Visualizza wikitesto di Lucio Aurelio Cotta

{{nota disambigua||titolo = Lucio Aurelio Cotta (disambigua)}}
{{Magistrato romano
|nome = Lucio Aurelio Cotta
|titolo = [[Console romano|Console]] della [[Repubblica romana]]
|immagine = 
|legenda = 
|altrititoli = 
|nome completo = ''Lucius Aurelius Cotta''
|coniuge 1 = 
|coniuge 2 = 
|coniuge 3 = 
|figli = 
|padre = 
|madre = 
|dinastia = 
|Gens = [[Gens Aurelia|Aurelia]]
|data di nascita = 
|luogo di nascita = 
|data di morte = 
|luogo di morte = 
|pretura = [[70 a.C.]]
|consolato = [[65 a.C.]]
|tribunato consolare = 
|censura = [[64 a.C.]] interrotta
|dittatura = |
}}
{{Bio
|Nome = Lucio
|Cognome = Aurelio Cotta
|Sesso = M
|LuogoNascita = 
|GiornoMeseNascita = 
|AnnoNascita = 
|LuogoMorte = 
|GiornoMeseMorte = 
|AnnoMorte = ?
|Epoca = I a.C.
|Attività = politico
|Nazionalità = romano
|PostNazionalità = , importante esponente della [[gens Aurelia]], famiglia particolarmente influente in [[Repubblica romana|età repubblicana]]
|Immagine = Giulio-cesare-enhanced 1-800x1450.jpg
|Didascalia = [[Gaio Giulio Cesare]], alle cui aspirazioni monarchiche è legato un oscuro vaticinio un [[aneddoto]] legato a Lucio Cotta.
}}

== Biografia ==
Ricoprì la carica di [[pretore (storia romana)|pretore]] nel [[70 a.C.]] e di [[console romano|console]] nel [[65 a.C.]]<ref name="Dione37.1.1">[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', XXXVII, 1.1.</ref> La sua esperienza di [[censore]], nel [[64 a.C.]], fu vanificata da una macchinazione dei [[tribuni della plebe|tribuni]], a cui seguirono le sue dimissioni. Da pretore, incise sulla destrutturazione del sistema di potere [[Publio Cornelio Silla|sillano]], da cui peraltro egli stesso proveniva.

La sua figura, insieme a quella degli altri familiari, è legata soprattutto alla vicenda politica di [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]], al quale era unito da stretti vincoli di [[Affinità (diritto)|affinità]], essendone lo zio materno. Lucio Cotta, in particolare, ebbe un ruolo degno di nota nella fase iniziale della carriera politica di [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]], durante la quale egli lo contrastò, quale esponente dell'avversa fazione sillana.

Ma in seguito, le sue inclinazioni politiche cambiarono radicalmente: egli divenne un fedele seguace del generale romano [[conquista della Gallia|conquistatore della Gallia]] tanto che il suo nome rimase legato a un'oscura diceria, circolata verso il crepuscolo della [[repubblica romana]], quando egli era uno dei [[quindecemviri]]. Si sussurrava che, grazie all'interpretazione di un vaticinio scovato nei [[Libri sibillini]], di cui era custode, Lucio Cotta avrebbe dovuto favorire, avanti al [[senato romano]], le ventilate aspirazioni monarchiche di Cesare, del quale si sussurrava in quegli anni esser sobillato da [[Cleopatra]]. Il tempo non ha confermato né smentito quelle illazioni: l'imminente tragica [[Cesaricidio|fine di Cesare]] vanificò ogni eventuale macchinazione e da quel momento la stessa vicenda biografica di Lucio Cotta si eclissò.

=== ''Cursus honorum'' ===
Fu [[pretore (storia romana)|pretore]] nel [[70 a.C.]] e [[console romano|console]] nel [[65 a.C.]] con [[Lucio Manlio Torquato]],<ref name="Dione37.1.1"/> dopo che, nel [[66 a.C.]], [[Publio Cornelio Silla]] e [[Publio Autronio Peto]], eletti alla carica per l'anno successivo, furono esclusi sotto l'accusa di corruzione di ufficiali (''[[ambitus (diritto romano)|ambitus]]'')<ref>[[Cassio Dione]], ''[[Storia romana (Cassio Dione)|Storia romana]]'', [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Cassius_Dio/36*.html#43.3 XXXVI.43.3]</ref>, anche se, alcuni passi di Cicerone<ref>[[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]], ''Pro [[Publio Cornelio Silla|Publio Cornelio Sulla]]'', 17-18; ''De finibus bonorum et malorum'', II.19</ref> sembrano indicare che l'accusa fosse stata mossa dal solo Torquato, di 15 anni più giovane. Se ne arguirebbe quindi che lo [[storiografia romana|storiografo]] [[Cassio Dione]] possa essere caduto in errore.

