Epifrasi

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L'epifrasi (dal greco epìphrasis, «aggiunta») o epesegesi (dal greco epexēgēsis, «spiegazione dettagliata») è una figura retorica che consiste nell'aggiungere a un enunciato delle parole che ne amplificano, correggono o specificano il significato.

È considerata talvolta una variante dell'iperbato, perché anch'essa consiste nel mutare l'ordine delle parole rispetto a quello ordinario.

Esempio:

Io gli studi leggiadri
talor lasciando e le sudate carte

(Leopardi, A Silvia).

Verde river' a lei rasembro e l'are

(Guinizelli, Rime).

Notte, che nel profondo oscuro seno

chiudesti e ne l'oblio fatto sì grande

(Tasso, Gerusalemme Liberata).

È simile anche all'epifonema, a differenza del quale però non ha un significato autonomo e non è necessariamente sentenziosa.

In latino viene chiamato "epesegetico" il caso genitivo che specifica una parola dal significato più generico: arbor cerasi (la pianta del ciliegio).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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