722021.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141109005332/http://archiviostorico.corriere.it/2008/luglio/22/ministro_lodo_campano_Giovanni_Gaeta_co_8_080722021.shtml|titolo=E il ministro lodò il campano Giovanni Gaeta|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|città=Milano|data=22 luglio 2008|accesso=7 dicembre 2014|urlmorto=sì|dataarchivio=9 novembre 2014}}</ref> Liberata Roma nel [[1944]] e tornati governo e re nella capitale, la ''Marcia reale'' fu di fatto reintrodotta come inno nazionale e rimase sia dopo la nomina del principe [[Umberto II di Savoia|Umberto di Savoia]] come luogotenente generale del regno, sia dopo la sua elevazione a nuovo re d'Italia, avvenuta il 9 maggio [[1946]]. Le uscite pubbliche del sovrano vennero accompagnate dall'esecuzione della ''Marcia reale'' fino al 13 giugno, data della sua partenza per il Portogallo. Il brano, però, non venne sostituito fino al 12 ottobre 1946 quando [[Cipriano Facchinetti]], ministro del [[Governo De Gasperi II|governo De Gasperi]], comunicò che il successivo 4 novembre, in occasione del giuramento delle forze armate, come inno nazionale si sarebbe adottato ''[[Il Canto degli Italiani]]''.<ref>{{cita web|url=http://www.governo.it/Presidenza/ufficio_cerimoniale/cerimoniale/inno.html|titolo=Inno nazionale|editore=[[Governo della Repubblica Italiana]]|accesso=7 dicembre 2014}}</ref> Tuttavia, a causa di questa confusione, capitò che durante alcune manifestazioni sportive e istituzionali organizzate all'estero dopo la caduta della monarchia italiana, i corpi musicali delle nazioni ospitanti continuassero erroneamente a suonare, fra l'imbarazzo delle autorità repubblicane, la ''Marcia reale''.<ref>{{Cita|Calabrese|p. 110.}}</ref>

Il brano di Gabetti venne comunque mantenuto come musica ufficiale di varie associazioni e partiti monarchici, e, almeno fino alla fine degli [[anni 1970|anni settanta del XX secolo]], anche come simbolo identitario-tradizionale degli italiani di orientamento conservatore emigrati in [[America]],<ref name=Emigrazione>{{Cita|Bevilacqua, De Clementi, Franzina|p. 32.}}</ref> in contrapposizione a quelli di matrice repubblicana, legati invece all{{'}}''[[Inno di Garibaldi]]'' di [[Luigi Mercantini|Mercantini]]-[[Alessio Olivieri|Olivieri]].<ref name=Emigrazione/> La ''Marcia reale'', in veste di patrimonio storico, viene ancora ufficialmente eseguita in pubblico durante le celebrazioni popolari tradizionali (come le solennità di [[San Gennaro]], di [[Antonio abate|Sant'Antonio]] o il ''[[Columbus Day]]'') delle comunità italo-americane di molte città statunitensi.<ref>{{cita|Paoletti|p. 220.}}</ref><ref>{{cita|Ferraiuolo|p. 116.}}</ref>

== Testo ==
Essendo la ''Marcia reale'' una composizione esclusivamente strumentale, non ne esiste un testo ufficiale. Dopo l'unità d'Italia, quando il brano divenne inno nazionale, si cercò di darle delle parole, ma la particolarità della musica, che la rende poco adatta al canto, per decenni rese difficile qualsiasi applicazione di testo.<ref>{{cita|Sanvitale|p. 401.}}</ref> Sono tuttavia presenti alcuni testi non ufficiali, spesso di attribuzione incerta, che accompagnarono in numerose occasioni l'esecuzione dell'inno.<ref>{{cita web|url=http://www.lorien.it/x_inni/pg_canzoni-d/Alfa_M/Ca_Marcia-Reale-RP.html|titolo=Marcia Reale|accesso=19 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180715211009/http://www.lorien.it/x_inni/pg_canzoni-d/Alfa_M/Ca_Marcia-Reale-RP.html|urlmorto=si}}</ref>