Non appena insediati, la vita dei due fu minacciata da una macchinazione ordita da Autronio Peto e [[Catilina]], ma la congiura fallì per l'intempestività di quest'ultimo, che diramò l'ordine quando i congiurati non erano ancora radunati.

Fu [[censore]] nel [[64 a.C.]], [[magistratura (storia romana)|magistratura]] dalla quale si dimise subito dopo, a causa di una macchinazione dei [[tribuni della plebe|tribuni]].

=== Legami familiari e schieramento con la fazione sillana ===
[[File:Sulla Glyptothek Munich 309.jpg|thumb|Gli esordi della carriera politica di Lucio Cotta furono nella ''factio'' di [[Lucio Cornelio Silla]].]]

Degni di nota sono i suoi legami familiari con Cesare, e i mutevoli rapporti politici che intrattenne con lui e con la fazione sillana. Era infatti il fratello di [[Marco Aurelio Cotta (console 74 a.C.)|Marco]] e [[Gaio Aurelio Cotta]], ma anche di [[Aurelia Cotta]]: era quindi lo zio materno di [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]], di cui Aurelia era la madre.<ref name=Canfora4/><ref name="Canfora436">[[Luciano Canfora]], ''Cesare. Il dittatore democratico'', p. 436.</ref>

Suo fratello [[Gaio Aurelio Cotta]] fu [[console romano|console]] e [[oratore]]. All'epoca della [[guerra civile tra Mario e Silla]], fece ritorno a [[Roma]] dall'esilio inflittogli da Vario (v. ''[[lex Varia]]''), facendo parte del séguito di [[Lucio Cornelio Silla|Silla]], reduce dalla [[Prima guerra mitridatica|guerra con Mitridate]].<ref name=Canfora4>[[Luciano Canfora]], ''Cesare. Il dittatore democratico'', p. 4.</ref><ref>[[Cicerone]], ''Brutus'', 311.</ref>. Fu grazie alla sua intercessione, unita a quella delle [[Vestali]], se [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]], [[proscrizione|proscritto]] da [[Lucio Cornelio Silla|Silla]] per il suo rifiuto di ripudiare la moglie [[Cornelia Cinna minore|Cornelia]], ottenne la grazia del dittatore, evitando le gravi conseguenze cui erano soggetti i proscritti.<ref name=Canfora4/><ref>[[Svetonio]], ''[[De vita Caesarum]]'', [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Suetonius/12Caesars/Julius*.html#1 1] {{Webarchive|url=https://archive.is/20120530163202/http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Suetonius/12Caesars/Julius*.html#1 |data=30 maggio 2012 }} (testo latino, traduzione inglese su [[LacusCurtius]]).</ref>

=== Difensore di Dolabella ===
Nel [[77 a.C.|77]]/[[76 a.C.]]<ref>La datazione proposta è in [[Luciano Canfora]], ''Cesare. Il dittatore democratico'', p. 4, che respinge la collocazione al 21º anno di vita Cesare ([[79 a.C.|79]] o [[80 a.C.]]), tramandata da [[Tacito]] (''Dialogo sugli oratori'' [http://www.intratext.com/IXT/ENG1317/_PY.HTM#D9 34] – da [[IntraText]], che collocherebbe l'azione, assurdamente, in pieno governo sillano.</ref>, a fianco di [[Quinto Ortensio Ortalo|Ortensio]], fu nell'influente collegio difensivo dell'ex console sillano [[Gneo Cornelio Dolabella (console 81 a.C.)|Gneo Cornelio Dolabella]], accusato di ''[[repetundae]]'' da Cesare per la gestione corrotta del suo [[proconsole|proconsolato]] in [[Macedonia (provincia romana)|Macedonia]]. Nonostante la fondata e veemente «nobilissima [...] accusatio»<ref>Sono parole di [[Velleio Patercolo]] (''Historiae Romanae ad M. Vinicium libri duo'', [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/L/Roman/Texts/Velleius_Paterculus/2B*.html#43.3 II.43.3]), in età di [[Tiberio]]. L'«accusatio» di Cesare era ancora fruibile nel [[II secolo]], in [[Dinastia degli Antonini|età antoniniana]], con una frase menzionata da [[Aulo Gellio]], ''Notti Attiche'', [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Gellius/4*.html#16.8 IV.16.8] (entrambi citati in [[Luciano Canfora|L. Canfora]], ''Cesare. Il dittatore democratico'', p. 7).</ref> di Cesare, e il favore che queste riscossero tra i [[antica Grecia|Greci]] e il popolo romano, gli influenti avvocati riuscirono a resistere in giudizio e a tenere indenne il loro assistito. Cesare avrebbe commentato l'insuccesso definendo l'azione giudiziaria come la «''sua miglior [[azione (diritto)|causa]] [...] estortagli dalla difesa di Lucio Cotta''»<ref>[[Valerio Massimo]], ''Factorum et dictorum memorabilium'', [http://www.thelatinlibrary.com/valmax8.html#8 8.9.3], testo latino su [[The Latin Library]].</ref><ref name="Canfora7">[[Luciano Canfora]], ''Cesare. Il dittatore democratico'', p. 7.</ref>

