Visualizza wikitesto di Amenofi I

{{Monarca
|nome = Amenofi I
|immagine = 58 I Amenhotep I.jpg
|legenda = Statua di Amenhotep I ora al Museo Egizio di [[Torino]], Italia 
|titolo = [[Faraone|Signore dell'Alto e del Basso Egitto]]
|regno = ~ [[1525 a.C.|1525]]–[[1504 a.C.]]
|incoronazione = [[1525 a.C.]]
|investitura = 
|predecessore = [[Ahmose I]]
|erede = 
|successore = [[Thutmose I]]
|nome completo = 
|altrititoli = 
|luogo di nascita = 
|data di nascita = 
|luogo di morte = 
|data di morte = [[1504 a.C.]]
|sepoltura = 
|luogo di sepoltura =
|casa reale = 
|dinastia = [[XVIII dinastia egizia]]
|padre = [[Ahmose I]]
|madre = [[Ahmose Nefertari]]
|consorte = 
|consortedi = 
|coniuge 1 =[[Ahmose Meritamon]]
|coniuge 2 =[[Ahmose-Sitkamose]] 
|coniuge 3 = 
|coniuge 4 = 
|coniuge 5 = 
|figli = Amenemhat 
|motto reale = 
|firma = 
| ! = 
|data di sepoltura = 
}}
{{Bio
|Nome = Amenofi I
|Cognome = 
|PostCognome = (o '''Amenhotep I''')
|Sesso = M
|LuogoNascita = 
|GiornoMeseNascita = 
|AnnoNascita = 
|LuogoMorte = 
|GiornoMeseMorte = 
|AnnoMorte = 1504 a.C. circa
|Epoca = -1500
|Attività = sovrano
|Nazionalità = egizio
|PostNazionalità = della [[XVIII dinastia]]
|Categorie = no
}}

== Biografia ==

Figlio di re [[Ahmose I]] e della sorella di questi, la regina [[Ahmose Nefertari]], ebbe come moglie la propria sorella [[Ahmose Meritamon]], indicata come "figlia del re, sorella del re, [[grande sposa reale]]". Fino alla morte del fratello più anziano [[Ahmose Ankh]], e probabilmente del fratello [[Ahmose-Sipair]] (è dibattuto se questi fosse figlio di Ahmose o del precedente faraone [[Seqenenra Ta'o]]), Amenofi non sembrava destinato a ereditare il trono dell'[[Geografia dell'Egitto|Alto e Basso Egitto]]<ref>Dodson, Aidan & Hilton, Dyan. ''The Complete Royal Families of Ancient Egypt.''Thames & Hudson, London, 2004. p.126.</ref>. L'enigmatica regina [[Ahhotep II]] è definita, in certe iscrizioni, sua sorella<ref name=":0">Grimal, Nicolas. ''A History of Ancient Egypt.'' Librairie Arthème Fayard, 1988. ISBN 90-04-12989-8. p.190.</ref>, nonostante una teoria alternativa vuole fosse sua nonna<ref name=":1">Bleiberg (2001), p.71.</ref>. Si ritiene abbia avuto un figlio da Ahhotep II, chiamato Amenhemat, morto molto giovane<ref name=":0" />, benché siano stati portati vari argomenti contro questa interpretazione<ref name=":1" />. Senza eredi legittimi in vita, ad Amenofi I succedette [[Thutmose I]], in quanto sposo di [[Ahmes (regina)|Ahmes]]<ref name=":0" />. Siccome non è noto, riguardo ad Ahmes, il titolo di "figlia del re", alcuni autori dubitano che fosse veramente sorella di Amenofi I<ref name=":1" />.

=== Regno ===
Divenne faraone in tenera età, e la prima parte del suo regno vide la [[reggenza]] della madre. Una annotazione sul rovescio del papiro conosciuto come ''[[Papiro Ebers|Papiro medico Ebers]]'' permette di datare con sufficiente precisione il suo regno (ed anche quelli prossimi al suo); infatti sul papiro è scritto: ''festa dell'anno nuovo, 3º mese di shmu, 9º giorno, levarsi di Sodpu'' ([[Sirio]]), il tutto datato al 9º anno di regno di Amenhotep. Tale periodo sotiaco muta datazione a seconda del luogo di osservazione. Se avvenuta a Melfi essa può farsi risalire al 1537, se a Tebe al 1517<ref>Grimal (1988), p.221.</ref>. Dal momento che la capitale era allora [[Tebe (sito archeologico)|Tebe]] e che è variamente attestata la durata di 21 anni del regno, l'incoronazione può fissarsi al 1526.

Le date delle [[Levata eliaca|levate eliache]] di Sirio possono essere calcolate, in riferimento al nostro calendario, fornendo così un potente strumento per le correlazioni cronologiche dell'epoca antica.

