Il padre di famiglia (Goldoni)

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«Geronio: Povero padre, povero onore, povera la mia famiglia! Maladettissima ipocrisia!»

Il padre di famiglia
Commedia in tre atti
AutoreCarlo Goldoni
Lingua originale
Generecommedia
Composto nel1750
Prima assoluta1750
Carnevale di Venezia
Personaggi
  • Pancrazio, mercante
  • Beatrice, sua seconda moglie
  • Lelio, figlio di Pancrazio, del primo letto
  • Florindo, figlio di Pancrazio e di Beatrice
  • Geronio, dottore
  • Rosaura, figlia di Geronio
  • Eleonora, figlia di Geronio
  • Ottavio, maestro dei figliuoli di Pancrazio
  • Fiammetta, serva di Pancrazio
  • Trastullo, servo di Pancrazio
  • Tiburzio, mercante
 

Il padre di famiglia è un'opera teatrale in tre atti di Carlo Goldoni scritta nel 1750 e rappresentata per la prima volta a Venezia per il Carnevale dello stesso anno. Nel passaggio dalle scene alla stampa, il testo fu sottoposto a molte modifiche, a partire dai personaggi che nella prima rappresentazione erano le maschere tradizionali di Balanzone, Arlecchino, Brighella e soprattutto Pantalone, a cui Goldoni, con l'eccezione de La bancarotta o sia Il mercante fallito, affida sempre un compito moralizzatore. Nella redazione definitiva Pantalone fu sostituito da Pancrazio e le maschere da altri personaggi.[1]

La trama fu ripresa da Diderot per la sua omonima commedia.[2]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Pancrazio, affrontando i normali problemi della vita domestica (l'educazione dei figli, le intemperanze della seconda moglie, l'inaffidabilità dei servitori, le mille incombenze del governo familiare) si ritrova a fronteggiare disordini imprevisti. Finirà per punire il figlio Florindo con quattro anni da mozzo sulle navi e la seconda moglie, Beatrice, con la separazione, rispedendola ai parenti. L’inevitabile lieto fine lascia la sensazione che ciò che è accaduto non sia stato un passaggio nella vita familiare, ma un’inevitabile rottura.[3]

Poetica[modifica | modifica wikitesto]

Pancrazio (un Pantalone morigerato e austero) è chiamato in scena a dimostrare come deve un prudente padre reggersi in quelle cose che nel governo di una famiglia sono di maggiore sostanza. Scrive l'autore nell'introduzione per l'edizione a stampa: Questa Commedia, più morale assai che ridicola, ha avuto più partigiani ch'io non credeva. Prova evidente del cangiamento notabile del Teatro Italiano, in cui cominciava a prevalere il buon costume alla scorrezione ordinaria. L'azione principale si rapporta a Pancrazio: egli lo merita per la sua condotta, per la sua giustizia e per la sua prudenza; e può servire d'esempio nelle circostanze più difficili delle famiglie. Ad ogni modo, come ha scritto Anna Scannapieco, un happy end di cartapesta non varrà a restituire legittimità e fondamento alla prudenza del protagonista e alle sue «massime giudiziose e gravi».[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ G. Ortolani.
  2. ^ L. Lunari.
  3. ^ Flavia Crisanti, Il padre di famiglia di Carlo Goldoni, in NonSoloCinema, 18 marzo 2008. URL consultato il 19 giugno 2018.
  4. ^ A. Scannapieco.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuseppe Ortolani, Tutto il teatro di Carlo Goldoni, Milano, Mondadori, 1936, G. Ortolani.
  • Luigi Lunari, Breve storia del teatro, Milano, Bompiani, 2007, ISBN 978-88-58-76112-0, L. Lunari.
  • Anna Scannapieco, Il padre di famiglia, Venezia, Marsilio, 2002, ISBN 978-88-317-6004-1, A. Scannapieco.