Visualizza wikitesto di Battaglia di Terni

{{conflitto
|Tipo = Battaglia
|Nome del conflitto = Battaglia di Terni
|Parte_di = della [[Seconda coalizione|guerra della Seconda coalizione]]
|Immagine = TerniPapigno1.jpg
|Didascalia = Borgo di Papigno
|Data = 27 novembre [[1798]]
|Luogo = [[Terni]], Campomicciolo e [[Papigno]]
|Esito = Vittoria francese
|Schieramento1 = {{Bandiera|FRA 1792-1804}}[[Prima Repubblica francese]]
|Schieramento2 = {{bandiera|Regno delle Due Sicilie}} [[Regno di Napoli]]
|Comandante1 = {{Bandiera|FRA 1792-1804}}[[Louis Lemoine]]
|Comandante2 = {{bandiera|Regno delle Due Sicilie}}  col. Sanfilippo
|Effettivi1 = {{formatnum:1500}} uomini
|Effettivi2 = {{formatnum:4000}} uomini
|Perdite1 = Leggere
|Perdite2 = 3 000 prigionieri
|Perdite3 = 
}}
{{Campagnabox Guerra della seconda coalizione}}
{{Campagnabox Guerre rivoluzionarie francesi in Italia}}

La '''battaglia di Terni''' (o '''di Campomicciolo''') fu combattuta dall'esercito della [[Prima Repubblica francese]] contro l'esercito del [[Regno di Napoli]] nel novembre [[1798]].

== Contesto storico ==
{{vedi anche|Trattato di Campoformio|Trattato di Tolentino}} L'arrivo di [[Napoleone Bonaparte|Bonaparte]] al comando dell'[[Armata d'Italia]] aveva definitivamente rotto gli equilibri che avevano caratterizzato gli scontri nell'Italia settentrionale. La sua energia, il suo carisma ed il suo genio militare avevano permesso ai repubblicani di respingere le truppe sabaude ed imperiali, permettendo la nascita di [[Repubbliche sorelle|diverse repubbliche]] nella Pianura Padana e non solo.

Anche lo [[Stato Pontificio]] non fu risparmiato dalla campagna del generale corso: invaso in gennaio e febbraio del [[1797]], dopo aver tentato una breve resistenza a [[Battaglia di Faenza (1797)|Faenza]], fu sconfitto e costretto alla resa.<ref>{{cita|Smith|p. 133}}.</ref>

Il [[Regno di Napoli]] era forse l'unica potenza regionale a non essere ancora stata toccata dalla furia dei rivoluzionari: con un [[Trattato di Parigi (ottobre 1796)|trattato]] del [[1796]], i Borboni avevano ottenuto una pace con i francesi, impegnandosi, almeno momentaneamente, a limitarsi al ruolo di spettatori.

==Antefatti==
{{vedi anche|Repubblica Romana}} La situazione politica in Italia era decisamente delicata. La Francia, che aveva vinto il conflitto ed aveva esportato i propri ideali rivoluzionari, intendeva fare dell'Italia, debole e frammentata, il prossimo obiettivo.

Già pochi mesi dopo la pace con l'Austria, il [[Direttorio]], rappresentato dal generale [[Barthélemy Catherine Joubert|Joubert]], aveva fatto numerose pressioni al regno sabaudo affinché un numeroso contingente francese fosse presente nella cittadella di [[Torino]], capitale dello stato italiano, alimentando il clima di tensione ed inimicandosi ulteriormente la classe politica conservatrice delle altre potenze della penisola.<ref>{{cita|Botta|p. 315}}.</ref>