Amenhotep svolse una intensa [[Architettura|attività edilizia]] in tutto l'Egitto ed in modo particolare nelle città che erano state alleate durante la lotta contro i sovrani [[hyksos]]. Questa grande attività edilizia comportò la riapertura delle cave di [[Gebel Silsila]] e di quelle di [[Serabit el-Khadim]], situate nella [[penisola del Sinai]] e non più utilizzate fin dalla [[XII dinastia egizia|XII dinastia]].

Viene anche attribuito a questo sovrano il primo impianto del villaggio operaio di [[Deir el-Medina]], destinato ad ospitare gli operai specializzati nella realizzazione delle tombe reale, impianto che si svilupperà compiutamente sotto i suoi successori.
Questa attribuzione è dovuta principalmente al culto che Amenhotep, e la madre Ahmes Nefertari, ricevettero poi da parte degli operai impiegati nella realizzazione delle tombe della necropoli detta [[Valle dei Re]].

Per quanto riguarda l'attività militare questa si concentrò soprattutto verso la [[Nubia]], mentre non si hanno notizie di campagne in [[Asia]].

Anche in questo caso le nostre fonti primarie sono le iscrizioni tombali di Ahmes figlio di Abana e di Ahmes Pennekhebet, due militari che avevano già servito sotto Ahmose.

La penetrazione egizia arrivò fino a [[Gebel Barkal]] nei pressi della quarta [[cateratta]], importante posizione di controllo delle piste che attraversavano il deserto provenendo da sud. Nel 7º anno di regno di Amenofi tutta la Nubia viene messa sotto il controllo del "figlio del re di [[Kush]]", titolo spesso riservato ad un principe reale.

Anche l'introduzione del titolo di "sovraintendente delle [[oasi]]" fa ritenere che in seguito ad una campagna militare le oasi del deserto [[Libia|libico]] siano state pacificate e reinserite all'interno dello stato.
[[File:Louvre 042007 14 c.jpg|miniatura|Statuetta di Amenofi I in legno policromo. [[Museo del Louvre]], [[Parigi]]]]

=== Sviluppo culturale e intellettuale ===
Sono state rinvenute numerose statue di Amenofi, molte, tuttavia, risalenti all'epoca ramesside e correlate al suo vivace culto funerario<ref name=":1" />, prodotte per servire al suo culto postumo<ref name=":2">Grimal (1988), p.203.</ref>. Ciò rende difficile lo studio dell'arte durante il suo regno<ref name=":2" />. Basandosi sulle non molte statue a lui coeve, è possibile vedere come rimase fedele agli stilemi del [[Medio Regno (Egitto)|Medio Regno]]<ref>Freed, Rita E. "Art," ''The Oxford Encyclopedia of Ancient Egypt.'' Ed. Donald Redford. Vol. 1, pp. 127–136. Oxford University Press, 2001. p.133.</ref>: l'arte agli inizi della XVIII dinastia prediligeva infatti le caratteristiche della prima fase del Medio Regno<ref>Aldred, Cyril. ''Egyptian Art.'' Thames and Hudson Ltd., London. 1980. p.146.</ref> e le statue originali prodotte su commissione di Amenofi I riprendono chiaramente quelle di [[Mentuhotep II]] e [[Sesostri II]]<ref>Ashton, Sally; and Spanel, Donald. "Portraiture," ''The Oxford Encyclopedia of Ancient Egypt.'' Ed. Donald Redford. Vol. 3, pp. 55–59. Oxford University Press, 2001. p.58.</ref>.

Fu probabilmente Amenofi I a fondare il villaggio degli artigiani di [[Deir el-Medina]], i cui abitanti erano responsabili della maggior parte della produzione artistica presente nelle tombe della [[Necropoli di Tebe]], le sepolture dei futuri sovrani e nobili del [[Nuovo Regno (Egitto)|Nuovo Regno]]<ref name=":1" />. Il primo nome ivi riscontrato è quello di Thutmose I; comunque, Amenofi I fu comunque una figura assai importante fra gli artigiani del villaggio, a partire dalla sua divinizzazione e da quella di sua madre come divinità protettrici di Deir el-Medina<ref>Bryan, Betsy M. "The 18th Dynasty Before the Amarna Period." ''The Oxford History of Ancient Egypt.'' Ed. Ian Shaw. pp. 218–271. Oxford University Press, 2000. p.224.</ref>.

Al regno di questo sovrano viene fatta risalire la stesura della versione definitiva del ''[[Amduat|Libro dell'Amduat]]'', uno dei testi funerari di maggior importanza e che viene rinvenuto, per la prima volta, sulle pareti della [[KV38|tomba]] di [[Thutmose I]], successore di Amenofi.