== Note ==
<references/>

== Bibliografia ==
* {{Cita libro|curatore=Piero Bevilacqua, Andreina De Clementi, Emilio Franzina|titolo=Storia dell'emigrazione italiana: Arrivi|editore=Donzelli|città=Roma|isbn = 88-7989-719-5|cid=Bevilacqua, De Clementi, Franzina|anno=2002|url=http://books.google.it/books?id=cabYkjOC5CsC}}
* {{cita pubblicazione|autore=Michele Calabrese|titolo=Il Canto degli Italiani: genesi e peripezie di un inno|rivista=Quaderni del Bobbio n. 3|anno=2011|cid=Calabrese|url=http://books.google.it/books?id=zCIR55SYDpgC}}
* {{Cita pubblicazione|autore=Cesare Caravaglios|titolo=Il centenario della Marcia Reale (1834-1934)|rivista=Bollettino dell'Ufficio Storico del comando del Corpo di Stato Maggiore|città=Roma|editore=Tipografia del Senato G. Bardi|anno=1934|cid=Caravaglios}}
* {{Cita libro|autore=Giuseppe Colli|titolo=Storia di Torino|anno=1973|città=Saluzzo|editore=Edizioni Vitalità|cid=Colli|ISBN=no|url=http://books.google.it/books?id=VfqfAAAAMAAJ}}
* {{Cita libro|autore=Augusto Ferraiuolo|titolo=Religious Festive Practices in Boston's North End. Ephemeral Identities in an Italian American Community|anno=2012|città=Albany|editore=State University of New York Press|isbn=978-1-4384-2814-7|lingua=en|cid=Ferraiuolo|url=http://books.google.com.au/books?id=iDvrd9qTRF0C}}
* {{Cita libro|autore=Marco Grondona|titolo=Lezioni di musica: un'introduzione alla storia della musica|anno=1999|città=Roma|editore=Armando|cid=Grondona|isbn=88-7144-970-3|url=http://books.google.it/books?id=7D88hQUQyYAC}}
* {{Cita libro|autore=Marco Lucchetti|titolo=101 storie su Mussolini che non ti hanno mai raccontato|città=Roma|editore=Newton Compton|anno=2012|cid=Lucchetti|isbn=88-541-4699-4|url=http://books.google.it/books?id=fGdwqGWAm1sC}}
* {{Cita libro|autore=Aldo Alessandro Mola|titolo=Storia della monarchia in Italia|anno=2002|città=Milano|editore=Bompiani|isbn=88-452-5294-9|cid=Mola|url=http://books.google.com.pe/books?id=vxiOAAAAMAAJ}}
* {{Cita libro|autore=Ciro Paoletti|titolo=A military history of Italy|anno=2008|città=Santa Barbara|editore=Greenwood Publishing Group|isbn=978-0-275-98505-9|lingua=en|cid=Paoletti|url=http://books.google.com.au/books?id=Uz8eiwzEMHQC}}
* {{Cita libro|autore=Francesco Protonotari|titolo=Nuova Antologia|anno=1866|città=|editore=Direzione della Nuova Antologia|ISBN=no|vol=2|cid=Protonotari|url=http://books.google.it/books?id=DAE4AQAAMAAJ}}
* {{Cita libro|autore=Maurizio Ridolfi ''et al.''|titolo=Almanacco della Repubblica: storia d'Italia attraverso le tradizioni, le istituzioni e le simbologie repubblicane|anno=2003|editore=PPBM|isbn=88-424-9499-2|città=Torino|cid=Ridolfi ''et al.''|url=http://books.google.it/books?id=MuTF4BEaChYC}}
* {{Cita libro|autore=Francesco Sanvitale|titolo=Giuseppe Garibaldi, due secoli di interpretazioni|editore=Gangemi Editore|città=Roma|anno=2010|capitolo=Arturo Toscanini|ISBN=978-88-492-6974-1|cid=Sanvitale|url=http://books.google.it/books?isbn=8849269749}}
* {{Cita libro|autore=Antonio Spinosa|titolo=Vittorio Emanuele III, l'astuzia di un re|anno=1990|editore=Arnoldo Mondadori|isbn=88-04-33276-X|città=Roma|cid=Spinosa|url=http://books.google.it/books?isbn=8852061169}}
* {{Cita libro|autore=Alessandro Vessella|titolo=La banda dalle origini fino ai nostri giorni|città=Roma|editore=Istituto editoriale nazionale|anno=1935|cid=Vessella|isbn=no|url=http://books.google.it/books/about/La_banda_dalle_origini_fino_ai_nostri_gi.html?id=UByTAAAAIAAJ&redir_esc=y}}

== Voci correlate ==
* [[Hymnu sardu nationale]]
* [[La leggenda del Piave]]
* [[Il Canto degli Italiani]]

== Altri progetti ==
{{interprogetto}}

== Collegamenti esterni ==
* {{IMSLP2|id=National Anthems (Various)|cname=Fanfara e Marcia Reale di Giuseppe Gabetti}}

{{Controllo di autorità}}
{{portale|Casa Savoia|musica|storia d'Italia}}

[[Categoria:Brani musicali di artisti italiani]]
[[Categoria:Brani musicali del 1831]]
[[Categoria:Marce militari]]
[[Categoria:Regno d'Italia (1861-1946)]]
[[Categoria:Regno di Sardegna]]
[[Categoria:Inni nazionali degli Stati italiani preunitari]]