Il successo propiziato da Cotta fu in effetti un grande smacco per la strategia anti-sillana che il giovane Cesare andava esplorando in quel periodo,<ref name="Canfora7"/> consistente nel muovere specifiche accuse criminali agli esponenti della fazione avversa: la vittoria giurisdizionale di Cotta e Ortensio diede nuovo vigore all'aggressività del sistema di potere sillano.<ref name="Canfora7"/>
[[File:Cicero Denounces Catiline in the Roman Senate by Cesare Maccari.png|thumb|Il ''[[Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?|Quousque tandem...]]'' di [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]] in ''candida [[toga]]''. Cotta fu promotore di onori in favore dello svelatore della [[congiura di Catilina]].]]

=== Perorazioni in favore di Cicerone ===
Nel [[63 a.C.]], dopo la conclusione della [[congiura di Catilina]], fu anche autore di una perorazione in favore di [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]], in onore del quale chiese al Senato il tributo di una ''[[supplicatio]]'', quale riconoscimento per il fondamentale ruolo svolto dall'oratore e [[console romano]] nello svelamento della [[Congiura di Catilina|cospirazione]].

Fu inoltre il primo a perorare in Senato il ritorno di Cicerone dall'esilio imposto dal [[tribuno della plebe|tribuno]] e rivale [[Publio Clodio Pulcro]]. Egli affermò che al rientro in patria non vi fosse alcuna preclusione, né la necessità di varare una legge ''[[ad hoc]]'', sostenendo, al contrario, la sua particolare [[interpretazione giuridica]], secondo cui era da ritenere priva di alcun valore e fondamento giuridico la legge retroattiva con cui Pulcro aveva colpito Cicerone.

Era tenuto in grande stima da Cicerone, che ne lodò il talento e le grandi doti di prudenza.

=== Ruolo di Lucio nelle presunte aspirazioni monarchiche di Cesare ===
[[File:Kleopatra-VII.-Altes-Museum-Berlin1.jpg|thumb|Lucio Cotta viene citato per aver sostenuto le presunte ambizioni monarchiche di Cesare, che si dicevano sobillate da [[Cleopatra]].]]
Fu anche membro anziano del consiglio dei [[quindecemviri]] incaricato della custodia e della compulsazione dei [[Libri sibillini]]: in quella veste, ebbe un presunto ruolo negli ultimi anni di vita di Cesare, quando era nell'aria, ventilata da alcuni, una svolta monarchica di Cesare che, secondo le stesse voci, era sobillato in questo da [[Cleopatra]]. In quell'occasione Lucio Cotta fu indicato come l'uomo incaricato di avanzare in [[Senato romano|senato]] una proposta di investitura desunta da un oracolo dai [[Libri sibillini]]: secondo quell'oracolo, infatti, solo una figura investita della regalità monarchica avrebbe potuto avere la meglio sui [[Parti]], contro i quali Cesare, negli ultimi anni che lo separavano dalla [[Cesaricidio|morte]], progettava una [[Guerre romano-persiane#Cesare programma la conquista della Partia .2844 a.C..29|futura, mai realizzata, campagna militare]].<ref>[[Svetonio]], ''[[De vita Caesarum]]'', [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Suetonius/12Caesars/Julius*.html#79 79.4] {{Webarchive|url=https://archive.is/20120530163202/http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Suetonius/12Caesars/Julius*.html#79 |data=30 maggio 2012 }} (testo latino, traduzione inglese su [[LacusCurtius]]).</ref><ref name="Canfora310">[[Luciano Canfora]], ''Cesare. Il dittatore democratico'', p. 310.</ref>

Dopo la [[cesaricidio|morte di Cesare]], animato da un sentimento di disperazione, si richiuse in sé stesso, conducendo una vita ritiratissima: solo rarissimamente prese parte a sedute del Senato.