=== Successione ===
Si ritiene che Amenofi I abbia avuto un solo figlio, il principe Amenemhat, morto durante l'infanzia (anche se altre fonti arrivano a negargli anche questa paternità)<ref>Dodson & Hilton, p.127.</ref>. Quindi suo successore fu [[Thutmose I]], apparentemente una figura prominente dell'[[esercito]]. Non è chiaro se vi fosse un grado di parentela fra i due; comunque si è ipotizzato che Thutmose potesse esser figlio del principe [[Ahmose-Sipair]]<ref>Dodson & Hilton, p.129.</ref>. Amenofi I potrebbe essersi associato Thutmose al trono come coreggente prima di morire, dal momento che il [[cartiglio]] del primo appare accanto a quello del secondo su una barca rituale rinvenuta presso il terzo pilone a [[Karnak]]<ref name=":2" />. Altri testi sembrano suggerire che Amenofi si sia associato al trono il figlioletto Amenemhat, prima che questi gli premorisse<ref>Wente, Edward F. ''Thutmose III's Accession and the Beginning of the New Kingdom.'' Journal of Near Eastern Studies, University of Chicago Press, 1975. p.271.</ref>. In un caso o nell'altro, le evidenze archeologiche sono troppo lacunose per giungere a conclusioni definitive.

== Morte e divinizzazione ==
[[File:-1148 Darstellung Amenophis I anagoria.JPG|sinistra|miniatura|Amenofi I, già divinizzato, come rappresentato nella tomba TT359 (Tebe)]]
Amenofi fu divinizzato dopo la sua morte, avvenuta intorno al 1506 a.C., dopo un ventennio di regno, e fu venerato come patrono del villaggio di operai che aveva fondato a [[Deir el-Medina|Deir-el Medina]]<ref>[[Edward Bleiberg|Bleiberg, Edward]]. "Amenhotep I," ''The Oxford Encyclopedia of Ancient Egypt.'' Ed. Donald Redford. Vol. 1, p. 71. Oxford University Press, 2001.</ref>. Sua madre, la regina [[Ahmes Nefertari]], gli sopravvisse un anno e venne parimenti deificata dopo la morte, e il suo nome aggiunto alle invocazioni ad Amenofi I<ref>Grimal (1988), p.201.</ref>. Il culto, particolarmente sentito, di re Amenofi ebbe un riflesso sull'[[Scultura|arte statuaria]]: gran parte delle statue che lo rappresentano sono idoli funerari funzionali al tale culto, e appartengono a epoche anche molto successive. Amenofi veniva invocato sotto tre specifiche forme divine: ''Amenhotep della città'', indi ''Amenhotep amato da [[Amon]]'', e ''Amenhotep del cortile esterno''<ref name=":1" />. Venne considerato un dio in grado di proferire [[Oracolo|oracoli]]: alcune delle domande che gli furono poste sussistono oggi su alcuni [[Ostrakon|ostraka]] di Deir el-Medina, e sembrano formulate come se l'[[idolo]] del re potesse dare cenni d'assenso o diniego, forse per un trucco dei sacerdoti. Inoltre, varie feste gli erano dedicate nel corso dell'anno. Ad esempio, nel primo mese dell'anno egizio, un giorno commemorava l'apparizione di Amenofi I agli operai della [[Valle dei Re|necropoli reale]] (forse da intendere come il giorno in cui la sua statua fu trasportata al villaggio)<ref>Redford, Donald ''The Chronology of the Eighteenth Dynasty,'' Journal of Near Eastern Studies, vol. 25 (1966). p.115.</ref>.

== Mummia e sepoltura ==
La [[mummia]] di Amenofi I è stata rinvenuta, nel [[1881]], nella tomba [[DB320]] detta anche il "nascondiglio" di [[Deir el-Bahari]], dove venne fatta trasportare, durante il regno di [[Sheshonq I]], da parte dei sacerdoti di Amon, per salvarla, come moltissime altre mummie reali, dalle predazioni ormai endemiche nella Valle dei Re<ref name=":3">Shaw, Ian; and Nicholson, Paul. ''The Dictionary of Ancient Egypt.'' The British Museum Press, 1995. p.28.</ref>. Il [[cartonnage]] che protegge gli strati delle bende è stato apprezzato, per la squisita fattura e il valore artistico, a tal punto che la mummia di Amenofi è l'unica a non essere mai stata sbendata, né dai sacerdoti della [[XXI dinastia egizia|XXI dinastia]] che ebbero cura di restaurare i bendaggi delle antiche mummie reali, né dagli studiosi, anche in epoche in cui, prima dei [[Raggi X|raggi-X]], ciò costituiva la prassi<ref name=":3" />. Il 3 aprile [[2021]] la sua mummia è stata traslata con la [[Parata d'oro dei faraoni]] dal vecchio [[Museo egizio (Il Cairo)|Museo Egizio]] al nuovo [[Museo nazionale della Civiltà egiziana]]<ref>{{Cita news|lingua=en-GB|url=https://www.bbc.com/news/world-middle-east-56508475|titolo=Egypt mummies pass through Cairo in ancient rulers' parade|pubblicazione=BBC News|data=2021-04-03|accesso=2021-04-07}}</ref>.