Ulteriore, e forse decisiva, fonte di conflitto fu la formazione della Repubblica Romana, laddove sorgeva lo Stato Pontificio.<ref>{{cita|Botta|p. 283}}.</ref> Con il pretesto dell'uccisione del generale [[Mathurin-Léonard Duphot|Duphot]], le truppe francesi, sotto il comando di [[Louis Alexandre Berthier|Berthier]], penetrarono nello stato papale e, senza quasi resistenza alcuna, marciarono sulla capitale.<ref>{{cita|Botta|p. 269}}.</ref> Il Papa, ostile alla rivoluzione e ai suoi ideali, fu costretto ad abbandonare la città di Roma, privato dei suoi poteri temporali e portato in Francia, dove morì l'anno seguente.
[[File:Emma, Lady Hamilton by George Romney.jpg|miniatura|Lady Hamilton, l'amante di [[Horatio Nelson]]]]
I Borboni, alimentati da sentimenti fortemente anti-rivoluzionari e convinti dalle parole di [[Emma Hamilton|lady Hamilton]], si allearono segretamente con l'Austria il 19 maggio 1798 e progettarono di entrare in guerra con i francesi, sotto il pretesto di voler ripristinare il ruolo del Papa come legittimo sovrano.<ref name=":0">{{cita|Rao|p. 22}}.</ref>  L'occupazione francese di Malta non fece altro che alimentare la determinazione dei Borboni ad entrare in guerra.<ref>{{cita|Botta|pp. 283-284}}.</ref> 

Gli austriaci inviarono il generale [[Karl Mack von Leiberich|Mack]], che prese il ruolo di comandante dell'esercito borbonico. Questi mosse guerra contro la Repubblica Romana ed il contingente francese che la difendeva il 23 novembre. I francesi, guidati dai generali [[Étienne Jacques Joseph Alexandre Macdonald|MacDonald]] e [[Jean Étienne Championnet|Championnet]], erano a malapena {{formatnum:8000}} mentre i borbonici quasi il quintuplo.<ref>{{cita|Botta|p. 321}}.</ref>

== La battaglia ==
La battaglia avvenne tra [[Terni]] e [[Papigno]], nel villaggio di Campomicciolo, il 27 novembre [[1798]], fra le truppe guidate dal [[generale]] [[Francia|francese]] [[Louis Lemoine]], del contingente inviato dalla Francia per sostenere la [[Repubblica Romana (1798-1799)|Repubblica Romana]] e quelle guidate dal colonnello Sanfilippo, del contingente inviato dal Regno di Napoli per restaurare l'autorità papale.

La forte colonna napoletana, composta da oltre {{formatnum:4000}} soldati e numerosa artiglieria, proveniva dalla città di [[Rieti]], che aveva facilmente occupato, con l'obiettivo di strappare Terni al controllo francese, contando sulla scarsità di equipaggiamento e sull'irrisoria forza numerica della guarnigione.<ref>{{Cita|Jomini|p. 45}}.</ref>

Il generale Lemoine, in effetti, disponeva di circa {{formatnum:1500}} uomini, ma venne raggiunto dalla mezza [[brigata]] del generale [[Simon Dufresse]], proveniente da [[Spoleto]], che riequilibrò le forze in campo, poche ore prima che i napoletani muovessero da [[Papigno]] l'attacco su Terni. Invece di arroccarsi nell'inutile difesa della città, impossibile senza artiglieria, Lemoine pensò bene di tentare una sortita attaccando le truppe napoletane durante la marcia, senza curarsi della superiorità di mezzi del nemico. L'effetto sorpresa fu devastante e, dopo un'ora e mezza di combattimento, la colonna napoletana venne messa in rotta e costretta alla fuga disordinata. Rimasero in mano francese carri di vettovaglie e munizioni, tutta l'artiglieria napoletana e quasi {{formatnum:3000}} prigionieri, tra i quali lo stesso Sanfilippo.<ref>{{Cita|Jomini|p. 46}}.</ref>

