Consiglio dei Dieci

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Voce principale: Repubblica di Venezia.
I dieci assistono alla decapitazione di Marin Faliero in un dipinto di Francesco Hayez

Il Consiglio dei Dieci (altrimenti scritto Consiglio dei X o seplicemente noto come i Dieci) fu dal 1310 alla caduta della repubblica nel 1797 uno dei massimi organi di governo della Repubblica di Venezia: composto di dieci membri, veniva eletto ogni anno dal Maggior Consiglio per sorvegliare sulla sicurezza dello Stato.

Funzioni

I Dieci avevano una mano in tutto e possedeva un illimitato diritto di vita e di morte, nonché una sorveglianza sulle cose finanziarie e sul comando dell' armata, grazie al sua ampio mandato di agire contro qualunque minaccia alla sicurezza dello Stato. Attuava inoltre la sorveglianza sul clero secolare.

Le indagini erano condotte sulla base delle informazioni fornite dai Capi di Sestiere, dagli informatori (o Spioni) del consiglio stesso e dalle Denunce Segrete raccolte nelle Boche delle Denuntie o Boche de Leon disseminate per la città e all'interno dello stesso Palazzo Ducale: le denunce anonime erano verificate con cura particolare prima di istruire un processo. Questo avveniva alla presenza di un avvocato difensore dell'imputato e al termine, in caso di condanna, l'esecuzione era rapida e segreta, tramite decapitazione, impiccagione o annegamento notturno nelle acque della laguna.

Era diretto da tre Capi eletti fra i membri con un mandato della durata di un mese durante il quale erano relegati nel Palazzo Ducale, e presieduto dal Doge e dalla Serenissima Signoria (tale presidenza non era tuttavia necessaria all'operato del consiglio). I membri del consiglio non potevano essere eletti per due volte consecutivamente e non potevano sedervi contemporaneamente due membri della stessa famiglia. Pare che tali elezioni avessero luogo senza grandi intrighi, perché la breve durata e la posteriore responsabilità dell'ufficio non lo rendevano molto desiderato.

Storia

Venne inizialmente istituito in via temporanea il 10 luglio 1310 come reazione alla fallita congiura ordita da Bajamonte Tiepolo (membro di una delle più importanti e antiche famiglie patrizie) per rovesciare il sistema oligarchico e impadronirsi del potere: al consiglio vennero affidati poteri speciali per reprimere i congiurati e ristabilire la sicurezza dello Stato. L'istituzione venne poi via via riconfermata sino a trasformarsi nel 1334 in un organo stabile della Repubblica.

Nel 1355 venne sventata la congiura del Doge Marino Faliero per creare una Signoria ereditaria su modello continentale: i congiurati furono giustiziati e il doge decapitato sulla Scala dei Giganti, dove avvenivano le incoronazioni. Nel 1457 il consiglio destituì il Doge Francesco Foscari, a causa di contrasti tra le fazioni nobiliari. Nel 1468 il Maggior Consiglio discusse sull'accresciuta potenza dell'istituto dei Dieci e sull'opportunità di limitarne i poteri od anche abrogarne la carica, ma la massima assemblea confermò l'esistenza del Consiglio dei dieci limitandone i poteri alle sole questioni d'emergenza. Questo poi nel 1539 istituì quale propria emanazione la carica dei Tre Inquisitori di Stato, un tribunale segreto che doveva coadiuvarne l'attività di repressione delle minacce contro lo Stato.

I dieci si distinguevano dai comuni senatori per il fatto di indossare un basso cappello nero ed una fascia nera sulla toga rossa.

  Portale Venezia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Venezia