Rimane una certa ambiguità sulla tomba del sovrano in quanto esistono due strutture, la [[KV39]] nella [[Valle dei Re]] e la tomba AN B nel "cimitero degli Antef" a [[Dra Abu el-Naga]], entrambe attribuibili a lui. La tomba di Dra Abu el-Naga, scoperta da [[Howard Carter]] nel [[1914]] potrebbe essere stata progettata per Ahmose Nefertari, madre di Amenofi I, e poi ampliata per accogliere la sepoltura del figlio.

[[File:Amenhotep I Cartonnage.jpg|centro|miniatura|340x340px|La [[mummia]] di Amenofi I, ancora nel ''[[cartonnage]]'' e nel [[Sarcofago egizio|sarcofago]] (fotografia di G. Elliot Smith, [[1912]])]]

== Liste reali ==
{| border=1 style="text-align:center"
|- bgcolor=#EFEFEF
![[Titolatura reale dell'antico Egitto|Nome Horo]]
!Lista di [[Abido (Egitto)|Abido]]
!Lista di [[Saqqara]]
![[Flavio Giuseppe]]
!anni di regno
![[Sesto Giulio Africano]]
!anni di regno
![[Eusebio di Cesarea]]
!anni di regno
!Altri nomi
|-
|Ka-naftawy
|(nº 67)<br />{{Cartiglio|
|Testo=<hiero>N5-D45:D28</hiero>}}<br />dsr k3 rˁ - Djeserkara
|(nº 48)<br />{{Cartiglio|
|Testo=<hiero>N5-D45:D28</hiero>}}<br />dsr k3 rˁ - Djeserkara
|Amenophis
|21
|Amenophitis
|20
|Ammenophis
|21
|Amenophis I
|}

== Titolatura ==
{{Titolaturaegizia
|nomeH= <hiero>E1-G43-D36:I9-N17:N17:N17  </hiero>
|traslH=k3 w՚ f tawy
|letturaH=Ka-naftawy
|significatoH=<br />Il toro, colui che sottomette i paesi stranieri
|nomeN= <hiero>O29:n:r-H4-G43 </hiero>
|traslN=՚3 n r w
|letturaN=Aa-neru
|significatoN=Grande nel terrore
|nomeG= <hiero>V29-M4-M4-M4  </hiero>
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|letturaG=Wah nereput
|significatoG=
|nomeGA= <hiero>-N5-D45-D28-</hiero>
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|letturaGA=djeserkara
|significatoGA= Sacro è il [[Anima (religione dell'antico Egitto)|Ka]] di [[Ra]]
|nomeR= <hiero>-i-mn:n-R4:t*p-</hiero>
|traslR=i mn htp
|letturaR= Amenhotep
|significatoR=[[Amon]] è contento
}}

== Note ==
<references/>

== Bibliografia ==
* Cimmino, Franco - Dizionario delle dinastie faraoniche - Bompiani, Milano 2003 - ISBN 88-452-5531-X
* [[Alan Gardiner|Gardiner]], Alan - La civiltà egizia - Oxford University Press 1961 (Einaudi, Torino 1997) - ISBN 88-06-13913-4
* Hayes, W.C. - L'Egitto dalla cacciata degli Hyksos ad Amenophis I - Il Medio Oriente e l'Area Egea 1800 - 1380 a.C. circa II,1 - Cambridge University 1973 (Il Saggiatore, Milano 1975)
* Wilson, John A. - Egitto - I Propilei volume I -Monaco di Baviera 1961 (Arnoldo Mondadori, Milano 1967)
* Nicolas Grimal, ''Storia dell'antico Egitto'', Laterza, Roma-Bari 1990, ed. Rcs Milano 2004 ISBN 978-88-420-5651-5

== Altri progetti ==
{{interprogetto}}

== Collegamenti esterni ==
* {{en}}http://www.digitalegypt.ucl.ac.uk//Welcome.html
* {{en}}http://www.ancient-egypt.org/index.html
* {{de}}http://www.eglyphica.de

{{Box successione
|tipologia = faraone
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{{XVII e XVIII dinastia}}
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[[Categoria:Sovrani della XVIII dinastia egizia]]