== Conseguenze ==
{{Vedi anche|Battaglia di Civita Castellana|Repubblica Napoletana (1799)}}
[[File:Italy 1799.jpg|miniatura|Mappa d'Italia del 1799]]
Il rientro notturno delle truppe francesi, in una Terni illuminata e parata a festa, venne accolto dalla popolazione acclamante e grata per aver portato lo scontro fuori dalle mura cittadine.<ref>{{Cita libro|nome=Roman|cognome=republic, 1798|titolo=Collezione di carte pubbliche, proclami, editti, ragionamenti ed altre produzioni tendenti a consolidare la rigenerata Repubblica Romana|url=https://books.google.it/books?id=1DAOAAAAQAAJ&pg=PA537&lpg=PA537&dq=Battaglia+di+Terni+1798&source=bl&ots=JlOmxmrHU4&sig=Gt_Eir0mPlU9ILMXdZtibqL9QBM&hl=it&ei=DvXCSrObLcX44AbyzaTTDQ&sa=X&oi=book_result&ct=result|accesso=2024-05-26|data=1798|lingua=it}}</ref> Ma il successo fu di breve durata: dopo qualche mese, il 14 agosto [[1799]], l'arrivo delle truppe austro-russe del generale Gerlanitz, pose fine alla breve [[Dipartimento del Clitunno|esperienza giacobina di Terni]].

Nonostante l'ingresso trionfale di [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando IV]] a Roma il 29 novembre, l'esercito borbonico venne pesantemente respinto dalle forze francesi su quasi tutto il fronte. Nel giro di brevissimo tempo, i napoletani furono costretti ad una ritirata progressivamente sempre più caotica e disorganizzata.<ref name=":0" /> Nemmeno un mese dopo, la famiglia reale fu costretta alla fuga in Sicilia.<ref>{{cita|Rao|pp. 22-23}}.</ref>

==Note==
<references/>

==Bibliografia==
* {{Cita libro|autore=Carlo G. G. Botta|titolo=Storia d'Italia dal 1789 al 1814|url=https://books.google.it/books?id=2ccFAAAAQAAJ&pg=RA1-PA315|anno=1824|città=Parigi|cid=Botta|isbn=9-788-82810116-1}}
* {{cita libro|nome=Giorgio|cognome=Brighi|titolo=Terni giacobina. La Repubblica Romana|anno=2002|pagine=55-68|opera=Memoria Storica}}
* {{cita libro|autore=[[Pietro Colletta]]| titolo=Storia del reame di Napoli dal 1734 sino al 1825| editore=Tipografia Elvetica| città=[[Capolago (Mendrisio)|Capolago]]| anno=1837}}
* {{Cita libro|autore=Antoine Henri Jomini|titolo=Histoire critique et militaire des guerres de la Révolution: Campagne de 1799|url=https://archive.org/details/bub_gb_4oC4tRBzjfIC/page/n47/mode/2up|anno=1822|editore=Chez Anselin et Pochard|città=Parigi|lingua=fr|cid=Jomini|ISBN=978-1-02-193073-6}}
* {{Cita libro|autore=Anna Maria Rao|titolo=La Repubblica napoletana del 1799|url=http://www.fedoa.unina.it/12924/1/241-Monographic%20book-1427-1-10-20210517%20%281%29.pdf|anno=2021|editore=FedOA Press|città=Napoli|ISBN=978-88-6887-098-0|DOI=10.6093/978-88-6887-098-0|cid=Rao}}
* {{cita libro|autore=[[Achille Sansi]]|titolo=Storia di Spoleto| editore= Accademia Spoletina|anno=1972}}
* {{cita libro|autore=Digby Smith|titolo=The Napoleonic Wars Data Book|anno=1998|editore=Greenhill|città=Londra|isbn=1-85367-276-9|cid=Smith}}

* Francesco Pignatelli Strongoli; [http://www.repubblicanapoletana.it/pigna.htm Intorno alla guerra tra la Repubblica francese e il re di Napoli]

== Voci correlate ==
* [[Storia di Terni]]
* [[Suddivisioni di Terni]]

{{Portale|guerra}}

[[Categoria:Guerra nel 1798]]
[[Categoria:Terni]]
[[Categoria:Battaglie che coinvolgono il Regno di Napoli|Terni (1798)]]
[[Categoria:Battaglie che coinvolgono la Francia|Terni (1798)]]