=== Riformatore dei criteri di eleggibilità dei giudici ===
È noto anche per aver avuto un ruolo di riformatore, contribuendo alla destrutturazione di un retaggio giuridico del sistema di potere sillano. Nel [[70 a.C.]], mentre era [[pretore (storia romana)|pretore]], fece abrogare una legge ''de iudiciis privatis'', riuscendo ad ampliare la platea degli elettori dei giudici: secondo la sua azione riformatrice, la prerogativa elettiva non doveva spettare ai soli senatori, com'era nei voleri di Silla, ma doveva estendersi, per due terzi, a rappresentanti dell'[[equites|ordine equestre]], metà dei quali doveva poi essere rappresentata da [[tribuni aerarii.]] La legge da lui promossa (''[[Lex Aurelia iudiciaria|Lex Aurelia judiciaria]]'') voleva in questo modo promuovere l'accesso alla funzione giudiziaria da esponenti di altri settori del popolo romano anche se, impropriamente, viene a volte detto che la legge intese trasferire le funzioni giurisdizionali dai senatori agli ''[[equites]]''.

== Monetazione ==
[[File:Aurelia 21 79000871.jpg|upright=1.4|thumb|Potrebbe essere attribuito a Lucio Cotta, o a un parente omonimo, questo [[denario]] [[serrato]] [[monetazione romana repubblicana|tardo-repubblicano]] con [[legenda]] L COT]]
La figura di Lucio Cotta potrebbe rivestire anche un interesse [[Numismatica romana|numismatico]] se si potessero ricondurre a lui gli [[monetazione romana repubblicana|esemplari tardo-repubblicani]] di un [[denario]] [[serrato]] [[argento|argenteo]] riportante, in [[esergo]], la [[legenda]] <small>L COT</small>: al [[dritto]], iscritta in un serto di [[alloro]], vi è la testa di [[Vulcano (divinità)|Vulcano]] a destra, con [[pileo]] [[alloro|laureato]], [[forcipe]] in [[Campo (numismatica)|campo]] sinistro, sormontato da una marca di valore; al [[rovescio (moneta)|rovescio]] vi è un'aquila posata su un fulmine, testa a sinistra, anch'essa iscritta in una ghirlanda, e una M in [[Campo (numismatica)|campo]] destro.

Rimane tuttavia incerta l'attribuzione di tali coniazioni a lui piuttosto che a qualcuno dei suoi parenti omonimi.<ref>William Smith, voce «[http://www.ancientlibrary.com/smith-bio/0877.html Cotta] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20060522222853/http://www.ancientlibrary.com/smith-bio/0877.html |data=22 maggio 2006 }}» p. 866.</ref>

== Note ==
<references/>

== Bibliografia ==

=== Fonti primarie ===
* [[Svetonio]], ''[[De vita Caesarum]]''
* [[Cassio Dione]], ''[[Storia romana (Cassio Dione)|Storia romana]]''
* [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]],
** ''Pro [[Publio Cornelio Silla|Publio Cornelio Sulla]]''
** ''De finibus bonorum et malorum''
** ''Brutus''
* [[Valerio Massimo]], ''Factorum et dictorum memorabilium''
* [[Velleio Patercolo]], ''Historiae Romanae ad M. Vinicium libri duo''
* [[Aulo Gellio]], ''Notti Attiche'',
* [[Tacito]], ''Dialogus de oratoribus''

=== Fonti secondarie ===
* [[Luciano Canfora]], ''Giulio Cesare. Il dittatore democratico''. [[Editore Laterza|Laterza]], 2007, ISBN 978-88-420-8156-2
* [[William Smith (lessicografo)|William Smith]], ''[[Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology]]''
** (voci: [https://web.archive.org/web/20090703190429/http://www.ancientlibrary.com/smith-bio/3498.html «L. M<small>ANLIUS</small> T<small>ORQUATUS</small>»], [https://web.archive.org/web/20060522222853/http://www.ancientlibrary.com/smith-bio/0877.html «L. A<small>URELIUS</small> C<small>OTTA</small>»] su ''The Ancient Library'')

{{Box successione
|tipologia = magistrato romano
|carica = [[Console (storia romana)|<span style="color:#FFA257;">Console romano</span>]]
|immagine = Consul et lictores.png
|periodo = ([[65 a.C.]])<br>con [[Lucio Manlio Torquato]]
|precedente = [[Manio Emilio Lepido (console 66 a.C.)|Manio Emilio Lepido]]<br/>e<br/> [[Lucio Volcacio Tullo (console 66 a.C.)|Lucio Volcacio Tullo]]
|successivo = [[Lucio Giulio Cesare (console 64 a.C.)|Lucio Giulio Cesare]]<br/>e<br/>[[Gaio Marcio Figulo (console 64 a.C.)|Gaio Marcio Figulo]]
}}
{{Aurelii Cottae}}
{{Portale|antica Roma|biografie|numismatica}}

[[Categoria:Consoli repubblicani romani|Aurelio Cotta, Lucio]]
[[Categoria:Senatori romani del I secolo a.C.|Aurelio Cotta, Lucio]]
[[Categoria:Censori romani|Aurelio Cotta, Lucio]]
[[Categoria:Pretori romani|Aurelio Cotta, Lucio]]
[[Categoria:Aurelii|Cotta, Lucio]]